2013

Hernanes, il momento no e i pensieri mondiali

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Hernanes non sta certo attraversando un momento brillante con la maglia biancoceleste; tra le voci di mercato che si rincorrono e un futuro ancora incerto, lo può tirare su il pensiero del Mondiale in Brasile. Come scrive il Corriere dello sport, forse è una distrazione pesante, quasi lo ipnotizzasse. Il giorno dopo il flop di San Siro, uno stadio stregato per il Profeta, sono arrivate buone notizie dal ct Scolari. Hernanes è stato convocato per le prossime due amichevoli della Selecao: il 16 novembre a Miami con l’Honduras e il 19 a Toronto con il Cile. Manca Kakà, protagonista assoluto nel confronto diretto tra Milan e Lazio. E’ stato invece richiamato, dopo due anni, Robinho. E il posto lo ha conservato il numero 8 della squadra biancoceleste. Dice, chi lo conosce bene, che il motivo principale della flessione di Hernanes sia proprio il Mondiale. Ha già la testa in Brasile, all’obiettivo costruito con una pazienza e sacrifici importanti in carriera. Non è che non si stia impegnando con la Lazio. Ma evidentemente non trova, dentro di se, motivazioni profonde e così forte per rendere come aveva fatto nella passata stagione. Sembra svuotato. Succedeva anche all’università dopo aver superato l’esame. L’inseguimento alla maglia verde-oro è stato lunghissimo per il Profeta. Dunga non lo vedeva proprio, Menezes non gli ha mai concesso piena fiducia. Alla guida del Brasile ci voleva Scolari, di fatto arrivato negli stessi giorni di Petkovic a Formello, per scatenare Hernanes. Una stagione bellissima con la Lazio e la promozione in nazionale. Una scalata finalizzata con la partecipazione (brillante) alla Confederations.

Hernanes avrebbe una relativa sicurezza della convocazione per due motivi. Scolari ha promosso quasi in blocco e porterà al Mondiale lo stesso gruppo della Confederations. E poi considera il Profeta come il tredicesimo della sua nazionale. E’ il primo cambio a centrocampo. Può sostituire Paulinho, oppure giocare da mezz’ala sinistra protetto da Fernando e con lo stesso centrocampista del Tottenham. Deve succedere una catastrofe perché Hernanes non venga confermato nei 23 per il Brasile e le convocazioni di ieri suonano come una conferma. Mai, negli ultimi tempi, aveva giocato così male. Eppure non è entrato in discussione per Scolari.

I PROBLEMI SUL CAMPO – Ha un tiro formidabile e una sola fase di gioco. Hernanes è un centrocampista anarchico. Si esalta con il pallone tra i piedi, può fare la differenza calciando di destro e di sinistro. Ma spesso rallenta l’azione, perché gioca e danza sopra la sfera, soffrendo terribilmente nella fase di interdizione. Quando cresce il livello e sale il ritmo agonistico della partita, il Profeta scompare. Soprattutto se viene sistemato davanti alla difesa. Mercoledì sera a San Siro ha perso quasi tutti i duelli con Montolivo, che pure possiede le sue stesse caratteristiche. Il 31 agosto a Torino era stato asfaltato da Vidal. Fateci caso. Tolto il derby, una sfida che lo ha sempre acceso, Hernanes non ha quasi mai indovinato una partita importante. Gli manca l’intensità di gioco e di rendimento. Reja si arrabbiava per le sue lunghe pause. Lo aveva sistemato nel ruolo di trequartista, perché riteneva dovesse essere protetto da tre mediani e perché intendeva sfruttarne il tiro dal limite dell’area di rigore. Hernanes, però, segnava quasi sempre soltanto all’Olimpico. E si sentiva fuori dal gioco, perché non ha mai sopportato giocare con le spalle rivolte alla porta. Ha bisogno di ricevere il pallone e di guardare il campo da una prospettiva diversa, non può seguire lo sviluppo del gioco come se fosse un numero 10 o una seconda punta. Non ha la rapidità e la velocità per muoversi in quel ruolo. Il Profeta è una mezz’ala di costruzione. Può giocare come terzo di centrocampo o trequartista nel 4-3-1-2, purché si ritrovi dietro a due attaccanti e ci siano terzini in grado di coprire tutta la fascia. Hernanes ha bisogno di essere protetto in fase difensiva e deve avere molti giocatori davanti per esprimere il suo potenziale. Dal punto di vista tattico può trasformarsi in un lusso se la squadra non è equilibrata. Non a caso Petkovic gli aveva trovato la collocazione ideale da mezz’ala nel 4-5-1 della passata stagione. La protezione di Ledesma e di Radu sostenute dalla corsa di Lulic sulla corsia sinistra. Di fatto Hernanes si esaltava in un “corridoio” ben disegnato dalla Lazio. Oggi quel progetto non esiste più e il talento di Recife fatica a ritrovarsi sul campo. Le difficoltà sono state ingigantite dalla condizione atletica. Hernanes, dopo la Confederations, si è concesso solo tre settimane di vacanza. E ha saltato la preparazione estiva. Petkovic lo ha rivisto nel ritiro di Fiuggi e la Lazio stava già preparando la finale di Supercoppa del 18 agosto con la Juventus. All’inizio di settembre e poi a ottobre ci sono stati i voli intercontinentali per giocare con il Brasile. Hernanes non ha mai avuto la possibilità di allenarsi bene. E forse questo spiega il suo nervosismo: arriva in ritardo sul pallone, è diventato falloso. Cartellini gialli in aumento. Strano. Non era mai successo.

Il suo disagio, non è una notizia, risale ai primi giorni di agosto, durante il ritiro di Fiuggi, quando Hernanes ha cominciato a capire che il vento era cambiato. Quando è rientrato dalle vacanze, non ha ritrovato la stessa Lazio che aveva lasciato il 26 maggio con la Coppa Italia tra le mani. Petkovic stava lavorando sul 4-2-3-1. Hernanes, nelle prove tattiche, galleggiava tra il centrocampo e l’attacco, in quel ruolo (numero 10) che l’estate precedente aveva espressamente rifiutato attraverso un colloquio con Petkovic. Ecco il punto. Hernanes si è ritrovato in concorrenza, subito ad inseguire un posto che pensava fosse suo senza troppe discussioni. Da qui può essere nato un disagio psicologico, non deve essersi sentito più a suo agio. Una questione di importanza e di considerazione, non di ruolo o di tattico. Dopo le vacanze, non aveva più la leadership della stagione precedente. Il campo, in queste ultime settimane, sta dimostrando che gli sta largo (molto largo) un posto da titolare negli undici di Petkovic. La concorrenza, invece di stimolarlo, lo sta schiacciando. Così si torna al punto di domanda iniziale, anche perché Lotito non ha alcuna intenzione di cederlo a gennaio e spera fortemente nel rinnovo del contratto. La leadership della Lazio gli è stata tolta oppure è Hernanes che sta rinunciando?

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