Henger: «Ecco COME sono diventata della Lazio. Spesso vado allo stadio e...»
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Henger: «Ecco COME sono diventata della Lazio. Spesso vado allo stadio e…»

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Henger: «Ecco COME sono diventata della Lazio. Spesso vado allo stadio e…». Le parole della famosa attrice

Intervenuta ai microfoni di Radio Laziale, Eva Henger ha parlato della Lazio e della sua lazialità. Queste le sue dichiarazioni:

PAROLE – «Io mi sono sposata Massimiliano e la sua lazialità. Anche i cani si chiamano come i giocatori, uno è Pedro, l’altro lui lo voleva chiamare Gabarròn, ma mi sono opposta. Il set è stata una cosa emozionante, sono stata due volte lì e non volevo rovinarmi la sorpresa. Sono stata chiamata da Giulia che voleva farmi vedere com’era il film senza musiche e rumori aggiustati, ma ho detto che volevo vederlo solo una volta terminato. Non so se sia stata una scelta giusta perché a Venezia piangevo davanti a tutti con il fazzoletto in mano. Il film è stato meraviglioso, Iachini si è prestato a fare questa foto con Massi con la sciarpa al collo. In questo film c’è di tutto. Meglio Massimiliano o l’attore? L’originale è sempre meglio (ride, ndr). Qual è stata la parte difficile da riportare della nostra storia? Noi ci siamo visti prima, la mia attrice mi ha voluto conoscere per interpretarmi al meglio e all’inizio è stato imbarazzante. La ragazza continuava a guardarmi, a scrutarmi, studiando i miei movimenti e la mia faccia, mi sentivo osservata (ride, ndr). Devo dire, però, che poi mi ci sono riconosciuta molto, nonostante fosse molto diversa da me. Mi ha fatto piacere che mi abbia interpretato lei.

Se vado allo stadio a vedere la Lazio? Sì, Massi mi ci porta. Il nostro primo appuntamento è andato male, il secondo però è stato peggio, non so perché poi ci siamo messi insieme, mi ha portato a vedere il derby. Quando ha segnato la Lazio la prima volta mi ha preso la coscia per l’entusiasmo e mi ha girato il muscolo, la mattina dopo non mi alzavo dal letto. A quel punto faccio cambio posto con mio figlio per allontanarmi dal pazzo (Massimiliano Caroletti, ndr). Quando, però, la Lazio segna il secondo gol vedo mio fratello cercare di afferrare mio figlio che Massimiliano per la gioia aveva lanciato in aria. Poi alla fine ha vinto la Lazio e io non ho parlato con lui per una settimana. Lui coraggioso a portarmi al derby? No, sono stato io coraggiosa. Se avessi saputo cosa sarebbe successo non avrei mai accettato. Ormai sono laziale anche io, Massimiliano però è malato, per lui è una religione. Se la Lazio dovesse perdere sembra che per 3 giorni ha il ciclo».

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