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Europa League, come cambia il format rispetto al passato?

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Proprio come la Champions League, sua “sorella maggiore”, anche l’Uefa Europa League si prepara ad un importante cambiamento che entrerà in vigore a partire dalla stagione 2024-2025. Il processo di riforma delle coppe internazionali voluto dall’organo che governa il calcio europeo interessa infatti anche quella che fino alla stagione 2008-2009 era conosciuta come Coppa Uefa (dal 2009-2010 ha adottato l’attuale denominazione e il format in vigore fino all’edizione 2023-2024). 

Analogamente alla prima competizione per club europei per importanza, anche l’Europa League vedrà la soppressione dei gironi in favore di un unico girone in cui tutte le squadre giocheranno 8 partite (4 in casa, 4 in trasferta) contro 4 avversari (2 per ciascuna fascia di ranking) determinati da un sorteggio. Si riduce il numero di squadre che passa da 48 a 36, mentre resta invariata la fase a eliminazione diretta che partirà come di consueto dagli ottavi di finale. Si tratta di cambiamenti che stravolgono il torneo, così com’era conosciuto fino alla conclusione della scorsa stagione, assecondando un trend di rinnovamento che servirà a creare ancora più interesse per il torneo, a un livello tecnico più alto e maggiori ricavi per i club.

Anche il settore delle scommesse subirà delle ripercussioni?

L’impatto del nuovo format dell’Europa League diverrà presto noto a tutti, ma è chiaro come gli esperti di betting abbiano avuto a disposizione mesi per analizzare tale materia, e quindi individuare in che modo i flussi di scommesse potrebbero essere condizionati dal nuovo regolamento. In tal senso, nell’elenco dei nuovi siti scommesse proposto da Scommesse.io, interessante sito di comparazione betting, verranno probabilmente sviluppate diverse quote “antepost” su esiti mai considerati finora. Inoltre, aumenterà il numero di partite e contestualmente l’opportunità di effettuare delle scommesse sul torneo.

Perché è cambiato il format dell’Europa League?

Dietro lo stravolgimento di questa competizione di cui l’Atalanta è campione in carica e alla cui prossima edizione parteciperanno Roma e Lazio sono obiettivi di natura prevalentemente economica. La Uefa, infatti, anche per contrastare iniziative concorrenziali come ad esempio la Super League il cui principale obiettivo era garantire maggiori introiti per le società partecipanti, punta ad ottimizzare le risorse e i costi, concentrando le partite con le squadre più blasonate e potenzialmente più attrattive per sponsor e broadcaster, aumentando i ricavi attraverso maggiori diritti televisivi e sponsorizzazioni generate da un maggior numero di partite e da un’audience globale più vasta. Attraverso questa riforma delle coppe europee, la Uefa del presidente Aleksander Ceferin punta inoltre ad aumentare la competitività del torneo, dando un maggiore spazio alle squadre provenienti dai campionati minori, garantendo allo stesso tempo sfide di alto livello fin dalle prime fasi della competizione.

Cosa cambia per le squadre, i giocatori e i tifosi

Le modifiche al format dell’Europa League avranno un impatto significativo sulle squadre partecipanti, con un aumento delle opportunità per le formazioni provenienti da federazioni minori che potrebbe comportare una ridefinizione dei rapporti di forza all’interno del calcio europeo. Le squadre più blasonate potrebbero vedere il loro dominio diluito, mentre quelle meno forti avranno maggiori chance di giocarsi un ruolo da protagoniste e acquisire esperienza in campo europeo.

Essendoci un numero maggiore di partite da disputare per le squadre diventerà cruciale la gestione del calendario e dei carichi di lavoro. I calciatori dovranno affrontare un maggior numero di partite ravvicinate e questo potrebbe comportare un conseguente aumento del rischio di infortuni, favorendo le squadre che hanno una rosa più profonda. Queste dinamiche accresceranno inevitabilmente l’importanza del lavoro di recupero e della gestione della forma degli atleti.

Per i tifosi delle squadre partecipanti crescerà il numero di occasioni in cui vedere la propria squadra sfidarsi contro altri club europei, godendo di un’esperienza più ricca di contenuti. Dall’altra parte non si può escludere che riduzione del numero di squadre partecipanti e il nuovo format, radicalmente diverso da quello adottato finora, potrebbero anche incontrare le resistenze dei più tradizionalisti.

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