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Guidolin: «In passato sono stato vicino alla Lazio, poi è arrivato Eriksson»
Francesco Guidolin ex allenatore dell’Udinese, oggi manager dello Swansea, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia rilasciando una lunga intervista e svelando anche alcuni retroscena del suo passato: “In passato sono stato molto vicino alla Lazio, tanto tempo fa venne Cragnotti con il suo aereo privato a casa mia a Castel Sardo. Sembrava tutto fatto, poi arrivò Eriksson. C’è stata anche un’altra occasione dove sono stato vicino alla Lazio con contatti frequenti, ma di questa seconda volta ne riparleremo più avanti, anche perché è passato molto meno tempo, tra qualche anno vi racconterò”.
Sulla sua esperienza in Inghilterra: “Domenica il Chelsea ha fatto un’ottima gara, non meritava di perdere, forse neanche di pareggiare. Noi abbiamo guadagnato il pareggio con tanto sacrificio. Per noi è un risultato che dà morale, contro una squadra fortissima che si giocherà il titolo. E’ un risultato che ci rende molto orgogliosi, per quello che abbiamo fatto per arrivarci, per come abbiamo affrontato il match. In Premier League era un’avventura che avrei voluto vivere molto prima, però sono contento e gratificato di come sta andando. Sono molto contento che ci siano molti colleghi italiani, 4 italiani su 20 nel campionato dove sono arrivati quest’anno i migliori tecnici al mondo è un grande orgoglio. Guardiola è riuscito anche qui a dare la sua impronta di calcio in pochissimo tempo, è veramente bravo, complimenti. Anche Klopp è un grande allenatore, è chiaro che con i giocatori forti è più semplice ma sono grandi allenatori. Questo è il campionato più importante del mondo, le pressioni sono notevoli. Girano molti soldi e rimanere in Premier o centrare una qualificazione è importante per tutti, e le pressioni sono molto alte, sotto questo punto di vista potremmo dire che tutto il mondo è paese“.
In ultima battuta un pensiero sulla situazione italiana: “Anche la moda tutta italiana di esonerare velocemente gli allenatori sta prendendo piede e ormai ci si è uniformati anche qui. Però il lavoro settimanale, quotidiano è molto più tranquillo, nessun condizionamento dei media. Poi gli stadi sono sempre tutti pieni, le strutture sono più belle e confortevoli. E il clima è diverso, c’è più rispetto degli avversari”.