ESCLUSIVA - Castroman: «Gol al derby emozione unica. Sogno di diventare presidente del Vélez»
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ESCLUSIVA – Castroman: «Gol al derby emozione unica. Sogno di diventare presidente del Vélez»

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Ospite ai nostri microfoni l’ex giocatore Lucas Castroman, parlando della sua Argentina e dei suoi ricordi con la Lazio

In esclusiva per la nostra redazione, è intervenuto ai nostri microfoni Lucas Castroman, in biancoceleste dalla stagione 2000-01 a quella 2002-03. Con la maglia della Lazio in Serie A ha totalizzato 37 presenze condite da 4 gol, uno dei quali, quello al derby, ricordato ancora oggi.

L’emergenza Coronavirus è ormai una realtà in tutto il mondo. Come state vivendo questa situazione in Argentina? Che tipo di misure avete adottato?

«Devo dire che qui, nonostante tutto, la situazione sembra più calma. Abbiamo appreso molto dagli errori degli altri paesi, come molte nazioni europee, dove si è perso troppo tempo prima di adottare misure adeguate all’emergenza che stiamo vivendo. Qui in Argentina siamo a conoscenza del fatto che, dal momento in cui non si ha ancora un vaccino, dobbiamo restare a casa e fare la nostra parte, in modo tale da rendere la situazione meno critica possibile. In questi giorni ci stiamo preparando a quello che sarà il picco di contagi, ma il fatto che il virus sia arrivato da noi con due settimane di ritardo rispetto all’Italia ci ha permesso di organizzarci nel miglior modo possibile».

Il gol del 2-2 contro la Roma nel 2001, all’ultimo minuto, è ancora oggi nella mente di tutti i tifosi laziali che, da quel giorno, non hanno mai smesso di amarti. Come hai vissuto nei giorni successivi quel momento?

«Quel gol è stato l’apice della mia carriera in biancoceleste, ricordo ancora l’emozione e la gioia che ho provato in quell’istante. Ho ancora impresso nella mente l’amore che la gente mi ha dato dentro e fuori dal campo, mi sono sentito a casa. Lì ho capito quanto le persone tengano al calcio in Italia ed in particolare a Roma».

Con l’arrivo di Mancini le cose si complicarono. Com’era il tuo rapporto con lui?

«Sinceramente, adesso non me la sento di ricordare quei momenti. È meglio non parlare di Mancini, non è ancora il momento giusto».

I tifosi biancocelesti ti ricordano ancora con affetto e stima. Qual è invece il tuo legame con la Lazio?

«Sarò grato a vita alla Lazio. Ho trovato una splendida società, dei tifosi incredibili che, ogni qual volta torno a Roma, mi dimostrano il loro affetto, facendomi emozionare. Oltretutto, molti addetti ai lavori della società attuale c’erano anche nelle mie stagioni in biancoceleste».

Dopo il tuo ritiro dal calcio giocato, sei tornato a svolgere la vita di prima. Ti vedi ancora in quel mondo in futuro?

«Attualmente non mi vedo di nuovo nel mondo del calcio, ma in futuro chissà. Certo, non nascondo che se dovessi tornare, vorrei farlo come presidente del Vélez. Non si può mai sapere cosa riservi il futuro».

Chiosa finale sulla tua nazionale, l’Argentina: Come vedi la squadra, attualmente allenata da Lionel Scaloni? Pensi sia pronta per tornare ad essere protagonista?

«L’Argentina è ancora competitiva come un tempo, è normale poi che noi tifosi vorremmo vederla vincere sempre. Per quanto riguarda Scaloni, ho piena fiducia nelle sue qualità e mi auguro possa andare tutto per il meglio».

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