Fondazione Sandri e Regione Lazio: Patto anti-violenza negli stadi - Lazio News 24
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2014

Fondazione Sandri e Regione Lazio: Patto anti-violenza negli stadi

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«Quando sabato ho saputo che c’era un ragazzo in fin di vita per colpi d’arma da fuoco mi si è gelato il sangue: ho rivissuto quello che ha poteva vivere una famiglia in quelle condizioni». Cristiano Sandri è il fratello di Gabriele, il tifoso laziale ucciso nel 2007 da un colpo di pistola sparato da un agente della Stradale in una stazione di servizio in provincia di Arezzo. A distanza di quasi 7 anni da quella tragedia, presiede la fondazione che porta il nome di suo fratello e ieri ha firmato insieme al governatore della Regione Lazio un protocollo contro ogni forma di violenza nello sport. Il suo primo pensiero, però, va a quanto accaduto a Ciro Esposito, il supporter del Napoli ferito gravemente prima della finale di Coppa Italia. Dice la sua sull’eco che ha avuto il fatto e spiega: «L’impressione che ho avuto in questa settimana è di fare una sorta di gara a chi la dicesse più grossa con giri di vite: ma qua a forza di girare si rischia si far saltare il bullone. Più che repressione, il nostro compito è cercare di far arrivare messaggi sani, perché lo sport è antitesi di violenza». Una delle prime iniziative del protocollo firmato ieri sarà “Cresceranno tifosi”, un concorso tra le scuole medie del Lazio in cui ogni classe potrà realizzare uno striscione che contenga un messaggio a sostegno dei valori dello sport sano. Il concorso sarà accompagnato da giornate di discussione nelle scuole sullo sport, sul ruolo del tifoso, sul contrasto alla violenza. «Il segnale che vogliamo lanciare — sottolinea Zingaretti — è quello di evitare di sentirsi tutti solo commentatori. Ognuno faccia il suo lavoro: chi deve reprimere reprima, chi deve vigilare vigili, chi deve giocare giochi. Noi siamo una istituzione e dobbiamo cambiare le cose: prevenire, e capire che la scuola, che è il luogo della formazione della nuova generazione, è fondamentale per restringere gli spazi di violenza che abbiamo visto sabato».

Fonte: La Repubblica

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