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Fabiani: «La stagione è stata particolare, l’addio di Sarri ci ha spiazzati. Mancano due partite e…»

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Fabiani: «La stagione è stata particolare, l’addio di Sarri ci ha spiazzati. Mancano due partite e…». Le parole del Ds

Intervenuto ai microfoni di Radiosei, il direttore sportivo della LazioAngelo Fabiani, ha toccato diversi temi: dalla stagione, alla situazione di Luis Alberto. Di seguito le sue parole. 

PAROLE– «Questo è un momento particolare, mancano due partite e dobbiamo cercare di fare il massimo. Prendere ancora punti significa fare qualcosa di importante per il futuro, in vista anche per il futuro. Non saranno due partite facili: l’Inter festeggerà lo Scudetto, il Sassuolo è in bilico , quindi a un certo punto della stagione le partite si equilibrano, chi ha più birra nelle gambe avrà la meglio e il singolo episodio fa la differenza. La stagione è stata particolare, non vogliamo prendere in giro nessuno, siamo partito con il piede sbagliato e recuperare dei punti non è facile. Siamo riusciti, però, a tenere botta ».

DIMISSIONI DI SARRI– «L’addio di Sarri ci ha spiazzati, Maurizio è una persona straordinaria e ha avuto problemi familiari, quando certe cose ti toccano da vicino fare il proprio lavoro non è facile. Lui con grande rispetto per la Lazio e grande umanità mi ha detto che non avrebbe potuto dare tutto quello che volevano. Lo ringrazio perché non so in quanti lo avrebbero fatto, facendo un passo indietro e rinunciando a un anno di stipendio. Lotito ha voluto comunque onorare il contratto fino a fine stagione ».

LUIS ALBERTO– «La situazione è molto semplice. Io sono un uomo del popolo, vengo dalla strada, non amo le luci della ribalta e fare salotti o prendere in giro nessuno. Quando Lotito mi ha comunicato di occuparmi anche della Prima Squadra ad agosto ho detto al presidente che doveva essere chiara una cosa: quello di istituire un metodo. La Lazio si deve riprendere la sua centralità, non ci dev’essere spazio per personalismi, egocentrismi e quant’altro. Luis Alberto è un giocatore importante, ha un contratto con la Lazio, ho sempre detto che a fine campionato avremmo preso in considerazione le eventuali richieste e la società penserà al meglio della società, non del singolo calciatore. Noi siamo al servizio della società e della gente, dei tifosi, personalmente non tollero chi prova a soggiogare le persone che girano intorno a una squadra di calcio. Lui ha espresso la sua volontà, la prenderemo in considerazione e se non lede alla società accetteremo, altrimenti prenderemo al vaglio le altre ipotesi. Questo vale per tutti ».

SETTORE GIOVANILE– «Fammi fare una premessa: a me non piace fare comparazioni con il passato, ognuno di noi ha il suo metodo. Chi mi ha preceduto ha fatto un buon lavoro, la differenza sta nella metodologia. Non amo criticare nessuno. Quando mi chiamò Lotito per dirmi di occuparmi del settore giovanile e della Women io sono entrato in punta di piedi, prima le cose vanno studiate. Nelle prime giornate del campionato Primavera si erano accumulati molti punti di distanza dalla prima. Mi resi conto che ognuno si curava il proprio orticello, capita questa mentalità ho mandato la Primavera lontana da Formello e gli ho fatto capire cosa significa lottare per la maglia della Lazio, erano loro che dovevano mettersi al servizio della Lazio, non il contrario. Le cose sono cambiate dalla domenica seguente, oggi la stessa squadra è ai playoff di campionato Primavera 1. Di questo ne ha beneficiato tutto il settore giovanili, così come la Women. Io era a Ravenna per un appuntamento importante. Deve passare un messaggio: la società dev’essere presente ogni dove. Come può entrare un bambino nel mondo Lazio? Quest’anno abbiamo fatto 350 provini tra la Borghesiana, Formello e il Green. Purtroppo negli ultimi anni sono emerse delle norme che penalizzano le società, dilettantistiche e professionistiche. Oggi se una società cresce un ragazzo fino ai 14 anni e poi  può decidere svincolarsi senza che si possa fare nulla, è venuto meno il concetto tecnico d’autorità. Spesso i ragazzi si fanno influenzare dal mondo dei procuratori che gli fanno credere grandi cose. E’ anche vero, però, che ci sono molti ragazzi interessanti che si sono istituzionalizzati con la maglia della Lazio. Noi ci stiamo attrezzando in maniera diversa, abbiamo costruito dei campi, una foresteria e un albergo vicino a Formello proprio per il settore giovanile. Entro un anno i campi saranno operativi, tutto il settore giovanile avrà una casa a disposizione per lavorare a Formello. Ogni anno facciamo dei raduni in vari campi della Capitale ».

CLUB– «Per quanto riguarda la comunicazione stiamo ultimando gli studi a Formello, a fine anno ci sarà una novità in merito a un addetto stampa che credo verrà dal mondo del calcio. Inutile prendere qualcuno che si è occupato politica aziendale. Sulle altre figure… io sono 30 anni che faccio questo mestiere. Più una struttura è snella, più è funzionale, più figure ci sono più c’è il rischio di accavallarsi. Un direttore sportivo si è dovuto reinventare non solo da un punto di vista della governance della società. Io lavoro tutto il giorno a Formello per avere tutto sotto controllo. La Lazio ha ottimi collaboratori che hanno capito che il loro ruolo è di predisposizione verso la società. Per mettere dentro figure personali, bisogna anche capire se il carattere è funzionale. Tutto concentrato su di me? Non è vero, c’è un allenatore che si occupa della parte tecnica e molte altre persone. Abbiamo un segretario importante come Calveri. Davanti ai microfoni ci sono andato anche io, come dopo la partita giocata a Torino contro la Juventus. Da questo punto di vista ho l’esperienza per gestire situazioni complicate. Se ognuno fa il suo non c’è bisogno di altri figure, poi se dobbiamo farlo per accontentare chissà chi… la Lazio si sa difendere da sola, io non permetterò mai che nessuno possa prendere in giro i sentimenti della società ».

