2013
Gregucci e il momento biancoceleste: “Il cambio di un allenatore deriva anche dai giocatori. Io alla Lazio? Non dipende da me”
In un periodo incerto e delicato, la Lazio si appresta ad affrontare in trasferta il Legia Varsavia per l’Europa League. Sul momento biancoceleste, si è espresso l’ex difensore biancoceleste Angelo Gregucci, parlando a calciomercato.it:
“Non conoscendo fino in fondo la realtà delle cose, rischierei di essere approssimativo e superficiale nel commentare il lavoro quotidiano di un collega. Per questo, posso solo limitarmi a commentare quello che vedo in campo. La squadra sta vivendo un periodo di difficoltà, inutile negarlo, ma Petkovic ha mostrato anche diverse cose buone da quando è arrivato a Roma. Il suo punto di forza è sempre stato l’equilibrio, ora invece si trova sotto bombardamento. L’unica cosa che posso imputare al tecnico è la scarsa chiarezza del progetto tattico. Ho visto molti cambiamenti nelle ultime partite e bisogna capire a cosa sono dovuti. Gli infortuni, certamente, sono una variabile importante. La Lazio ha perso molto con l’assenza di Biava che, pur essendo piuttosto avanti con l’età, è uno dei migliori difensori a disposizione di Petkovic. A Genova non ho visto identità tattica e il primo passo da fare è ricostruirla. Anche i calciatori, però, devono darsi una mossa. Sarebbe umiliante sapere che serve un cambio di allenatore per rialzarsi, che c’è bisogno di un traghettatore per finire degnamente la stagione; questo sarebbe indice di calciatori di basso livello morale. I calciatori devono rappresentare in modo prestigioso la maglia che, tra le altre cose, reca anche il loro cognome”.
Per quanto riguarda il suo futuro, Gregucci ha riferito:
“Recentemente non ho avuto alcun tipo di contatto. Ho un gran desiderio di tornare a fare quello che ho sempre fatto con estrema professionalità, cioè allenare. Voglio dimostrare quanto valgo. Io alla Lazio? Non dipende da me, ma dalla società. Io sarei disposto ad allenare qualsiasi squadra, ma non ho mai nascosto i miei sentimenti e il mio senso di appartenenza per questa società”
E il rapporto con Mancini?
“Non ho sentito recentemente Roberto, perché aveva una partita durissima da preparare (quella col Real Madrid, n.d.r.). Se dovesse arrivare una sua chiamata ed io, nel frattempo, non avessi trovato una ‘panchina’ sarei disposto a raggiungerlo in Turchia. La partita contro la Juventus tra due settimane rappresenterà uno spartiacque importante per le due società. La Juve commetterebbe un suicidio se giocasse in base ai due risultati su tre a disposizione. E’ una storia ancora tutta da scrivere”.
SEGUI LAZIONEWS 24 ANCHE SU TWITTER (CLICCA QUI)