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Belleri: «Non mi sarei aspettato quel risultato a Milano»
L’ex difensore della Lazio Belleri ha analizzato il momento che sta vivendo la Lazio, partendo dal pesante ko di Milano
L’ex difensore della Lazio Belleri ha analizzato il momento che sta vivendo la Lazio, partendo dal pesante ko di Milano. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni di Lazio Style Radio.
MILAN-LAZIO – «Ho visto la partita ed è stata particolare. Non mi aspettavo un risultato così, considerando le prestazioni che ha fatto la Lazio ultimamente. La partita si è incanalata in modo sfavorevole. Prima della partita era difficile immaginare un risultato così. Il primo gol è stato particolare, poi dopo finisci 3 a 0 il primo tempo e tutto diventa più difficile. Il Milan è una squadra tosta. Primo gol? A vederlo così è un gol molto banale. È un lancio di 35 metri quasi innocuo, dove la difesa la maggior parte delle volte scappa via. Invece la difesa è rimasta ferma. Questo è un comportamento molto strano dettato dalla confusione di alcune cose che vengono dette dall’allenatore, un metodo di difendere che vorrebbe l’allenatore e l’interpretazione di alcuni giocatori. Bastava scappare cinque metri indietro e stoppavi la palla. È un po’ di confusione tra quello che vorrebbe l’allenatore e il bagaglio che hanno i calciatori, altrimenti non ti spieghi di un errore così banale».
LAZIO-BOLOGNA – «Quella felsinea è una squadra difficile da affrontare. Sicuramente Mihajlovic sta facendo bene. Ha delle individualità importanti. La Lazio dopo San Siro può affrontare la partita nel migliore dei modi e può venire anche fuori da tutte queste critiche. Tempi di preparazione? A livello fisico è importante il recupero, ma se vuoi guardare il lato positivo dopo la prestazione a San Siro hai la possibilità di resettare tutte le critiche e di riscattarti subito. L’aspetto tecnico farà la differenza».
MIHAJLOVIC – «Io ero andato a Bologna in prestito sei mesi e avevo lui come allenatore. Vedevi già le qualità important, E poi non devo certo raccontare io la storia di Sinisa. L’aspetto che veniva a mancare era l’esperienza. E questo perché un conto essere un calciatore importante un conto gestire 24 giocatori»