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Paparelli, la lettera di Dotto alla famiglia di Vincenzo
Dotto, dopo le polemiche sollevate per il riferimento alla scomparsa di Paparelli, ha scritto una lettera alla famiglia di Vincenzo
Giancarlo Dotto è finito nell’occhio del ciclone per le sue parole su Paparelli, in un pezzo – scritto per il Corriere dello Sport – totalmente avulso dal fatto. Le polemiche lo hanno travolto, così come le critiche dello stesso direttore del quotidiano, Ivan Zazzaroni. Per le colonne dello stesso giornale, il Dotto ha scritto una lettera:
«Apprendo che la mia replica non è servita a spiegare nè tantomeno a farmi capire. Voglio rivolgermi direttamente alla famiglia Paparelli. Dalla mia sensibilità alla loro sensibilità. Da ciò che mi ferisce a ciò che li ferisce. Augurandomi di poterli un giorno incontrare. […] La mia sensbilità mi impone questo, non mi consente di trattare con me stesso: se una persona o un insieme famigliare cha ha subito una tragedia come la vostra si sente turbato da qualcosa che ho scritto, io m’impongo di prendere atto del turbamento. […] Se definisco “sventurato” Paparelli è perchè lo considero vittima innocente di una brutalità ancora oggi incomprensibile».
«[…] La scrittura deve raccontare la vita, non la deve edulcorare. Il mio pezzo in questione voleva semplicemtne celebrare la bellezza del ritorno allo stadio delel famiglie. Aggiungendo che l’incanto accadeva negli anni ’60 si spezzava “molto prima che…”. Evidenziando che quell’omicidio assurdo uìinaugurò una nuova e pessima antropologia dello stadio. […] se avessi scritto “uccidere” o “assassinare”, un’espressione più neutra voglio dire, sarei stato allora sì omissivo e offensivo nei confronti di Vincenzo. Che ha subito un atto brutale e non merita di essere raccontato con un linguaggio da travetdella tastierae».
«Ribadisco la mia disponibilità a incontrare chiunque di voi, se questo servirà a capirci meglio».