2015

FOCUS – Ieri l’Udinese, adesso Roma e Napoli: oggi come allora saranno decisivi gli scontri diretti per centrare la Champions

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I brutti pensieri stanno attanagliando le menti dei tifosi biancocelesti. Il ‘furto’ di domenica sera contro l’Inter ha spedito la Lazio nelle condizioni di non poter più sbagliare: tre partite (quattro compresa la finale con la Juventus) da cui bisognerà tirare fuori il massimo e portare a casa più punti possibili. La Champions League è lì, a portata di mano. I tre punti con i nerazzurri avrebbero lanciato gli uomini di Pioli con un piede e mezzo nella massima competizione europea: l’arbitraggio non all’altezza del sestetto diretto da Massa ha impedito ai biancocelesti questa grande possibilità. Sampdoria, Roma e Napoli: tre partite fondamentali, di cui almeno due scontri diretti. I tifosi della Lazio qualcosa stanno temendo: rivivere beffe come quelle delle stagioni 2010-11 e 2011-12 sarebbero troppo difficili da digerire. In quelle due circostanze fu l’Udinese ad avere la meglio, al foto-finish, sulla squadra di Reja: il primo anno per la differenza reti, il secondo per due miseri punti.

 

ANALOGIE & DIFFERENZE – Qualche analogia con quelle stagioni, a dirla tutta, c’è. A partire dagli infortuni. Decisivi allora come oggi: Klose e Lulic nel 2012 saltarono l’intero girone di ritorno; ancor peggio è andata a Pioli, che ha dovuto fare a meno per diverse partite di giocatori importanti come Gentiletti (per l’intera stagione), de Vrij, Biglia, Candreva, Felipe Anderson e Djordjevic. Quest’anno però la Lazio è più forte, più concreta, più cattiva. Più bella. Ma oggi come allora saranno decisivi gli scontri diretti. All’epoca l’Udinese si trasformò in bestia nera per i biancocelesti, in entrambi i casi al Friuli: prima si impose per 2-1 (decisivo l’errore dal dischetto di Zarate), poi per 2-0 (reti di Di Natale e Pereyra). Stavolta alla Lazio capitano Roma e Napoli. Due scontri diretti importanti, decisivi, fondamentali. Ma prima c’è la Samp: guai a pensare troppo in là. Questa Lazio (e stavolta solo oggi e non come allora), un passo alla volta, è capace di giocarsela con tutti. Ma proprio tutti. Infortuni permettendo…

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