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Farris: «La Champions sarebbe un grande traguardo, continuiamo a lavorare sodo»
Le parole del vice allenatore della Lazio Massimiliano Farris
E’ intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio il vice di Simone Inzaghi Massimiliano Farris e ha fatto una panoramica generale sui tanti impegni che attendono la Lazio in questo nuovo anno e sugli obiettivi futuri. «Siamo partiti dal silenzio di Norcia e siamo arrivati ai 45 mila spettatori di Lazio-Crotone: devo dire la verità, la differenza si vede quando lo stadio ci spinge, quando il calore della tua gente viene ritrovato. Il calcio vive di questo, vive di calciatori che si emozionano e delle emozioni dei nostri appassionati; si è ricreato il giusto mix tra la piazza e la squadra: esser ripagati con questo calore ci rende molto soddisfatti del nostro lavoro. Lo scorso anno ci siamo ritrovati a guidare la squadra dall’inizio della stagione, abbiamo lavorato a testa bassa e le fortune di questo gruppo nascono da questo: dalla nostra incoscienza e dalla nostra sana follia sono scaturiti tanti risultati importanti. Se Bielsa fosse arrivato alla Lazio? Io e Simone saremmo andati alla Salernitana, ma forse, al termine di una buona stagione in terra campana, saremmo tornati in biancoceleste riuscendo, comunque a vincere la Supercoppa».
L’INCONTRO CON INZAGHI – «Il mio primo incontro con Inzaghi? Ero solito seguire le finali della Primavera, andai a vedere la Primavera biancoceleste di Simone vincere il derby nonostante un’inferiorità numerica ed un amico che avevamo in comune ci presentò; in questo modo guardammo insieme l’altra semifinale Torino-Fiorentina. Lui già mi conosceva perché avevo già affrontato in Serie B il fratello Filippo, parlammo di calcio durante la serata e, dopo 15 giorni, mi chiamò per propormi una collaborazione: ci siamo incontrati e successivamente abbiamo capito che eravamo due persone complementari. Lui a volte è irruento, io più riflessivo; quando sono io a ragionare meno, è lui ad emerge con la sua esperienza da calciatore e da grande conoscitore di questo sport. Inzaghi ha dimostrato d’avere grandi capacità di gestione in uno spogliatoio ricco di grandi campioni: l’ex attaccante, ad esempio, ha rigenerato Klose nel momento in cui il tedesco avrebbe potuto staccare la spina. Tanti, infatti, si auspicarono un rinnovo in extremis del centravanti teutonico. Inzaghi, inoltre, ha risollevato Keita portando quest’ultimo a stabilire il record personale di gol, e portando, infine, dalla cessione del senegalese il miglior introito possibile per la Società. Simone sa gestire i calciatori, è un gran conoscitore di calcio ed ha trasmesso l’ossessione di studiare le partite e gli avversari, come colpirli e come proteggerci. Il nostro è un gruppo di lavoro ben consolidato, al quale si è aggiunto anche Mario Cecchi».
IMMOBILE – «Dopo aver ottenuto grandi risultati in Italia, Immobile non si è trovato bene all’estero, nonostante abbia fatto intravedere le sue qualità, Inzaghi si è impuntato ed è riuscito ad ottenere grazie al lavoro della Società questo attaccante: il numero 17 ha ripagato la fiducia di tutti nel miglior modo possibile».
LEIVA – «Leiva è un calciatore pazzesco; senza conoscerlo, pensavo che 10 anni di militanza nel Liverpool potevano esser stati conseguiti solo da un grande campione. Il centrocampista brasiliano ci ha spiegato che, nell’ultima parte della stagione, ha aiutato molto Klopp; aveva stretto un accordo con il tecnico tedesco: quest’ultimo, che fu aiutato da Lucas nei primi sei mesi, non impedì la cessione del brasiliano nella sessione di mercato seguente. Leiva ha trovato una splendida città come Roma, è un leader per lo spogliatoio ed è un piacere lavorare con lui: ci fa innamorare del nostro lavoro, ha vinto subito una coppa da protagonista con noi ed è un calciatore a cui è difficile rinunciare».
DE VRIJ – «Stefan de Vrij è un perfezionista, non smetterà mai di migliorarsi. La sua qualità migliore è la lettura del gioco; sa un secondo prima degli altri dove andrà la sfera, è un ragazzo eccezionale ed un professionista esemplare».
SUGLI ALTRI – «Ci sarebbe da parlare di ogni singolo, come ad esempio di Radu, Luis Alberto e Lulic. Questo farebbe capire a tutti perché la Lazio sta marciando così bene in questa stagione. Il difensore centrale è chiamato sempre a guardare le spalle ai propri compagni, deve essere sempre attento. Anche una prestazione perfetta può esser condizionata da un errore nel finale, come ad esempio è accaduto a Wallace a Ferrara: il numero 13 aveva svolto un’ottima prestazione, ma ha commesso un errore in fase di disimpegno causata dal nostro diktat di giocare sempre il pallone».
TATTICA – «Alcuni nostri calciatori hanno imparato tanta tattica in Italia, ed ora all’estero ammettono d’aver ricevuto un’importante lezione: ciò dimostra che il nostro campionato è molto competitivo. Siamo stati i primi ad utilizzare questo 3-5-2 da quando lo ha lasciato la Juventus, lo abbiamo sperimentato e lo abbiamo trovato il migliore per gli interpreti di cui disponiamo. Nella nostra rosa abbiamo calciatori ideali per questo modulo ed alcuni singoli si sono esaltati come Radu, che non sta sbagliando un pallone, Luis Alberto, Milinkovic, Parolo ed ogni calciatore che prende parte a questo sistema tattico. Tutti sono importanti e funzionali per il nostro gioco».
SUL CAMPIONATO – «Nel calcio si può fare tutto, ma c’è bisogno sempre di equilibrio. D’ora in poi ci attendono tante partite ed avremo bisogno di tutti e di calciatori freschi, dovremo dosare le forze per prendere le scelte giuste nelle gare più indicate e capire quale giocatore sarà più indicato per ogni sfida. Caceres ha una grande esperienza e porterà della vivacità in uno spogliatoio già molto unito, ci darà sicuramente una mano; abbiamo avuto un buco nella prima parte della stagione in quel ruolo utilizzando allo stremo calciatori come Bastos e Wallace; l’uruguaiano ci darà qualcosa in più, ciò che ci è mancato nella prima parte della stagione. Luiz Felipe? Deve studiare dai compagni, può diventare un difensore molto importante; è cresciuto molto, ha sempre svolto quel che gli abbiamo chiesto».
OBIETTIVI – «Quando si gioca un trofeo è sempre qualcosa di importante, lo abbiamo visto sperimentato nella passata stagione riuscendo a centrare due finali. La Champions League sarebbe un grande traguardo, ma vogliamo comunque lottare in Europa League e per i vertici del nostro campionato. Inzaghi è un martello su questo e ci ha insegnato ad esser sempre concentrati sulle coppe: lo scorso anno ci diceva di non trascurare la TIM Cup, e grazie a questo atteggiamento siamo riusciti a vincere un trofeo. Abbiamo cercato il giusto mix in questa Coppa Italia ed ora abbiamo centrato la semifinale, un turno che ci potrebbe portare ad una nuova finale».
FUTURO – «Abbiamo sfatato la legge del secondo anno, quella dello Stadium, quella della Supercoppa e speriamo di sfatare anche nuovi tabù. In questo momento ci rendiamo conto che stiamo costruendo qualcosa di importante, vogliamo vivere il nostro futuro senza paura sperando di creare una tendenza nel calcio italiano».