2014
Di Canio si confessa a 360°: “Ci sono dei contatti in Premier. Mondiale? Italia in difficoltà, girone difficile”
L’ex laziale Paolo Di Canio è stato intercettato da La Gazzetta dello Sport a Fiumicino. L’ex numero 9 biancoceleste era in partenza per una partita di beneficenza con le vecchie glorie del Milan e si è confessato al quotidiano rosa. Di seguito l’intervista completa.
Di Canio, a che punto è l’Inghilterra?
“Hanno talenti interessantissimi. Penso a Sterling, Sturridge, Barkley. Mi piace un sacco Shaw, che per me è oggi uno dei più forti terzini d’Europa: resistenza incredibile, mai stanco. Gli inglesi hanno un problema: giocano poco assieme, devono migliorare nell’intesa e non attaccano bene lo spazio. Con l’Ecuador gara vera: c’è stata una rissa, con Sterling espulso”.
Altro?
“All’Inghilterra mancano i ricambi, le riserve non sono all’altezza. E i giocatori sono stanchi. Rooney a me piace moltissimo, ma come sempre arriva stressato al Mondiale, con troppe partite nelle gambe. Dà tutto se stesso, in ogni gara, alle temperature brasiliane sarà molto dura per lui. Gli inglesi non fanno la sosta invernale, è bello giocare sotto Natale, però sono cose che a giugno si pagano: in questo periodo la stanchezza può essere devastante”.
Conclusioni?
“L’Inghilterra ha freschezza, gioventù, ma sarà difficile per loro passare il turno. Non sono capaci di gestirsi, per rendere al massimo devono sempre andare al 200 per cento. Da allenatore mi è capitato più volte di chiedere sedute a bassi ritmi per curare certi dettagli tecnico-tattici, ma non c’è niente da fare, vanno a tutta lo stesso, è più forte di loro. Poi gli inglesi storicamente prendono dei gol assurdi, ne ho rivisti alcuni su rinvii del portiere, e commettono errori incredibili”.
L’Italia?
“Negli ultimi tempi ho notato delle difficoltà, ma i giocatori italiani hanno il valore della duttilità, sanno cambiare posizione. Manca una vera identità. Nelle ultime due settimane, però, noi abbiamo fatto carichi di lavoro, per gli inglesi l’ultimo mese prima del Mondiale è di scarico”.
Pirlo e Verratti possono giocare assieme?
“Il doppio play va bene se tieni palla per l’80 per cento del tempo. Pirlo e Verratti hanno predisposizione per pressare in alto, ma una volta perso il pallone per loro è faticoso e dispendioso rientrare. Sì, c’è De Rossi che fa schermo davanti alla difesa, ma i due registi rischiano di sprecare energie per la costruzione del gioco”.
Lei avrebbe portato Giuseppe Rossi in Brasile?
“Non posso giudicare, non ho gli elementi per farlo. So che Rossi in ripartenza spacca”.
Cassano?
“Può ‘infilare’ ottimi palloni, se l’avversario non gli mette troppa pressione”.
E Balotelli?
“Continua a non segnare, a non essere cattivo. Il calcio non è uno contro tutti. Lui non dà la sensazione di giocare con e per la squadra. Balotelli deve fare gol, Berlusconi lo ha spiegato alla sua maniera. Lo vedo indisponente, insofferente”.
L’Uruguay?
“Dipende dal recupero di Suarez: sicuri che ce la faccia? È vero, Franco Baresi giocò bene la finale del Mondiale ’94 pochi giorni dopo l’intervento al menisco. Baresi però era difensore centrale, aveva la partita davanti agli occhi. Suarez è un attaccante e fa movimenti diversi, spalle alla porta, deve sterzare. Non lo so. Certo, uno come Suarez anche al 70 per cento può garantire quei 4-5 strappi che indirizzano la partita”.