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La giocata del match: Luiz Felipe, il coraggio ti premierà!

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Lazio e Milan decidono la finale ai rigori. Dopo Milinkovic e Leiva, anche Luiz Felipe sbaglia il tiro ma il suo coraggio è quello di un campione

In campo il gelo, sugli spalti il calore dei tifosi. Uno spettacolo maestoso si staglia davanti agli occhi dei giocatori usciti dal tunnel: è la Curva Nord che, insieme ai distinti, regala una cornice da brividi alla sfida. Sciarpe e bandiere colorano gli spalti del tifo più caldo, un tutto esaurito pronto a cantare per novanta minuti… o centoventi. Sul rettangolo verde Lazio e Milan: le due candidate per un posto in finale accanto alla Juventus. La posta in palio è alta, la tensione pure. La voglia di arrivare in fondo, se possibile, anche di più. Sin dalle battute iniziali i biancocelesti si presentano a viso aperto e senza timore, pronti ad andare incontro alla lenta crescita del Milan. La fortuna, il destino o chi per loro però hanno già deciso che le reti devono rimanere bianche fino alla fine del primo tempo. Poi anche del secondo. I supplementari diventano così l’ultimo campo di battaglia per scongiurare i rigori. A cadere su Roma c’è anche una lieve pioggia, il sudore si mischia alle gocce dell’acqua e all’orgoglio che, però, non basta per mettere la parola fine a questa partita che sembra stregata. Adesso si gioca a colpi secchi: a decidere chi ne uscirà vincitrice sarà il dischetto. Strakosha e Donnarumma a dominare la porta.

La pioggerellina ora è sferzante. Immobile mette a segno il primo tiro. Milinkovic invece si lascia beffare da Donnarumma. Fallisce anche Leiva. Parolo, Felipe Anderson e Lulic fanno rifiatare i tifosi. Poi la palla passa al più piccolo dell’undici: Luiz Felipe. La prende in mano, la posiziona, si guarda intorno. Frastornato dal peso di quel tiro, ma coraggioso. La Nord lo incita. La finale è a un passo. Lui lo sa, lo sente. Ma quella palla è sua. Non di qualcuno più esperto. Non di de Vrij. Solo sua. Un respiro grande, la mente concentrata, una lunga rincorsa scandita da piccoli passi… e quella stessa palla lo beffa finendo alta sopra alla traversa. Dal settore ospiti si alza un boato: il Milan è in finale. Un solo tiro a sporcare una prestazione pulita ed elegante. Un solo tiro che pesa così tanto sulle sue spalle, da farlo uscire col volto scuro e il capo abbassato. Un solo tiro che per qualche giorno lo farà sorridere di meno. Ma proprio perchè di un solo tiro si tratta, non sarà questo a macchiare l’intraprendenza di un ragazzo che decide di prendersi una responsabilità così ingombrante e spezzargli l’ambizione di diventare grande tra i grandi. Perchè è vero che «conta er core» ma, a volte, serve anche tanto coraggio e, per questo, Luiz Felipe non può che strappare gli applausi di tutti.

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