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Higuain vs Immobile: 85,5 milioni di ‘non’ differenze
La finale tra Juventus-Lazio sarà anche la sfida tra due grandi bomber del campionato italiano: Gonzalo Higuain e Ciro Immobile
La stagione della consacrazione da una parte, quella del rilancio dall’altra. 36 gol nell’anno precedente contro 9. Differenze sostanziali dettate da 85,5 milioni di euro, più che giustificati se il sole è cocente e tutti i tg sportivi parlano di un attaccante argentino come crack del mercato estivo. Da una parte l’investimento, dall’altra l’intuizione: due cose che potrebbero andare a braccetto, ma viaggiano su binari paralleli, destinati ad incrociarsi prima o poi. Il ‘poi’ arriverà tra due giorni, quando l’atto finale verrà decretato da una verità ancora nascosta. Gonzalo Higuain contro Ciro Immobile. Paragone apparentemente ingeneroso, ma reale ed attuale. Differenze dicevamo. Ad agosto la previsione più plausibile era che il numero sproporzionato tra i due lo saremmo andati a scovare al fianco la casella ‘goal segnati’. E invece… la realtà dice altro. La realtà parla di una media di 1 gol ogni 129 minuti per Immobile, contro 1 gol ogni 128 minuti di Higuain. 38 sono le partite totali giocate dal centravanti della Lazio che ha timbrato il cartellino 25 volte. Il Pipita invece in ben 51 gare è andato in rete 32 volte. Sottovalutazione di uno o sopravvalutazione dell’altro? A risolvere ogni dubbio è sempre stato il campo, giudice eterno di destini legati ad un pallone rotolante. I due si incroceranno mercoledì sera dopo essersi confrontati già due volte in campionato, dove a vincere la sfida dei gol è stato l’argentino, decisivo nel 2-0 dello Juventus Stadium. Tra due giorni più che il singolo conterà il collettivo. Conterà il trofeo più che i gol e soprattutto non conteranno i milioni. Anche perché se a far la differenza fossero soltanto quelli, le partite di calcio non andrebbero mai giocate.
FUNZIONALITÁ OPPOSTE – Due squadre solide e pragmatiche si contenderanno la finale di Coppa Italia. Due squadre che dell’aggressività e dell’intensità ne hanno fatto la loro principale prerogativa. Prima non prenderli e poi farli. In questo caso chi ci rimette? Sempre loro, gli attaccanti. Troppo spesso isolati e alla disperata ricerca di palloni giocabili. Ecco qui un’altra differenza: gioco della Juventus poco adatto ad Higuain, rapace d’area e poco abituato al sacrificio. Gioco della Lazio studiato e cucito sulle caratteristiche di Immobile, rapido e amante degli spazi larghi. Il confronto tra i due rischiava di essere imbarazzante a questo punto della stagione, ma per un terminale offensivo a parlare sono sempre i gol. Il bomber più costoso difronte a quello più economico. Questo ha detto il mercato, questo non ha confermato il campo. Da una parte la spavalderia di un portafoglio gonfio, dall’altra un rischio calcolato chiamato ‘intuizione’. D’altronde dove non si arriva con i soldi, bisogna arrivare con la mente, altrimenti che sport sarebbe mai stato il calcio? ‘Differenze’. Continua ad esser questa la parola chiave, di una finale apparentemente dall’esito scontato, tra due compagini troppo lontane, ma spesso vicine, come negli ultimi due confronti valsi un trofeo. Altre due partite metteranno in palio altrettante coppe (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) per un totale di quattro finali in due anni. Differenze di budget, di bacheca e di fatturato. Altre disponibilità, altri attaccanti. Ah giusto, torniamo a parlare di loro. Il colpo del mercato contro la scommessa. La sproporzione difronte all’ ‘affare’. La programmazione che dovrà pare i conti con la sorpresa. Una sorpresa che oggi parla di 85. 5 milioni di ‘non’ differenze.