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Garlaschelli: «Alla Lazio serve un attaccante d’area»
Renzo Garlaschelli, interviene sulle frequenze di ElleRadio e fa una panoramica sul mondo toccando diversi argomenti sul mondo Lazio
Per parlare a 360° del mondo Lazio, è intervenuto sulle frequenze di ElleRadio, all’interno della trasmissione ‘Laziali On Air’, l’ex calciatore biancoceleste, Renzo Garlaschelli: «Inzaghi ha saputo creare un grande gruppo ed ha fatto benissimo, ma c’è da dire che nel calcio è importante soprattutto confermarsi. Sicuramente aver firmato un contratto triennale fa pensare a come il progetto con un tecnico, che comunque è ormai laziale da molto tempo, sia stato pianificato a lungo termine». Biglia, Keita e De Vrij tengono in stand by il mercato: «E’ infatti presto per dare valutazioni sulla rosa, il mercato della Lazio per forza di cose gira intorno a questi tre giocatori e bisognerà vedere quale squadra avrà a disposizione il tecnico il 31 agosto».
KEITA E LA SPALLA DI IMMOBILE – Garlaschelli continua: «Il Papu Gomez potrebbe essere la soluzione ideale. Keita inizialmente in questa stagione è stato utilizzato come carta negli ultimi minuti. Bisognerebbe capire quale potrebbe essere il suo sviluppo in base alle sue pretese: se vuole andare via a tutti i costi, è meglio fare un sacrificio ora piuttosto che vedere certe situazioni ripresentarsi in futuro, senza cercare aggiustamenti temporanei. L’anno scorso il suo inizio d’anno, tra capricci e comportamenti non irreprensibili, era stato difficile, ma nelle ultime otto-nove partite ha avuto un rendimento formidabile. Le motivazioni fanno la differenza, sarà importante tenere in squadra ragazzi che hanno voglia di fare». Sull’attaccante da affiancare a Ciro Immobile: «Alla Lazio manca forse un attaccante capace di sbloccare le partite in un certo modo, al di là dei nomi punterei su un centravanti classico d’area di rigore, con tre competizioni da affrontare a Inzaghi potrebbe far comodo avere soluzioni tattiche diverse a disposizione». La politica della Lazio continua ad essere rivolta verso i giovani: «Io mi auguro e spero di vedere molti giovani in prima squadra, ma la programmazione sarà fondamentale, i ragazzi per sbocciare hanno bisogno di tre-quattro anni. E’ chiaro però che con questa strategia l’anno prossimo non si può arrivare quarti: se si vuole una squadra di giovani cresciuti in biancazzurro, bisogna accettare i tempi lunghi dei programmi a lunga scadenza».