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Il derby, la ‘Coppa in faccia’, la supremazia cittadina: è sempre 26 maggio! – VIDEO
Sono passati ben sei anni dal 26 maggio 2013, giorno in cui la Lazio riuscì ad uscire vittoriosa dalla finale di Coppa Italia contro la Roma grazie al gol al 71 di Lulic. In palio anche l’accesso all’Europa League
Non lo dimenticheremo mai. Con un misto di emozioni ci ricorderemo di quel giorno. Avremo ben impressi nella memoria i nomi dei gladiatori che hanno permesso alla Lazio di fare la storia. In palio non soltanto la possibilità di alzare al cielo la Coppa Italia. Alla vincitrice, infatti, l’orgoglio di trionfare in una gara così importante come il derby e di conquistare l’Europa, ai danni proprio dei rivali storici. I più attenti avranno capito la partita in questione. Tre parole. Una data. 26 maggio 2013.
SEI ANNI – Sono passati sei anni da quel giorno. Le situazioni sono cambiate, tanti dei giocatori che militavano nella Lazio hanno abbandonato la Capitale per cercare fortuna altrove. Qualcuno c’è riuscito, altri (e sono la maggioranza) hanno fallito. I veri tifosi biancocelesti, però, sono sempre lì, seduti sulle stesse gradinate che l’hanno ospitati nel corso di quella notte, quei seggiolini che hanno sentito la tensione dei loro corpi, quella Curva che è esplosa in un potente boato al fischio dell’arbitro Orsato.
26 MAGGIO – All’Olimpico una sfida da cardiopalma. Gli attimi che precedono l’avvio del match sono inspiegabili. La voglia di vincere, la preoccupazione di perdere, l’emozione che taglia il respiro. Inizia la gara. La partita è equilibrata. «Un episodio deciderà il match», mormora qualcuno. Al 71′ – numero caro alla gente laziale – arriva il gol. Senad Lulic beffa Lobont e infila la palla in rete. Le lacrime – questa volta di gioia – scendono copiose sui visi degli aquilotti. Dopo le esultanze, partono i 20 minuti più lunghi della storia. La Roma attacca, non si dà per vinta e, a qualche manciata di secondi dal vantaggio avversario, la palla colpita da Totti si ferma sulla traversa, non entra. Destino? Forse sì. Alla fine è la Lazio a vincere. La gente impazzisce. Una Curva festeggia, l’altra si avvia mestamente all’uscita. Poi arriva la premiazione, il «Chi non salta della Roma è» dei biancocelesti sotto la Nord. I cori, la voce persa, i clacson della macchine in festa, le bandiere al vento, le sciarpe al collo. La Capitale è biancoceleste. I laziali urlano ai rivali storici: «Noi siamo i più forti».