2015
De Vrij si racconta: “Pioli è dispiaciuto per l’infortunio. Lazio? Non avrei mai pensato neanche io di venire a vivere a Roma”. E sullo United…
Stefan de Vrij e la sua compagna Marloes sono stati intervistati dal mensile Helden. Il centrale olandese ha rivelato alcuni aneddoti della sua carriera, ha parlato deii rapporti con i suoi allenatori e infine ha svelato alcune voci di mercato. Il difensore biancoceleste già a 10 anni ha iniziato la sua esperienza nel Feyenoord: “I miei genitori mi hanno sostenuto pienamente, anche perché mio padre era un buon calciatore. Nella regione lo conoscevano bene, giocava con il VV Spirit. Anche lui avrebbe potuto giocare nel Feyenoord, ma la madre – mia nonna – non lo lasciò andare. Così, quando è toccato a me, ha insistito affinché cogliessi l’occasione al volo. Ricordo che tutta la classe faceva il tifo per me. Il Feyenoord mi ha sostenuto, mi ha ha aiutato a prendere il diploma. Mi sono allenato per sei mesi nei weekend e durante la settimana giocavo le partite, seguivo le lezioni e davo gli esami. È stato un periodo frenetico. Ancora vivevo a casa, da Ouderkerk dovevo prendere più di un autobus. Uscivo di casa la mattina in bicicletta con lo zaino e la borsa da calcio, non tornavo prima di sera. A volte quando facevamo tardi mi riaccompagnavano a casa Roy Makaay e Giovanni van Bronckhorst. C’erano altri giocatori delle giovanili che si sentivano arrivati, io invece mi sono messo a disposizione con umiltà, esattamente come nelle giovanili. Le mie caratteristiche? Ho una buona tecnica di base, calcio bene e so leggere in anticipo le situazioni. Dovrei migliorare nella velocità, posso riuscirci solo con l’allenamento. Con la palla fra i piedi sono tranquillo. L’anno scorso, nella mia prima stagione alla Lazio, sono risultato tra i primi dieci difensori in Italia e in Europa per numero di intercetti. È una bella statistica”
L’ESORDIO CON LA NAZIONALE UNDER 17: “Ricordo la finale degli Europei di categoria persa con la Germania in casa loro, io ero vice capitano. Dopo quella finale mi è stato offerto il mio primo contratto da professionista. Mi cercarono tanti club stranieri, fortunatamente il Feyenoord mi ha offerto un contratto. In quello stesso anno mi chiamò Jean-Paul van Gastel, allenatore della squadra Juniores, e mi disse: “Stefan, ti devi allenare con la prima squadra domani, l’appuntamento è al De Kuip (lo stadio del Feyenoord, ndr) per le 10”. Ho dovuto saltare il mio primo giorno di scuola”.
MONDIALI 2014: “Con Vlaar e Martins Indi Abbiamo avuto un buon feeling fin dall’inizio. Tra la stampa c’era grande incertezza, soprattutto perché debuttavamo contro la squadra campione del Mondo in carica: la Spagna. Ma noi non abbiamo mai dubitato delle nostre qualità. Due anni prima del Mondiale, Ron (Vlaar, ndr) mi disse: “Stefan, alla Coppa del Mondo dobbiamo andare insieme per formare un muro invalicabile!. Fascia da capitano? La notte prima dell’ultima partita amichevole contro l’Ecuador, Robin van Persie venne da me e mi disse: “Quando verrò sostituito diventerai tu il capitano”. Gli dissi di sì senza troppa convizione, Robin si mise a ridere e continuò: “No davvero, non scherzo. Ho appena parlato con Van Gaal (allora ct dell’Olanda, ndr) e mi ha detto che il vice sarai tu”. Quella fascia indossata in partita mi ha dato una forza enorme”.
SUGLI ALLENATORI: “Louis van Gaal è stato molto importante per me, è un ottimo allenatore. Durante il Mondiale ho imparato tantissimo da lui, ho fatto passi da gigante. Mi ha insegnato ad essere più cattivo e deciso, con me ha trovato terreno fertile perché ho sempre voglia di crescere e migliorare. Hiddink mi disse che sarei stato il leader difensivo dell’Olanda. Alla fine della scorsa stagione continuava a dirci a me e a Daley di restare concentrati, durante l’allenamento pretendeva che parlassimo molto. Hiddink è un grande uomo, mi dispiace che abbia lasciato”.
L’ARRIVO ALLA LAZIO: “Non avrei mai pensato neanche io di venire a vivere a Roma, mi sarei trasferito volentieri in Germania. La Germania è perfetta per me, oltretutto è vicino casa. Ma nella vita non sai mai cosa ti aspetta. La Lazio mi ha fatto subito un buona impressione, mi sono sentito immediatamente il benvenuto. Tre anni fa ero già stato con gli amici a Roma, ma solo un weekend. Mi ero così innamorato della città che ricordavo perfettamente tutti i monumenti di Roma: il Foro e il Colosseo soprattutto. Potrei farvi da guida turistica!. Pioli? Il nostro allenatore ha molta fiducia in me, lo sento. Ho imparato molto da lui, adesso è molto rammaricato del fatto che ho un infortunio e non posso giocare. Questo è un segno di apprezzamento”.
MERCATO: “Non è mai stato un interesse concreto. Van Gaal con me è stato molto chiaro, mi disse: “Hai giocato un grandissimo Mondiale, un anno fa non avrei mai pensato di selezionarti”. Tradotto: “Hai fatto bene ma stiamo parlando del Manchester United, uno dei più grandi club al mondo. Continua così e chissà cosa ti riserverà il futuro”. La Lazio si è fatta avanti seriamente, così ho chiamato Kevin Strootman che già giocava nella Roma per chiedergli dei consigli. Ho chiesto anche altri pareri, sono stati tutti positivi. Ho iniziato a vedere alcune partite della Lazio, mi sono immaginato in quella squadra. Il club mi ha detto che in Italia avrei imparato molto, col senno di poi posso dire che è andato tutto come doveva andare, ho fatto la scelta migliore. Alla Lazio mi sento a casa”.