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Gonzalez: «Lazio? Ricordo tanto affetto da parte dei dei tifosi. Klose il più forte con cui ho giocato, ecco perché»

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Gonzalez: «Lazio? Ricordo tanto affetto da parte dei dei tifosi. Klose il più forte con cui ho giocato, ecco perché». Le parole dell’ex

Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Gonzalez è tornato a parlare della Lazio. Di seguito le sue dichiarazioni:

PAROLE – «Mi sono ritirato a dicembre, sto studiando per fare l’allenatore. Quando giocai mi feci male al ginocchio nel 2011 e non feci l’intervento al ginocchio, ma non mi faceva male, per questo in campo ogni tanto me lo sistemavo. Sono riuscito, però, a giocare fino a 38 anni, quindi va bene. 

I ricordi che ho alla Lazio sono tantissimi, sono stato alla grande soprattutto con i tifosi. Quando parlo con loro mi dimostrano sempre grande affetto, per la grinta che davo. Il finale non è stato dei migliori, quello che ho vissuto io è lo stesso che avevo visto con Zarate o altri compagni, quindi non sono rimasto stupito. Non è bello quando accadono certe cose, ti devi allenare in altri orari, cambiare in altri spogliatoi. Io, però, ho sempre dato tutto, poi ci sta che il tecnico faccia altre scelte. I ricordi belli sono comunque di più di quelli brutti. Il 26 maggio è il più bello di tutti, ma anche la semifinale in cui ho fatto gol contro la Juve. Non fu facile guadarmi spazio a centrocampo, c’erano tanti giocatori forti come Brocchi, Ledesma, Mauri. Il primo gol che feci fu importante per dimostrare che c’ero anche io. 

Io e Vecino abbiamo giocato insieme in Nazionale, un grandissimo giocatore. Ha un buon fisico, una buona forma e arriva spesso a rete. Se abbiamo parlato di recente? Sì, ma abbiamo parlato più della Nazionale.

Sei mesi li, quando sono arrivato, che mi allenavo per guadagnarmi spazio penso siano stati i mesi più belli della mia carriera come giocatore. Ero al massimo, ho dato il meglio di me. Reja aveva giocatori forti e mi ricordo una volta sono andato da lui, dopo nove partite in cui mi convocava e poi rimanevo in tribuna, mi sono innervosito e gli ho detto ‘Guarda che posso fare anche il terzino’. Non capivo che lì c’era pure Lichtsteiner che era un giocatore di un certo tipo. Non è stato facile trovare spazio.

Hernanes, il compagno più forte? Lui era un giocatore che ti sbloccava la partita. Il più forte a cui ho visto calciare sia di destro sia di sinistro. Ho giocato con giocatori forti, ma come Klose non ce n’è stato nessuno. Lui aveva vinto tutto, lo guardavi allenarsi e sembrava un giovane che voleva fare carriera. Era il primo a arrivare e l’ultimo a andare via e tu non potevi fare di meno.

Con Scaloni siamo amici e ci sentiamo spesso, già quando eravamo compagni lo guardavamo e dicevamo ‘Questo farà l’allenatore dopo due giorni che smetterà’. Io ho appena iniziato, poi sogni sempre in grande e vediamo. Spero di tornare in qualche modo. Ho tanti amici che sono laziali e anche sui social ogni volta che metto qualcosa, soprattutto del 26 maggio, ci sono tanti tifosi che mi fanno arrivare il loro affetto. Mi fa piacere aver lasciato qualcosa di buono. Non ho avuto la fortuna di essere all’Olimpico nel giorno dei festeggiamenti per i 10 anni della Coppa Italia, ma l’ho seguito da qui e sono stato molto contento.

Soprannome? Quando ero nel settore giovanile mi dicevano che ero anziano e avevo l’aspetto di un nono e mi hanno chiamato ‘Tata’ che significa nonno».

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