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Gol Cutrone, ecco perché il Var non è intervenuto
Una domenica davvero nera per gli addetti alla tecnologia in campo. A farne le spese, ancora una volta la Lazio
Una domenica da dimenticare per i sostenitori della tecnologia in campo: da Milano a Crotone, passando per Torino, ad essere protagonisti sono stati solo gli errori arbitrali. A San Siro sopratutto sono state smascherate le evidenti lacune sui tempi e le modalità di utilizzo del Var. Nella rete di Cutrone, infatti, è stata verificata la posizione di fuorigioco ma non il movimento con cui il ragazzo ha segnato. La mancanza di proteste dei giocatori biancocelesti, inoltre, ha contribuito a non instillare il dubbio e chiedere l’analisi delle immagini. Ma questo non giustifica la classe arbitrale e nel tabellino finale pesa alla Lazio come un macigno.
A spiegare perchè gli addetti alla review non abbiano preso in considerazione quel frame di video è il Corriere dello Sport che sottolinea: «VAR e AVAR hanno controllato in particolare la situazione di fuorigioco, c’era Bonucci che avrebbe potuto essere in out side in partenza o mettere in outside Cutrone se avesse toccato il pallone. Paradossalmente, le “non proteste” – che sono uno degli obiettivi del VAR – non hanno fatto scattare né agli arbitri, né ai due tecnici il sospetto che ci fosse anche altro da andare a rivedere». E sulle immagini del tocco: «Erano arrivate anche quelle – come le altre – ma non erano nella disponibilità immediata di VAR e AVAR. In occasione di ogni gol, di ogni rigore, di ogni gioco violento o scambio di persona, il VAR guarda sul monitor che ha davanti le quattro immagini dalle quattro telecamere “migliori” per capire come si è svolta quella determinata situazione, analizzando anche il “prima”, ovvero che non siano state commesse altre infrazioni prima di quella da analizzare. In aggiunta, può chiedere ai due tecnici di avere altre immagini, altre inquadrature, se da quelle che ha a disposizione di default non riesce a stabilire una verità».