2013

Franceschini: “Perea e Anderson valori aggiunti. La Lazio può fare bene”

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Daniele Franceschini, allenatore dei Giovanissimi Nazionali biancocelesti,è intervenuto a Lazio Style Radio, parlando della prima squadra, oltre che dei ragazzi che allena.

“Sono molto soddisfatto, stiamo migliorando. I ragazzi stanno acquistando fiducia, tutto procede per il meglio. La cosa più bella, al di là dell’aspetto tattico e tecnico, è il rapporto che vai a creare con i ragazzi. Si comincia a conoscere il carattere di ognuno di loro, creando un rapporto un po’ più stretto: questo motiva i ragazzi e limiglioraa da unpunto di vista caratteriale oltre che tecnico. Alla tattica non do una grande importanza, a quest’età debbano essere liberi di sbagliare: solo attraverso gli errori possono imparare. Si lavora sui fondamentali, sulla tecninca individuale. Il calcio italiano ha perso colpi per questo rispetto a quello europeo: con l’avvento della zona, ad esempio, i giocatori vengono troppo agevolati. Si gioca in maniera esasperatamente tattica e mai in maniera individuale”.

E poi Franceschini ha commentato il lavoro di Petkovic, molto incentrato sul possesso palla, e l’ultima gara contro la Fiorentina:

“L’allenamento vale la sua parte: rispecchia quello che poi si andrà a fare in partita. La Lazio ha dato una bella risposta, interpretando bene la gara contro la Fiorentina. I giovani alzano il livello dell’allenamento e della competizione, danno entusiasmo. Perea e Anderson sono un valore aggiunto per questa Lazio, che può fare un buon campionato”.

Infine, sulla sua avventura al Chievo che lo lanciò in massima serie nel 2001:

“Mi ritengo fortunato e orgoglioso di aver fatto parte di questa squadra. Quel periodo: è stata la prova di quanto giocatori normali attraverso il lavoro, attraverso la fiducia nel gruppo, possano raggiungere degli obiettivi impensabili. Non conta solo la qualità tecnica, perchè senza il gruppo e senza una crescita anche caratteriale non si vince nulla. Anche l’ambiente esterno ha la sua importanza: l’unione tra la squadra, la società e i tifosi può fare la differenza. E quello del Chievo era un ambiente in cui ti sentivi apprezzato a prescindere”.

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