Editoriale

Ibrahimovic e i salti di catena, Nicola e il ritmo da passista

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Ibrahimovic e Nicola i volti da copertina del sabato: il rosso dello svedese non scalfisce il Milan, la grinta del tecnico avvicina il Toro alla salvezza

Difficile trascorrere qualche giorno senza accendere i riflettori su Ibrahimovic. Il fuoriclasse rossonero riesce sempre a far parlare di sé, ugualmente nel bene come nel male. Il raggiungimento degli “anta” universalmente viene riconosciuto il traguardo della piena maturità nella vita di un uomo. Un assioma che per l’immenso Zlatan ancora troppo spesso sembra non valere, ad appena una manciata di mesi da quel fatidico compleanno.

La deplorevole zuffa con Romelu Lukaku auspicavamo potesse essere la sua ultima bravata, invece eccoci qua di nuovo a interrogarci sul comportamento del Tardini. Al di là di delle parole effettivamente rivolte all’arbitro Maresca, la domanda da porsi è una soltanto: perché? In una partita che il Milan stava dominando con autorità, l’ultima cosa da fare era ingarbugliarsi in un battibecco con il direttore di gara e “guadagnarsi” il rosso diretto, giusto o sbagliato che fosse. Inaccettabile per un giocatore alle prime armi, figuriamoci per un prossimo quarantenne. Non proprio il modo migliore per ringraziare Maldini e le sue dichiarazioni pre-partita su un rinnovo di contratto ormai ai dettagli.

Buon per Pioli e la sua banda che i ripetuti salti di catena di Ibra non stiano costando più di tanto, perché il ritmo Champions League è ancora continuo e determinato. Rebic di nuovo decisivo, Kessié una solidissima garanzia cui affidarsi, il redivivo Leao finalmente in gol dopo settimane di scarsa vena. Parma vivo solo in undici contro dieci, ma non abbastanza per conquistare punti e riaccendere la speranza salvezza. Una missione fallita nel pomeriggio anche dal Crotone, ribaltato a cavallo del novantesimo dallo Spezia che ora si arrampica a quota 32 avvicinando non di poco l’obiettivo.

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