2013

Difesa sotto esame, ed è ancora emergenza

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17 reti subite in 9 partite giocate. Troppe per questo inizio di stagione. Come scrive Il Corriere dello sport, ora il tecnico bosniaco dovrà superare un’altra sfida, dando equilibrio e ritrovando certezze nella fase difensiva. C’è da migliorare, da registrare la difesa e il posticipo di questa sera con la Fiorentina allo stadio Olimpico aiuterà a capire se, nel cantiere ancora aperto di Formello, si stanno cominciando a trovare gli antidoti giusti. Serve equilibrio per garantire risultati e continuità di rendimento e la Lazio appare ancora come un grafico sconnesso: furiose impennate, perché la qualità del centrocampo è super, brusche cadute e il pericolo costante del cappotto, perché alla difesa non proprio d’eccellenza si sono aggiunti gli infortuni e se manca il dinamismo giusto alla linea mediana dietro sono dolori. Si becca contropiede in continuazione. E’ successo anche in Turchia prima che la Lazio prendesse in pugno la partita e calasse il ritmo del Trabzonspor che non riusciva più a ripartire.

CIFRE – La statistica va pesata e analizzata, perché di questi 17 gol la Lazio ne ha presi 8 nel doppio confronto con la Juventus (in finale di Supercoppa il 18 agosto e in campionato il 31 dello stesso mese) e altri 9 nelle restanti 7 partite, che disegnano un percorso totalmente diverso. Ma le perplessità restano, perché soltanto in due partite (Lazio-Chievo 3-0 e Lazio-Legia 1-0 in Europa League) la difesa biancoceleste è rimasta imbattuta nonostante possa appoggiarsi tra i pali a un gigante come Marchetti. C’è voluta una prodezza del numero 12 azzurro per evitare di cadere anche a Sassuolo domenica scorsa dopo aver già subìto la rimonta con i gol di Schelotto, libero di colpire di testa su angolo nel cuore dell’area di rigore, e di Floro Flores su punizione. In sei partite di campionato la Lazio ha già incassato 10 gol (come il Milan), peggio delle neopromosse Livorno e Verona, meglio di Chievo (12), Bologna (16), Sampdoria (11) e Sassuolo (18), che non a caso occupano gli ultimi quattro posti della classifica. Lo dicono i numeri: Petkovic deve migliorare l’organizzazione tattica e difensiva della squadra. Parlare solo di errori individuali e deconcentrazione non aiuta a risolvere e significa scaricare le colpe soltanto sui giocatori che non interpretano a dovere il suo calcio, fatto di pressing, di diagonali e di marcature preventive anche a centrocampo. A volte una copertura adeguata e un atteggiamento più prudente, soprattutto in una fase delicata di lavoro e di ricerca dei risultati, possono aiutare di più. Tra le squadre di testa, nel gruppo dei club in corsa per la Champions, Petkovic ha la difesa più perforata. E per trovare un dato peggiore bisogna tornare indietro di vent’anni: nelle prime sei giornate di campionato la Lazio aveva incassato più gol (ben 14) soltanto nel 1992/93 con Zoff in panchina.

Oggi la Lazio sarà ancora in emergenza. Toccherà difendere a Cavanda, Ciani, Dias e Lulic. Ovviamente ci sono margini di crescita naturali. Il recupero di Konko e Radu accrescerà la tenuta difensiva, troppo spesso in difficoltà sulle corsie esterne, perché Cavanda e Lulic lavorano poco con i centrali. Manca tanto il mestiere e l’anticipo di Biava, il più reattivo tra gli stopper. E il ds Tare confida nelle qualità di Diego Novaretti, argentino ex Toluca, che doveva essere il colpo per migliorare il reparto. Piaceva anche a Mancini che lo avrebbe voluto al Manchester City. E’ un difensore di valore, ancora indietro nel processo di adattamento al calcio italiano, con ritmi molto più frenetici rispetto al campionato messicano. Ha bisogno solo di tempo: si affermerà.

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