Gregucci, Pancaro, Marcolin e Sereni in coro: "Senza tifosi non c'è Lazio!" - Lazio News 24
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2014

Gregucci, Pancaro, Marcolin e Sereni in coro: “Senza tifosi non c’è Lazio!”

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In vacanza aspettando la stagione che verrà, parlando di calcio e di Lazio. Già, perché in Costa Smeralda c’è un nutrito gruppo di ex biancocelesti. Angelo Gregucci è appena arrivato e subito dovrà ripartire per tuffarsi nella nuova avventura della Casertana, Pippo Pancaro si appresta ad assumere la guida della Juve Stabia. Dario Marcolin si godrà ferie più lunghe, in attesa di nuova sistemazione, e in Sardegna si sta facendo una nuova vita, fuori dal calcio, Matteo Sereni. A poche ore dal via del ritiro di Auronzo, quattro domande per analizzare i temi fondamentali dell’estate della Lazio. Ecco l’intervista integrale del Corriere dello Sport

La frattura Lotito-tifosi: cosa si deve fare per ricucire il rapporto?
PANCARO: «Per il bene della Lazio è giusto che questo problema si risolva. Lotito ha fatto un passo verso i tifosi. Penso che i tifosi dovrebbero provare a dargli fiducia. Per ripartire davvero ci vuole che tutte le componenti remino nella stessa direzione. Bisogna riuscirci per il bene della Lazio. Se non accadesse sarebbe un handicap per il nuovo allenatore». MARCOLIN: «Gli acquisti di Parolo, Basta e Djordjevic sono buone premesse. Il 12 maggio ero all’Olimpico e ho visto la gente sfogare una gioia soffocata dalle sofferenze degli ultimi mesi. Il tifoso vuole che la società costruisca una squadra competitiva e se si rende conto che si va in una certa direzione è pronto ad accompagnare la squadra». SERENI: «I tifosi sono importantissimi a prescindere dal rapporto con la presidenza. Servono alla Lazio. Senza il supporto dei tifosi, non ci può essere una grande squadra. Io ho giocato negli ultimi tempi d’oro della Lazio, ricordo una tifoseria unita e coalizzata, sempre vicina ai giocatori. Se si riuscisse in qualche modo a mettere da parte i rancori, tutti ne trarrebbero vantaggio. Sarebbe la cosa più intelligente». GREGUCCI: «Vedo che Lotto sta cercando di inviare dei messaggi di collaborazione. Bisognerà vedere se alle parole ci sarà un seguito. Se allestisci una squadra competitiva, queste sembrano le intenzioni, i laziali poi ti seguono, come hanno sempre fatto. Se vuoi raggiungere degli obiettivi, la proprietà, il settore tecnico e la tifoseria devono andare in una sola direzione».

L’obiettivo minimo dichiarato da Lotto è l’ingresso in Europa League, ma la Lazio dovrà lottare per entrare in Champions. Cosa manca?
PANCARO: «Considero l’Europa League un obiettivo assodato per la Lazio e raggiungibile con pochi ritocchi. Aggiungendo a quelli che c’erano alcuni rinforzi si può centrare l’obiettivo. Parlare di Champions mi sembra più complicato e servirebbe l’acquisto di due o tre top player». MARCOLIN: «Lotito ha ragione a fissare degli obiettivi. Se fai un campionato normale, ci dovresti riuscire. Se fai un campionato straordinario, potresti cominciare a pensare alla Champions. Alla Lazio serve soprattutto continuità. Nelle ultime due stagioni è mancata costanza di risultati. Petkovic è andato benissimo nella prima parte del campionato ed è calato nel ritorno prima di vincere la Coppa Italia. Quest’anno la Lazio ha cominciato male e poi con Reja ha chiuso molto bene. Il primo acquisto, in termini di rendimento, si chiama stabilità di risultati. E poi servono due difensori centrali. La Juve insegna che si vince lo scudetto attraverso una difesa solida. Lo stesso discorso vale anche se devi conquistare il podio». SERENI: «L’ultima stagione è stata deludente. Parla il campo, contano i risultati. Per tornare a certi livelli, serve uno sforzo. Diciamo anche che la realtà del campionato italiano è particolare. Dietro alla Juve, che ha dominato nelle ultime tre stagioni, c’è stato il vuoto. La Lazio, se fa le cose per bene, ha le possibilità per giocarsela. Se hai le idee chiare, un progetto preciso, mettendo i tasselli giusti al posto giusto, si può tornare in fretta tra le prime cinque della serie A. Il primo passo deve essere questo, poi si penserà ai grandi traguardi». GREGUCCI: «Il traguardo è ambizioso, bisogna colmare il gap attraverso il mercato, ma il panorama attuale e la dimensione del calcio italiano permettono di farsi avanti. Di sicuro la Juve è fuori concorso, il Napoli quasi. Poi dobbiamo mettere Roma, Fiorentina, Lazio e le milanesi. Non vedo una concorrenza disumana. Una squadra competitiva può tornare in Europa League e può sperare di competere per qualcosa di meglio. Diciamo sperare».

