Archivio
Guido Paglia: “La nostra iniziativa è animata dalla volontà di ricreare un sentimento di lazialità forte”
Ai microfoni di Radio Incontro Olympia è intervenuto Guido Paglia, uno dei fondatori dell’iniziativa “Emozione Lazio”: “Se invece di leggere i post sui social si fosse letto il manifesto della nostra iniziativa, molte polemiche non ci sarebbero state. La nostra iniziativa è animata dalla volontà di ricreare un sentimento di lazialità forte in un momento dove sembra che tutto si sia disgregato per colpa di una gestione dissennata della società. Nessuno ha mai parlato di voler incontrare la società, gli obiettivi sono chiari e sono stati specificati. Abbiamo tre punti nell’immediato, chiedere un confronto con il prefetto Gabrielli in merito alla questione delle barriere in curva. Costruire un dialogo con la famiglia Nervi, il comune e il Coni per il futuro del Flaminio. E la rinascita dei Lazio club. Ci sono state polemiche anche sulle adesioni annunciate e in alcuni casi smentite in queste ore. C’è stata un pò di confusione e un errore comunicativo, si è fatta confusione e chiedo anche scusa per qualche errore commesso. Però credo che sia esagerato puntare il dito in questo momento, c’era la voglia di iniziare subito con un’iniziativa sulla quale lavoriamo da due mesi. Abbiamo già parlato con Cristiano Sandri e domani lo incontreremo, così come abbiamo abbiamo parlato con gli altri. Si è fatta un pò di confusione con la lista delle persone da contattare e quelle che avevano già aderito. Però non è giusto strumentalizzare questo aspetto. Ho letto molti commenti fuori luogo sui social, anche queste reazioni dimostrano che c’era bisogno di smuovere l’ambiente. Il nostro obiettivo è quello di riunificare la tifoseria per vedere se facendo massa critica si riuscirà a spingere la società a rilanciare il progetto Lazio. Solo costituendo massa critica i tifosi potranno incidere nelle scelte future della società. Vogliamo far crescere il peso della tifoseria, è inutile dire e ripetere che Lotito se ne deve andare. Non porta a nulla. Più del 60 per cento della società è nelle sue mani e nessuno può toglierglielo, quindi o si rimane immobili dietro ad uno slogan o si cerca di agire cercando di acquistare un peso specifico come tifoseria che possa spingere la società a costruire una Lazio diversa”.