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Fabio Argentini: «Storia della Lazio? Vi racconto tre aneddoti. Quest’anno la squadra è una famiglia» – ESCLUSIVA
Intervenuto ai microfoni di Lazionews24, il giornalista e tifoso laziale Fabio Argentini ha parlato del suo libro sui 120 anni e non solo
Il noto giornalista e tifoso laziale Fabio Argentini, si è raccontato ai nostri microfoni, parlando del suo libro in onore dei 120 anni della Lazio, e raccontando aneddoti importanti sui primi anni di storia del club capitolino. Successivamente, ha espresso un commento sulla ripresa del campionato e sulla stagione meravigliosa che la Lazio, prima dello stop, stava disputando.
In occasione del 120° compleanno della Lazio, è uscito il tuo libro ‘120 S.S. Lazio. La storia’. Ci sono aneddoti che vuoi raccontare? Quanto è stato difficile da realizzare?
«In occasione dei 120 anni della Lazio, in accordo con la società ed il settore marketing, abbiamo deciso di realizzare questo libro. Luca Aleandri è il coautore. Libro, voluto dalla S.S. Lazio, che ha messo insieme tante realtà. La Lazio generale con il Presidente Buccioni, il vicepresidente Federico Eichberg e il Segretario Angelo Franzé; il Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento con il suo Presidente Pasquale Trane. Hanno collaborato i più importanti archivi come quello del Corriere dello Sport, del Guerin Sportivo, di Getty Images e tanti altri. Edito da GoalBook. . Finalmente siamo riusciti a dare una posizione alla famosa panchina dove nacque la Lazio in Piazza della Libertà. Questa panchina è raccontata anche da un giovane atleta che navigava sul fiume nei primi anni del ‘900, che fu contattato dai fondatori della Lazio. Questo atleta, chiamato Vincenzo Spositi, oltre al racconto dell’episodio, ha anche lasciato un disegno della storica panchina, rendendo così possibile una mappatura precisa. Siamo riusciti, inoltre, a trovare la posizione esatta del primo campo di Piazza d’Armi, il famoso campo dove giocò la Lazio dal 1901 in poi. L’ultimo aneddoto, invece, è quello riguardante il corpo dei boy scout: il primo nucleo in Italia fu composto dai giovani della Lazio. Più avanti nel tempo, il corpo ha ospitato personaggi illustri, tra cui anche Re Umberto II di Savoia, l’ultimo Re d’Italia».
Nelle ultime settimane, lo ‘scontro’ tra il Governo e la Lega Calcio ha monopolizzato l’attenzione dei mondo calcistico: che idea ti sei fatto a riguardo? Credi la stagione possa riprendere?
«Credo che il calcio, in particolar modo la Serie A, abbia l’autonomia necessaria per poter riprendere il campionato e portarlo a termine in assoluta sicurezza. Ora come ora credo ci siano buone possibilità che si possa ripartire, nonostante ci siano molti che spingono per lo stop definitivo. Dovranno essere monitorati i dati dei prossimi giorni, certamente però l’ultima parola spetta alle autorità sanitarie. Personalmente, mettendo chiaramente al primo posto la salute, mi auguro che la stagione possa riprendere».
Come valuti la stagione della Lazio fino allo stop forzato a causa del coronavirus? Credi che, in caso di ripresa, possa essere la favorita per la vittoria finale?
«Sullo scudetto, da tifoso, ti dico ‘No comment’, non darò mai una risposta. La stagione, dalla partita con l’Atalanta in poi, è stata straordinaria, con una Lazio al top sia a livello atletico che a livello mentale. È una squadra che non si arrende mai, che lotta su ogni pallone fino all’ultimo minuto. Se pensiamo alla rosa a disposizione, la stagione è stata straordinaria fino allo stop, che ha fatto della tattica e dell’ardore agonistico le sue armi. La squadra ha offerto un bellissimo gioco, tra l’altro con prestazioni nei singoli incredibili. Ma soprattutto, quest’anno la Lazio è stata una famiglia, e questo è merito di Simone Inzaghi: vedo giocatori meno utilizzati alzarsi dalla panchina e festeggiare un gol come se fosse personale, li vedo abbracciarsi, ridere e scherzare».
Racconto di Vincenzo Spositi sull’incontro con Arturo Balestrieri.