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Gassman: «Non mi sento anti-laziale. Strootman e Lulic comportamenti da evitare»
Intervistato da La Gazzetta dello Sport assieme a Claudio Bisio, con cui ha girato il film “Non c’è più religione”, uscito nelle sale italiane lo scorso 7 dicembre, l’attore romano Alessandro Gassmann ha parlato della sua fede giallorossa e anche della Lazio. Il figlio del celebre Vittorio, è tornato sul derby vinto dalla squadra di Spalletti, dimostrando una buona dose di fair-play: “Su Twitter non ho scritto nulla nemmeno dopo la vittoria nel derby, anche perché non mi sento un anti-laziale: non mi sono particolarmente antipatici”. I sentimenti ‘miti’ nei confronti dei cugini biancocelesti saranno forse dovuti all’interpretazione di Stefano, meccanico di fede laziale in “Gli ultimi saranno gli ultimi”? Non si sa, ciò che è certo è che in quell’occasione fu ‘costretto’ a imparare a memoria la formazione della Lazio di Chinaglia e l’inno biancoceleste.
Infine ancora un pensiero al derby e ai veleni che ha portato con sé. Prima una bacchettata a Strootman: “Quella simulazione a bordocampo non mi è proprio piaciuta. Non è da campioni”, poi una stoccata a Lulic per le dichiarazioni su Rudiger al fischio finale: “Purtroppo il razzismo c’è, ed è molto diffuso. Ma un calciatore dovrebbe essere consapevole del suo ruolo tra i ragazzi, tra i tifosi di tutto il mondo, perché il nostro campionato si vede ovunque. Ha un peso enorme, le stesse società dovrebbero armarli di un bagaglio culturale. A maggior ragione se giocano in Italia, paese straordinario come accoglienza”.