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Tare: «Società come la Roma sono tecnicamente fallite. Conference? Da perdenti»
Il direttore sportivo della Lazio Igli Tare, durante una lectio tenuta alla Luiss, ha rilasciato alcune dichiarazioni
Il direttore sportivo della Lazio Igli Tare, durante una lectio tenuta alla Luiss, ha rilasciato alcune dichiarazioni, toccando temi non poco importanti. Queste le sue parole, riportata da Salernitananews.it.
TROPPI IMPEGNI – «Stiamo guidando una Ferrari che però prima o poi si schianterà. Nel calcio si inventano competizioni inutili come la Conference League, che chiamo competizione dei perdenti, o l’Europa League, che non hanno alcun valore per introiti che producono. Inventiamo competizioni in più, anche la Nations League con i nazionali e i calciatori che diventano robot. Giochiamo ogni due giorni e mezzo ormai e i calciatori non riescono a recuperare. Tutto ciò non è umano. Per generare più introiti, generiamo più problemi. Il calcio ha preso la strada sbagliata».
MULTIPROPRIETÀ – «Il calcio in multiproprietà non è stato attuato solo in Italia, ma ormai ci sono molti fondi a livello mondiale, che hanno acquisito moltissime società anche in questo Paese. Possiedono fino a sei, sette società diverse in Paesi diversi. Non è una cosa sbagliata, ma deve avere un secondo fine che sia utile per l’azienda. Dipende da quale sia il fine della multiproprietà. Se possiedi un club che ha ambizione di andare nel calcio che conta, ad esempio la serie A, alla lunga diventa un problema perché in questo caso De Laurentiis a Bari sarà costretto a vendere magari tra sette mesi. Perciò io insisto sulle seconde squadre. Non a caso più di sei anni fa avevamo svolto una riunione in Lega per cambiare le idee e ho avuto modo di raccontare la mia esperienza in merito».
SERIE A – «Ormai sono rimaste quattro proprietà, che possiamo definire familiari: Udinese, Atalanta, Lazio e Napoli. Io sono più per questa gestione, visto che le multinazionali hanno solo interesse commerciale e si perde il bello del calcio: la passione, l’amore. Quei fondi lavorano con gli algoritmi e non vogliono più sapere della storia della squadra e della città. Io sono un fan della vecchia scuola. Cosa manca al calcio? Dei dirigenti aziendalisti, per il fatto che la durata dei contratti varia troppo. Prendete me, sono uno dei dirigenti più anziano in attività in serie A, questo è il mio quindicesimo anno alla Lazio. Ho la fortuna di lavorare con una società con una gestione virtuosa. Oggi ci sono società, anche di prima fascia, come Juve, Roma, Milan, Inter, che tecnicamente sono fallite, ma vengono tenute in vita dal fatto che il sistema ne ha bisogno. È molto importante avere nella società una gestione di lungo termine con progetti importanti per vedere il bene della società».