2013
“E’ una macchia che rimane, anche se vinciamo 100 partite”
Fermi tutti. Stop. Mettetevi nei loro panni. Siamo cattivi. Siamo crudeli. Fermiamoci qua. Sfotteteli, ma senza strafare. Manteniamo l’eleganza che ci ha sempre contraddistinto. Capiamoli, sono in confusione e non sanno più con chi prendersela. Si stanno massacrando a vicenda. Insultano Pjanic per i complimenti all’amico Lulic, tirano sassi sul pullman della propria squadra, criticano Garcia ancor prima di vederlo all’opera. E ancora se la prendono con Pallotta, Baldini (ormai dimesso, ndr), Sabatini. Striscioni di insulti continui, litigano tra di loro. Appena sentono la parola calcio deviano il discorso, cambiano strada, fanno finta di non capire. Non possono più parlare di calcio con nessuno, stanno male, sono cupi, non sanno più cosa dire, non possono neanche insultare i tifosi dell’altra sponda, che se la ridono, sghignazzano contenti. E in questo mare di guai, ci si mette anche il probabile addio del loro capitano (noi ci crediamo poco), che li ha spinti in depressione. L’addio dell’uomo delle mille battaglie (spesso perse) che abbandona la nave, forse stufo del record di derby persi e di una bacheca di trofei miseramente scialba. Non si cancella più, il 26 maggio è per sempre, riecheggierà per l’eternità. Potrà succedere di tutto, ma il 26 maggio rimarrà lì a guardarli, a macchiare la storia (breve) di una squadra perdente, sconfitta nella maggior parte delle finali giocate. 26 Maggio, coppa in faccia, basta questo. Rispondetegli così. Nel caso remoto vi facciano domande. Ma non siate troppo cattivi, sono pur sempre i nostri cugini. Cugini venuti male, ma sempre cugini. “Non si cancellerà mai. E’ una macchia che rimane, anche se vinciamo 100 partite”. Parola di Balzaretti. Parola di un intero popolo. Che da un po’ non si sente più.