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Djavan Anderson: «Il razzismo in Italia? Più al nord che al sud»
Djavan Anderson ha raccontato la sua esperienza in Italia e gli episodi di razzismo che ha subito. Le sue parole
Djavan Anderson ha raccontato la sua esperienza in Italia (dove ha giocato con le maglie di Bari, Salernitana e Lazio) e il razzismo che ha subito.
ITALIA – «Sono stato senza club per 7 mesi, quando improvvisamente ho avuto l’opportunità di fare uno stage al Bari. C’è voluto molto più tempo di quanto concordato. Alla fine sono rimasti molto soddisfatti dopo un mese e mezzo e ho firmato un contratto di 3 anni. Dopo un anno sono dovuto andar via perché la società è fallita. Per fortuna ho fatto una buona stagione in Serie B e interessavo ai club di Serie A. Ho scelto io stesso la Lazio».
NOVARA – «Durante il primo tempo sono andato a bordo campo per una rimessa laterale. All’improvviso l’intero stadio faceva il verso della scimmia. Uomini adulti stavano facendo movimenti da scimmia verso di me. Sono rimasto scioccato e ho guardato uno dei miei compagni di squadra nati in Africa. Gli ho chiesto: ‘Cosa sta succedendo?’. Ha risposto con un’alzata di spalle: “Questo è normale qui’. Poi ho segnato il gol vittoria. In qualche modo ne ho tratto un po’ di forza. Non volevo prestare loro alcuna attenzione».
NORD E SUD – «In realtà ho vissuto solo il razzismo al nord. In partita e per strada. A Novara e anche a Verona ho vissuto le cose peggiori. Un mio ex compagno di squadra ha giocato nel Verona e lì è stato anche schernito e fischiato dai suoi stessi tifosi. Ha sentito i rumori delle scimmie ad ogni partita. Molto intenso. Anche mia madre all’inizio aveva paura di venire, ma si è davvero innamorata. La gente del sud è molto calorosa e accessibile, quindi ha vissuto l’Italia davvero in modo positivo. Non ci siamo accorti dell’esistenza del razzismo lì. È grave, e non lo dico perché sono sotto contratto con la Lazio. Questo è al di sopra del mio lavoro. Se fossi svantaggiato razzialmente lo direi, sono il primo ad aprire bocca»