ERRORI ARBITRALI– «Quest’anno ci sono stati degli episodi che ci hanno penalizzato, altri favoriti. Monza? Una società come la Lazio non si può ridurre a lamentarsi di un episodio arbitrale quando prendi un gol come quello al 92’. Dobbiamo essere obiettivi e assumerci le responsabilità, dare alibi è un calciatore. Nell’arco di un anno situazioni arbitrali come contro il Milan succedono a tutti. Dire che siamo stati penalizzati è un’inesattezza. Se mancano dei punti in classifica è colpa della Lazio, non per gli errori arbitrali. Per vincere contro la Salernitana non penso che sia necessario l’episodio a favore. Non me la sento di dire che ci mancano punti in classifica per gli arbitri ».

TUDOR – «Sono in rapporti ottimi con Tudor, così come con tutti i tecnici nella mia carriera. È stata una scelta condivisa con il presidente, seguito anche quando era al Verona. Quando si fa scouting si seguono anche i calciatori. La tegola di Maurizio non ci consentiva di non prendere un allenatore con un contratto pluriennale. Oggi in vista del futuro si va verso scelte differenti in vista del mercato con profili differenti. Sento dire che Tudor a fine anno potrebbe andar via. Lui ha un altro anno di contratto e con lui progetteremo il futuro. Aggiungo che i cicli si aprono e chiudono, quello precedente si è chiuso con Sarri, ora se ne sta aprendo un altro con giovani calciatori che hanno esperienze internazionali e nel mio calcio non è ammesso prendere giocatori Over-30, a meno di grandi occasioni. Vogliamo costruire una squadra di ragazzi giovani, importanti e che possano dare un futuro alla Lazio. Io prendo come modello il Feyenoord, ma guardate anche il Leverkusen. La Lazio deve fare esattamente questo».

SCOUTING – «Dopo 25/30 anni di questo mestiere sono maturate delle conoscenze. Prendiamo ad esempio Mandas, me lo segnala Delli Santi, un mio collaboratore che sta in Grecia. Ora sta dimostrando di essere un buon profilo. Lui era già ben scoperto quando l’abbiamo preso. Per quanto riguarda l’area scouting abbiamo visionato e relazionato 3.500 calciatori, ci lavorano 4/5 persone che sono dei database. Ora stiamo però lavorando su altri profili dopo l’arrivo di Tudor. Da qui a prenderli cambia molto, ognuno ormai fa società a sé».

KAMADA – «Il destino di Kamada nelle sue mani. Quello che a me risulta è che allo stato attuale è ben felice di restare, da quello che mi dice il suo agente resta al 100%».

IMMOBILE – «Ha un contratto della Lazio di altri due anni, è il capitano, la vita della punta ha alti e bassi, ma discuterlo mi sembra insensato».

GUENDOUZI – «È di proprietà della Lazio. Una cena con Tudor? Lo avranno già fatto loro. Non ce n’è stato bisogno. Guendouzi come altri giocatori si lamentano sempre quando escono dal campo. Lui è un purosangue, a Marsiglia ha fatto delle manifestazioni, ma poi finiscono lì. Prima di prendere Tudor, secondo voi, non ci siamo interessati della situazione con Guendouzi?».

FELIPE ANDERSON – «Se ci dovevano muovere prima? Lo abbiamo fatto spesso. Lui è un uomo di chiesa, di valori, legato alle origini. Gli è nata questa bambina e vuole farla crescere in Brasile. Ha rinunciato a molti soldi per andare, gli fa grande onore».

ROVELLA – «Se ne sentirà parlare in futuro, secondo me andrà in Nazionale. Ha avuto questo problema con la pubalgia che non è prevedibile. Ci sono stati tempi lunghi per recuperare, poi tornare in campo quando le cose vanno bene costringe a mettersi in fila. Lui percorrere 14 km a partita, mentre la media europea è di 12».

PROVEDEL E MANDAS – «La strategia è molto semplice, Provedel è il numero uno indiscusso. Su Mandas abbiamo investito in quanto giovane. Noi vogliamo due portiere affidabili perché situazioni come quelle di quest’anno si possono ripetere. Il prossimo anno resteranno entrambi, poi il mercato è imprevedibile».

CASTELLANOS – «Mi aspettavo quello che ha fatto e non è poco. Le punte vanno viste aldilà dei gol. Non è facile per nessuno mettersi dietro giocatori come Immobile, un’icona. Quando è stato chiamato a svolgere il proprio lavoro lo ha fatto alla grande. Il primo anno poi è complicato, bisogna dare tempo a questi ragazzi. Isaksen? Il discorso è lo stesso del Taty. Lui è venuto e ha fatto delle partite importanti, ottenendo la convocazione in Nazionale».

GRANDE ACQUISTO – «Io non voglio illudere nessuno. Se si presenterà una circostanza del genere non ce la faremo sfuggire, non siamo idioti. Se c’è un giocatore importante, di nome, anche se quello conta meno della grinta e della passione che si mettono, non ce lo faremo sfuggire. Lotito in mezzo nelle scelte di mercato? Sfatiamo questo mito, io sono dieci anni che lavoro con lui e non si è mai intromesso. È troppo facile dar la colpa a lui, la responsabilità al 90% e del direttore sportivo e di chi lavora nella sua società».

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