Per un progetto di rilancio è determinante la conferma di Candreva o si potrebbe mettere in preventivo una cessione eccellente?
PANCARO: «La risposta è scontata. Parlavo prima di top player. Se vuoi competere ai massimi livelli, quindi anche tentare di lottare per la Champions, devi tenere i più forti. Candreva ritengo farà parte del nuovo progetto». MARCOLIN: «I segnali sono questi. Penso che la Lazio lo abbia riscattato per tenerlo. Accanto a una difesa solida, ci vuole un attacco forte. Lo stiamo vedendo ai Mondiali. Sono i grandi attaccanti a fare la differenza. L’Italia è uscita senza tirare in porta. La Lazio ha aggiunto Djordjevic a Klose come punta centrale, ma deve ripartire dal valore aggiunto di Candreva. Nel reparto offensivo c’è anche Keita, ma ritengo ci sarebbe bisogno di un altro acquisto». SERENI: «La conferma di Candreva sarebbe un segnale importante, la testimonianza concreta dell’impegno della società, decisa a puntare in alto. E’ stato fatto un sacrificio importante per riscattarlo, ora si deve trattenere per forza in organico. E’ un giocatore importante, un nazionale. Se vuoi raggiungere determinati obiettivi, mi sembra naturale non venderlo. Roma non è una piazza facile. Candreva si è imposto, ha raggiunto la nazionale, sarebbe complicato per qualsiasi giocatore sostituirlo e non far avvertire il peso di un’eventuale cessione». GREGUCCI: «Nella lettura del tifoso non si devono perdere i giocatori migliori. Se giro la minestra, nell’ottica di una società capisco che non esistono incedibili o intoccabili. Per nessuno e non solo per la Lazio. Guardate cosa è successo al Milan. E’ tornato Kakà, ma dopo un anno già se n’è andato e non mi pare che la gente si sia messa di traverso. Allineare gli obiettivi e gli equilibri economico-finanziari di una società con i sogni dei tifosi oggi è un’utopia. Se arriva il Paris Saint Germain e ti mette sul tavolo 35-40 milioni, la Lazio come qualsiasi altro club ne terrebbe conto. Cercando di agire con lungimiranza e pensando ad investimenti alternativi. La Roma è risorta proprio dalla sconfitta di Coppa Italia. Ha venduto per 80 milioni i suoi giocatori migliori e poi ha saputo reinvestire, puntando su Strootman e su altri giocatori. Servono degli step e devi riqualificare l’organico con competenza. Questa è una legge che vale per tutto il calcio italiano».

Lotito ha scelto Pioli. E’ l’uomo giusto per il rilancio della Lazio?
PANCARO: «Da simpatizzante della Lazio, sono contento che la scelta sia ricaduta su Pioli. Mi piace molto. E’ una persona seria, un allenatore molto preparato e competente, le sue squadre hanno sempre dimostrato di possedere un’idea di calcio e in questi anni ha maturato l’esperienza giusta per poter reggere le pressioni. E’ l’uomo giusto per ripartire». MARCOLIN: «Mi piace molto. Pioli è un allenatore moderno, ha fatto la gavetta, sapendo adattarsi alle qualità e alle caratteristiche dei suoi giocatori. Si vede il lavoro negli automatismi difensivi delle sue squadre e una buona organizzazione nella fase offensiva. E’ l’occasione giusta, era pronto a sfruttarla. Per la prima volta potrà guidare un grande club, troverà una squadra affamata. Saprà motivarla. E poi Pioli è una persona equilibrata. Non lo sentirete mai dire oggi che la Lazio è da Champions e dopo pochi giorni che deve pensare a salvarsi». SERENI: «Dovrà gestire un impatto forte con la realtà della Lazio. Sinora ha allenato club meno importanti. Roma non è una piazza semplice, c’è da gestire un ambiente complesso, le pressioni sono elevate». GREGUCCI: «Pioli è un ottimo professionista, un ragazzo serio, di poche chiacchiere e di molto lavoro. Si tufferà con entusiasmo nell’avventura, pronto a sfruttare l’occasione per dimostrare che è un allenatore di primo livello. Ha la possibilità di consacrarsi tale a Roma con il supporto della società. Gli mando un “in bocca al lupo”, perché se lo merita e perché allenerà la mia squadra del cuore. Essendo un amico, lo faccio ancora con maggior convinzione».

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