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Felipe Anderson scalpita: «Un sogno disputare le Olimpiadi, ma il mio obiettivo è far bene alla Lazio..»

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E’ un momento magico quello che sta vivendo in questi giorni Felipe Anderson. La chiamata della nazionale verdeoro per le Olimpiadi di Rio, rappresenta il massimo a cui un calciatore possa aspirare ma purtroppo il suo sorriso non può ancora essere a trentadue denti, visto che è ancora in attesa di conoscere il parere di Bielsa che intanto lo ha convocato per il ritiro di Auronzo. E intanto, mentre vive questi giorni in trepidante attesa e con il fiato sospeso, ha affrontato vari argomenti in un’intervista sul portale brasiliano vavel; dal suo passato, al prossimo futuro, sino ad arrivare a parlare ovviamente di Lazio e Nazionale. Il volano della sua carriera è stato senza dubbio il Santos, dove ha debuttato quando aveva appena 17 anni: « Al Santos ho bruciato le tappe. Stavo facendo delle ottime cose e così hanno deciso di farmi subito esordire in prima squadra. Per fortuna, tutto è andato per il verso giusto e da lì è cominciata la mia carriera.. ». In bianconero, l’esterno brasiliano ha avuto un maestro severo come Muricy il quale con i suoi continui rimproveri gli metteva addosso grandi responsabilità ed una forte pressione: « E’ vero e probabilmente sarebbe stato meglio ricevere un altro trattamento in quel periodo perché ero giovane ed avevo bisogno di tempo ma nonostante ciò non posso rimproverarlo perché evidentemente aveva intravisto in me delle potenzialità». In quel periodo, c’è però un ricordo assolutamente non positivo; il disastroso sudamericano under 20 disputato dal Brasile nel 2013, culminato con una cocente sconfitta: «Personalmente ho imparato molto da quella esperienza. C’era molta frustrazione dopo quella pesante sconfitta ma quella lezione mi ha aiutato a maturare molto». All’arrivo nel Belpaese, il numero sette biancoceleste cominciò ad essere schierato nel ruolo di trequartista e dopo un periodo di adattamento in quel nuovo ruolo, ha cominciato a mettere in mostra tutte le sue doti: « In Brasile, sin dai tempi del Santos, mi hanno sempre considerato un centrocampista. Poi alcuni allenatori, già ai tempi del Santos, hanno incominciato ad impiegarmi in questo nuovo ruolo che ho rivestito successivamente alla Lazio. Mi sento molto a mio agio in questa posizione e devo ringraziare molto Pioli che mi ha dato la possibilità di agire liberamente dietro le punte, permettendomi di sprigionare tutto il mio estro». E’ giunta l’ora di parlare di Nazionale. Pronto per affrontare questa nuova esperienza? Dalle sue parole, pare proprio di si anche se l’esterno carioca mostra di avere anche la Lazio nei suoi pensieri: « Sogno di regalare un’oro al mio Paese e sto lavorando sodo per raggiungere il sogno di ogni calciatore ovvero quello di arrivare a giocare nella Nazionale maggiore ma il mio obiettivo principale, al momento, è quello di far bene alla Lazio perché soltanto in questo modo potrò ottenere ciò che voglio». Un passaggio anche sul suo rapporto con il presidente Lotito ed il suo grande amico Keita: «Voglio molto bene al presidente. Tra noi c’e’ grande stima e lui è felice di vedermi fare bene. Keita è un calciatore favoloso con una carriera radiosa davanti a sé. Gli auguro di avere il doppio della mia fortuna perché se lo merita e sono sicuro che presto arriverà anche il suo momento». Una battuta inevitabile sul suo futuro: « Il mio obiettivo è quello di fare bene alla Lazio, poi per quanto riguarda il futuro, solo Dio sa cosa mi riserverà».

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