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Delio Rossi: «La Lazio una bella sorpresa; ecco da quale nuovo mi aspetto molto e chi vorrei aver allenato»

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Le parole di Delio Rossi, ex tecnico della Lazio: «É una squadra che, al di là di qualche calo, corre, gioca bene; tutti si aiutano»

Delio Rossi, ex allenatore della Lazio, ha parlato ai microfoni di RadioSei. L’ex tecnico ha parlato dei biancocelesti di Baroni, spingendosi anche in alcuni confronti tra i protagonisti di oggi e quelli della sua squadra. Di seguito le sue parole.

CONDIZIONE – «La Lazio è sveglia e questa è una lieta sorpresa. Le gare sono la fotografia del momento e in questo momento la fotografia dice che la squadra è in salute, anche in campo europeo. E’ bella da vedere e può solo migliorare. Poi c’è da augurarsi che non ci siano cali di forma o infortuni, basta vedere cosa è successo alla Juventus con Bremer. I campionati si decideranno a fine aprile».

FORZA DEL GRUPPO – «Quello che salta all’occhio è che la Lazio è una squadra che, al di là di qualche calo, corre, gioca bene; tutti si aiutano, il tecnico ha dato un metro comune e tutti lo seguono, soprattutto a centrocampo. Bravo Baroni e tutti gli altri. Trasmettere è importante: un conto è trasmettere un conto è saperle le cose, questo fa la differenza negli allenatori».

IN COSA POSSONO MIGLIORARE – «La Lazio può migliorare nei singoli, soprattutto nella fase di non possesso. Per curare questi particolari ci vuole diverso tempo. Il miglioramento della squadra passa anche dal miglioramento del singolo elemento. Une esempio: Lazzari, o anche Tavares, che in fase di possesso sono bravi, devono crescere in quella di non possesso».

APPORTO DI CHI GIA’ C’ERA – «In questa Lazio bene anche i ‘vecchi’, è stato questo il vero capolavoro di Baroni, rivitalizzare Vecino, Romagnoli o lo stesso Pedro che si è dimostrato un calciatore determinante e non è facile alla sue età. Trasmettere i dettami di gioco non richiede troppo tempo. Con Sarri si ragionava sulla palla, c’era una filosofia di gioco da apprendere. Rapportarsi con i calciatori è più facile. Tutto poi dipende anche dai giocatori: alcuni sanno stare in campo, altri si affidano all’istinto».

CONFRONTO KOLAROV-TAVARES – «Kolarov è meno potente, ma più tecnico. Tavares ha una potenza incredibile, ma per me è ancora molto frenetico; non tutte le giocate gli riescono bene, potrebbe essere addirittura più devastante. I calciatori, anche se sono simili, hanno la loro unicità».

DELE-BASHIRU – «Sono molto curioso di vedere questo calciatore, per me potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa».

PEDRO LEADER ALLA KLOSE – «Non li conosco, non li ho allenati. Vedendo le loro partite noto le grandissime qualità tecniche che hanno, ma la mia esperienza mi dice che questo non sempre va di pari passo con il peso che si ha nello spogliatoio. Non sempre il leader tecnico è anche quello morale».

NOSLIN, TCHAOUNA E CASTROVILLI – «Faccio lo stesso discorso per tutti: la rosa è omogenea, magari senza picchi assoluti, togliendo magari Tavares e Dia. Sono calciatori futuribili e di gamba, non hanno preso dei tattici o dei giocatori compassati. Tchaouna è giovane, Noslin lo conosce l’allenatore e il tecnico si sta dimostrando molto capace, quindi dobbiamo fidarci. Per me ancora non hanno fatto vedere le loro qualità. Quando hai un calciatore di gamba, non sbagli. Castrovilli per me è più votato alla fase offensiva, non lo vedrei nei due in mezzo, ma potrebbe essere un calciatore da mettere dietro alla punta».

ISAKSEN – «Mi piacerebbe allenarlo; non riesce ancora ad esprimere le sue qualità. Con certi giocatori bisogna trovare la chiave. Per me ha delle qualità importanti»

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