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Gregucci: “Questa Lazio può puntare al terzo posto. Il rientro di De Vrij è stato fondamentale”
Angelo Gregucci è uno dei difensori dei tempi moderni rimasto maggiormente nell’immaginario dei tifosi della Lazio, simbolo di una rinascita che a cavallo tra gli anni ottanta e novanta ha riportato ad alti livelli il club. L’anno scorso protagonista da tecnico di un’esaltante cavalcata che ha portato l’Alessandria, club di Lega Pro, a giocarsi le semifinali di Coppa Italia contro il Milan, la sua avventura da vice di Mancini all’Inter quest’anno è durata pochissimo, con l’addio consumatosi a metà agosto con i nerazzurri. Gregucci è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per parlare dell’ottimo momento attraversato dalla squadra di Simone Inzaghi.
Ci si poteva attendere un impatto del genere da parte di Inzaghi? “Secondo me la Lazio sta occupando un posto che le compete, è la quinta/sesta squadra italiana, a volte c’è un catastrofismo eccessivo dovuto alla distanza con la proprietà. Questo si ripercuote anche sulle presenze allo stadio. Qualsiasi problema a mio avviso non dovrebbe mai scalfire la fede calcistica. La verità è che la Lazio ha cinque/sei giocatori al top nell’undici titolare, a partire da Felipe Anderson che forse non sa neanche lui quanto è forte. In più Lucas Biglia può essere considerato il miglior centrocampista centrale del campionato, così come De Vrij in difesa. Cinque/sei eccellenze importanti che fanno volare la squadra. Immobile poi è stato accolto senza ricordare che è già stato capocannoniere della Serie A col Torino. Stanno fruttando degli investimenti che sono stati fatti nel momento sbagliato, quando serviva una squadra subito competitiva nel preliminare contro il Leverkusen. Ora però quei giocatori stanno facendo fruttare l’esperienza. Il merito di Inzaghi è l’attenzione che sta ponendo sul nostro settore giovanile. D’altronde chi meglio di lui può valorizzare giovani che ha già allenato?”.
Napoli-Lazio può essere la partita della svolta in questo momento della stagione? “Secondo me si può puntare al terzo posto. Arrivare sesti oppure ottavi cambia poco, si deve osare perché ci sono ottime prospettive. Il Napoli in questo momento è in difficoltà dal punto di vista programmatico, aveva preso Milik che era la scelta perfetta per sostituire Higuain e ne sta sentendo tantissimo la mancanza. La Lazio può farsi valere e sarà importante l’unità di un popolo che deve abbandonare il disfattismo totale, letture eccessivamente sciagurate che non portano nulla di costruttivo. Poi anche la società deve finalmente puntare al salto di qualità, prendersi quel rischio d’azienda che non si è accollata per fare la Champions, che al momento è l’unica competizione che porta soldi sicuri fra premi ed indotto”.
La difesa della Lazio ha migliorato radicalmente il suo rendimento rispetto alla passata stagione: “Il rientro di De Vrij è stato assolutamente fondamentale, si tratta di un fuoriclasse assoluto. A parte i difensori della Juventus, è il difensore di maggiore livello della Serie A. Io ricordo che quando venne Riedle, ci trovammo di fronte a un fuoriclasse del colpo di testa, era il top della categoria in quella specialità. Ci sono giocatori che hanno una marcia in più e De Vrij ha quella capacità di cambiare faccia ad un intero reparto. I difensori della Lazio sono performanti, ma con l’olandese al loro fianco sono perfettamente guidati. Hoedt nelle partite giocate al fianco di De Vrij si è dimostrato tutto un altro giocatore. Sto poi vedendo giovani difensori italiani che stanno cambiando riferimenti e modo di giocare, un esempio può essere Caldara dell’Atalanta. Si sta tornando a marcare a uomo, un metodo che ha formato cento anni di difensori italiani famosi in tutto il mondo”.
A proposito di programmazione, all’Inter Gregucci ha toccato con mano una situazione particolare: “Mancini si è lasciato di comune accordo con la società nerazzurra, non c’era unità di vedute, ma c’è stata anche molta confusione nelle scelte. Un anno fa l’Inter è stata per metà campionato in testa alla classifica, questo ha creato aspettative che non si sono poi concretizzate. Cosa sia accaduto nello specifico non si sa, è stata scelta un’altra strada, ma al momento l’Inter continua a pagare questa confusione estiva”.
Il Milan potrà restare ad alti livelli fino alla fine? “Il Milan è un progetto che si sta concretizzando in maniera quasi involontaria. Ci si è ritrovati a giocare con un gruppo di giovani che sta andando oltre le aspettative. Al momento non c’è chiarezza riguardo gli investitori cinesi e la nuova proprietà del club, nei prossimi mesi si capirà di più anche perché ormai Berlusconi è stato praticamente indotto a cedere. Questo stallo ha portato a una riduzione degli investimenti che ha permesso di valorizzare il settore giovanile e i suoi prodotti, particolarmente validi. Il Milan viene da anni leggendari, ora dovrà reinventarsi e, farlo attraverso giovani cresciuti in casa, potrebbe essere la scelta giusta”.