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Durante, agente Fifa: “Pato e Caio sono una scommessa… Anderson? Atteggiamento sbagliato, deve essere riconoscente alla Lazio”
Lazio attivissima sul mercato in queste ultime ore. La dirigenza biancoceleste sta provando a chiudere sia per Alexander Pato che per Rodrigo Caio. Per conoscere meglio i giocatori e la loro situazione attuale, ai microfoni di Radio Sei è intervenuto Sabatino Durante, agente Fifa ed esperto di calcio sudamericano: “Con il Corinthians non c’è nulla. Il procuratore è da tempo che parla con la Lazio, si sta dando da fare. Pato ha avuto una grande involuzione, un flop in Brasile sia dal punto di vista economico sia tecnico. Il giocatore non ha mai legato né con la squadra né con la tifoseria. È una scommessa, negli ultimi tre-quattro anni non ha più fatto vedere niente di buono. Il suo problema è mentale, i problemi fisici li ha superati. Bielsa è un allenate particolare, l’indicazione Pato non so se sia la sua. Il campo deciderà se sarà la scelta giusta, in questo momento non ha dimostrato di essersi ritrovato. Anche Rodrigo Caio è una scommessa, il suo problema sono le ginocchia, fanno 100 partite l’anno e c’è usura nelle gambe. È un po’ quello che succedeva ai tanti giocatori italiani degli anni ’70. – riporta lalaziosiamonoi – Al Valencia non ha superato le visite mediche, chi spende cifre come 12 milioni non se la sente di prendersi un simile rischio. Così come Pato sono due scommesse troppo grandi per la Lazio, se ti va male ti devi portare a casa qualche critica. Sono due giocatori ottimi, ma rischi”. Poi c’è la questione Felipe Anderson che tiene banco in queste ore, il giocatore se non tornerà a Roma nei prossimi giorni rischia una multa salatissima: “Atteggiamento sbagliato di Felipe, sono dalla parte della società. Il ragazzo deve dire grazie alla Lazio e deve ricordare che ha un contratto. È un giocatore con talento ma ancora molto discontinuo. Per pensare di andare in squadre migliori rispetto alla Lazio deve crescere. Chi gli sta vicino non sta facendo il suo bene. Tanti giocatori acquistano il cervello quando smettono di giocare. Lui dà la colpa a chi lo gestiva prima e il mancato trasferimento importante lo ha attribuito a loro. Non merita un trasferimento importante, non è un campione. Gioca dieci partite l’anno ad alti livelli, poi sparisce. Con calma, ha ancora tempo, deve ancora dimostrare molto”.