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Felipe Anderson e l’addio alla Lazio: «Non è stato troppo doloroso perchè…»
Intervista all’ancora amato Felipe Anderson: il brasiliano ha commentato il match di ieri e l’addio in estate alla Lazio
In questi ultimi anni diversi campioni hanno salutato la Lazio, non tutti però hanno mantenuto un ricordo speciale nel cuore dei tifosi. Ad esempio de Vrij o Candreva, ex in passato tanto amati, adesso rivali in cima alla lista da censura. Non è così invece per Felipe Anderson, sempre vicino ai colori biancocelesti, ancora oggi omaggiato con affetto. Il rispetto è reciproco (clicca QUI per leggere il messaggio di Felipe alla Lazio), lo dimostra l’ultima intervista rilasciata a RadioSei. Tanti i temi affrontati, a partire dalla gara di Coppa Italia vinta ieri contro l’Inter. Ecco le parole del brasiliano: «Sono felice per i miei compagni, una vittoria meritatissima. Io ho vissuto dei bei momenti a San Siro, ricordo ancora la doppietta nel 2014, anche per questo sono contento per loro. Da quel momento ho trovato fiducia nei miei mezzi, anche perché non ero ancora titolare».
IL SALUTO ALLA LAZIO – «La mia ultima partita con la Lazio è stata proprio contro l’Inter: ho fatto un bel gol, ma a fine partita ero triste. A un certo punto, non solo della partita ma anche della stagione, che eravamo a un passo dall’obiettivo che desideravamo tanto. Quest’anno spero che vada a finire meglio per i miei ex compagni. Se la Lazio fosse andata in Champions? Non lo so come sarebbe andata a finire, però era già un po’ che sentivo che non c’era la voglia di restare alla Lazio. Sia da parte mia che da parte della società, è stato un addio tranquillo. Se mi manca Roma? L’amore per la squadra è immutato, sarò sempre un tifoso della Lazio. L’ho sempre detto che la Capitale è un posto che tengo nel cuore e vengo sempre molto volentieri a trovare i miei amici».
DIFFERENZE CON CORREA – «Joaquin è molto bravo, il primo anno è sempre difficile abituarsi. Ma da qui in avanti sono sicuro che farà benissimo. Lui ha più dribbling di me, si muove di più. Chi è più forte tra noi due? Siamo differenti. Lui è uno a tutta fascia. Lo potevo fare, ma era più difficile fare gol. E alla fine guardando le mie statistiche certe volte mi hanno anche criticato. Più avanzato è il posto ideale per me».