Campionato
Federico Moccia: «Lazio, ora non siamo più opachi e passivi; Baroni? Di lui mi piace questo…»
Le parole di Federico Moccia, autore e tifoso della Lazio, sull’avvio di stagione dei biancocelesti e sugli obiettivi stagionali
Federico Moccia, autore, regista e soprattutto grande tifoso della Lazio, ha parlato a RadioSei dei biancocelesti: dal tecnico alle individualità e poi sugli obiettivi di stagione. Di seguito le sue parole.
BARONI – «A inizio campionato dissi che avrei voluto dargli tempo perché non mi piaceva la critica preconcettuale. Non mi piaceva perché non aveva mai potuto allenare una squadra importante come la Lazio. Mi piace molto lo spirito, l’armonia e l’equilibrio. Nessuna primadonna».
DIA, TAVARES E CASTELLANOS – «Dia credo abbia ancora bisogno di tempo per trovare la sua collocazione, Tavares è quella marcia in più che caratterizza il nostro gioco, profondità. Taveres è un motore in più per una bella Lazio. Mi piace il suo modo di concepire il gioco, poco falloso. Tra i vecchi Castellanos ha trovato un suo spazio, maggiore libertà e si sente più considerato. L’argentino gioca con la squadra, la squadra è caratterizzata da come i giocatori si trovano tra loro. Parliamo di altruismo, non fa il solista anche se ne avrebbe le qualità».
PEDRO – «Ringrazio i romanisti per questo regalo. Quattro figli e che a 37 anni gioca come un ragazzino».
FLAMINIO – «Da piccolo andai a vedere alcune partite lì, sarebbe l’ideale per la Lazio. Serve un lavoro fatto bene, la Lazio ci guadagnerebbe e anche la città».
OBIETTIVI – «Vediamo cosa accadrà con le big, al momento con le piccole non abbiamo avuto sorprese. Continuare come ora sarebbe perfetto, l’importante restano le prestazioni. La Lazio non è più passiva e opaca come lo scorso anno, questa Lazio è una squadra ottimistica, mi piace l’energia che vedo nei loro giocatori. Tutti ci mettono la gamba, non puoi avere paura, deve avere certezze che nascono dalla tua consapevolezza. Spalletti? Deluso dalla sue scelte, soprattutto Zaccagni sarebbe stato utile perché lo vedo determinato».