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Delio Rossi: «La Lazio mi ha dato molto. La Coppa Italia il ricordo più bello»
Delio Rossi è stato allenatore della Lazio per quattro stagioni: il legame coi colori biancocelesti è ancora forte
Delio Rossi e quel Lazio-Roma di undici anni fa: un anniversario dolce in un periodo difficile. L’ex allenatore lo ha rivissuto in un’intervista per il Corriere della Sera, in cui ha raccontato anche il suo legame coi colori biancocelesti: «Passammo una settimana in ritiro a Norcia – ricorda l’allenatore – e questa cosa ovviamente non fece piacere ai calciatori. Quel derby poteva affossarci o darci respiro, anche perché a Roma quei 90 minuti durano mesi. Ma non ci fu partita».
RICORDI PIÙ BELLI – «Al primo posto ovviamente la vittoria della Coppa Italia, anche perché sapevo da mesi che sarebbe stata la mia ultima partita, ma il derby più bello è stato quello del 2008 vinto con il gol di Behrami».
ZARATE – «Mauro non fu aiutato da chi gli era vicino. Arrivò alla Lazio avendo vinto un Mondiale Under 20, ma a differenza di Aguero prima di arrivare in Europa passò per gli Emirati Arabi. Lì non è calcio».
LAZIO – «La Lazio ha rappresentato tanto. Ora vivo a Roma, all’Olgiata, e mi fa piacere che con i tifosi il rapporto sia rimasto bellissimo. Paradossalmente sono migliori i riscontri oggi di quando ero l’allenatore: sono contento di aver lasciato un ricordo positivo».
TUFFO AL GIANICOLO – «Sì, fu una cosa nata quasi per scherzo il giovedì prima del derby con suor Paola. Una scommessa fatta con goliardia e che non voleva offendere nessuno. Poi, dopo la partita, mi squillò il telefono all’una e mezza di notte. Era suor Paola, che mi aspettava alla fontana, ma già in sala stampa subito dopo la partita la voce si era sparsa».
INZAGHI E TARE – «Simone è stato bravissimo a passare con la testa da giocatore ad allenatore. A Lotito dissi io, invece, che Igli avrebbe potuto ricoprire questo ruolo: gli consigliai di mettergli vicino all’inizio un’altra persona, ma la forza di questa Lazio è che società, Tare, Peruzzi e Inzaghi ragionano con un’unica testa».