2015

Felipe Anderson, vita di un brasiliano a Roma

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La vita di Felipe Anderson è a Roma, qui si sente a casa, come detto da lui stesso; “sono appassionato di cucina italiana, mi diletto…», ha confessato qualche tempo fa. Come riporta il Corriere dello sport, Felipe Anderson di recente è stato immortalato nel cuore di Roma dal quotidiano “globoesporte”, di fronte al Colosseo e in Piazza Navona. Gli piace passeggiare, in città lo fa con il fratello e la sorella, vivono con lui. Ha un amico brasiliano, è Rafael, il portiere del Napoli, spesso si ritrovano nella Capitale. Felipe ha anche un amico tedesco, si chiama Miro Klose, si sfidano a tennis. Frequenta Keita e Perea, non è un tipo chiuso, gli vogliono bene tutti. A cena a volte si riunisce con De Vrij e Pereirinha (con lui scelgono ristoranti portoghesi). Felipe sa anche stare a casa: «Sono un tipo tranquillo», si definisce così. E’ davvero un tipo tranquillo, non s’è fatto contaminare dal divismo, dalla celebrità. Veste in modo semplice, ha un sorriso per tutti. Veste alla moda, seguendo i suoi gusti. Ha un’anima hip hop, la esprime scegliendo abiti in tema. All’inizio della sua avventura alla Lazio ha sofferto la saudade, capita a tanti brasiliani. non aveva mai lasciato la sua vera casa, il suo Paese, gli amici, il padre e la madre. Oggi il papà è in carcere, ma lui non smette mai di pensarlo: «Saremo comunque sempre insieme», ha detto Felipe pochi giorni dopo l’arresto del genitore. Ha sofferto sin da piccolo, è cresciuto presto. Ha affrontato tante difficoltà, le ha sempre superate, è questo uno dei suoi segreti. Felipe ha un carattere timido, ma sa reagire. Oggi si sente un re, non si è soltanto ambientato in città, si è immerso nella vita romana, l’ha assorbita, s’è fatto adottare. I tifosi l’hanno fatto sentire subito a casa, l’hanno aspettato, l’hanno coccolato, l’hanno spinto a crederci nei momenti più difficili, quando non trovava spazio, quando non convinceva e non incideva. Felipe Anderson cerca gloria nel nostro Paese, nel nostro calcio. E’ a caccia della consacrazione, in Brasile s’è fatto conoscere, ma non è stato amato. Felipe veniva fischiato dai tifosi del Santos, si sentiva schiacciato dall’etichetta di nuovo Ganso. Oggi lo seguono, lo ammirano e prima o poi lo accoglieranno nel Brasile di Dunga.

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