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Doll: «Spero tanto la Lazio vinca lo Scudetto. A Roma periodo fantastico»

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L’ex centrocampista tedesco, Thomas Doll, ha ricordato i suoi anni passati alla Lazio e un aneddoto su Gascoigne

Thomas Doll è intervenuto sulle frequenze di Tuttomercatoweb per parlare sia del momento che il mondo dello Sport sta vivendo, che del suo periodo trascorso con la maglia della Lazio. Ecco le sue parole:

RIPRESA BUNDESLIGA – «Sono molto contento, il calcio manca a tutti. Ci mancano le partite e ho sentito tante società che hanno già avuto grandi problemi con questo stop. Del resto ci sono in ballo anche contratti con le televisioni, gli sponsor, senza dimenticare le persone che lavorano intorno alle società. Bisogna seguire le regole, qui in Germania sono stati fatti tanti test e ora si riparte. Chiaramente non sarà lo stesso calcio di sempre, senza gli spettatori manca l’emozione e sembrerà di giocare un’amichevole precampionato. Non è facile perché ripeto, il calcio vive di emozioni ma tutti devono capire che bisogna arrivare a fine stagione concludere il campionato».

SERIE A – «Occorrerà fare così anche in Italia, seguendo le regole. Prima gli allenamenti individuali, poi a gruppi e poi il campionato. Qui in Germania la Bundesliga è speciale per tutti ma piano piano riaprono pure le altre attività come ristoranti, scuole, asili».

LAZIO – «Spero tanto che vinca lo Scudetto. Peccato per lo stop perché stava andando fortissimo e ora come tutti dovrà ripartire da zero. Ci sono stati due mesi senza calcio e ora può mancare la forza nelle gambe e non hai la possibilità di fare amichevoli, partite vere. Spero che la Lazio riprenda da dove si era fermata. Mi piace l’equilibrio che c’è in tutti i reparti. È una squadra bella da vedere nel suo insieme e anche individualmente sono tutti fortissimi. In attacco poi c’è un giocatore incredibile come Ciro che la butta sempre dentro. Va sottolineato certamente il gran lavoro dell’allenatore».

IMMOBILE – «Ha le qualità di tanti attaccanti. Non è velocissimo ma può tirare indistintamente di destro e sinistro, sa dove stare, sempre attento in area, ha fiuto del gol. Ha forza nelle gambe ha preso sempre più confidenza con se stesso. Riesce a far gol anche ad occhi chiusi. Ha qualcosa di Kirsten però Ciro lavora tanto anche per la squadra e ha caratteristiche simili pure a Voeller. Anche se so bene che questo paragone non piace ai laziali».

ANNI IN BIANCOCELESTE – «Periodo fantastico, infortuni a parte. Il nostro era un gruppo molto unito, c’era il capitano Gregucci, Fiori, Bergodi, Gabriele Pin, Ruben Sosa, Riedle. Zoff ci ha fatto giocar bene a calcio e mi è piaciuto stare insieme a tutti anche fuori dal campo e imparare la lingua. Io venivo dalla Germania dell’Est dove il calcio non aveva all’epoca un’importanza come in italia. Tutto finiva, mediaticamente, la domenica dopo la partita. Non c’erano giornali o radio o tv. Arrivato a Roma subito iniziarono a fermarmi tanti tifosi che volevano farsi foto con me e mi chiedevano l’autografo. Era per me qualcosa di nuovo, che faticavo a capire. Di quel periodo ricordo anche tante belle esperienze con Winter e Gascoigne…».

GASCOIGNE – «Su Gazza potrei scrivere un libro. Scherzava spesso nello spogliatoio ma si prendeva cura anche dei giovani. Quando tornava dall’Inghilterra ricordo che portava dei cd per loro. Una volta in ritiro a Seefeld dopo un allenamento un fotografo voleva fare la foto a Gazza. Lui però disse di no, che non era il caso perché era senza maglietta e aveva appena messo le gambe nell’acqua fredda. Il fotografo insisteva ma Gazza per tre volte disse no. Niente, il fotografo non volle sentire e fece la foto. Per tutta risposta Gazza prese la sua macchina fotografica e gliela buttò nell’acqua fredda… Questo era Paul. Sbagliò è vero, ma comunque per tre volte gli aveva chiesto di non farla».

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