2014
Dieci mesi dopo l’ultima volta crolla il tabù trasferta
La Lazio torna a vincere in trasferta, lo fa nel più rocambolesco dei modi, contro la sua nemesi delle ultime stagioni, l’Udinese di Guidolin. In 10 per tutto il secondo tempo, dopo l’ingenuità di Onazi, e per ben due volte in svantaggio, la Lazio ha reagito con grande orgoglio. Il sinistro di Hernanes ha spezzato un incantesimo durato ben 10 mesi: l’ultimo successo esterno, risalente alla scorsa stagione, era datato 8 maggio 2013 a San Siro contro l’Inter.
I MERITI DI REJA – I biancocelesti, dunque, incominciano con il piede giusto il girone di ritorno e il merito è soprattutto di Edy Reja: in sole 3 partite di campionato il tecnico friulano ha collezionato ben 7 punti, figli di 2 vittorie e un pareggio. E i successi salgono a quattro se si conta anche il 2-1 in Coppa Italia al Parma. Certo ancora non si può dire che la Lazio si sia definitivamente ritrovata, ma la solidità difensiva di Reja ha sicuramente ridato autostima e orgoglio alla squadra. Difficilmente la Lazio di Petkovic sarebbe riuscita in una rimonta del genere. Sommandola alle precedenti, quella di oggi è la vittoria numero 47 in campionato sulla panchina biancoceleste, un risultato che gli permette di raggiungere il 50% di successi rispetto a tutte le partite giocate dalla Lazio: complessivamente il tecnico di Lucinico ha conquistato ben 159 punti alla guida della Lazio, squadra con cui ha una media di 1,69 punti a partita. Mica male per uno che spessimo è tacciato di essere un catenacciaro.
E SI SVEGLIA IL PROFETA – Se le statistiche di Edy Reja sono così positive, il merito è soprattutto di Hernanes, che nelle due stagioni e mezzo col friulano è sempre stato determinante, e oggi dopo tanto appannamento è tornato a fare la differenza, pur partendo dalla panchina. Si è visto sin dai primi tocchi al suo ingresso in campo che era la sua giornata: suo l’incipit dell’azione che ha portato al rigore su Klose (poi trasformato da Candreva), suo il sigillo del 2-3 finale, con un sinistro potente dei suoi, dopo una danza sul pallone che non vedevamo da tempo. Una squadra che vuole crescere non può prescindere da uno come lui, deve capirlo la società che deve blindarlo al più presto con un contratto adeguato e porre fine alle speculazioni sul suo futuro. Scommettiamo che poi il Profeta tornerà a fare la differenza?