2013
Il derby delle conferme in negativo: la chiesa al centro del villaggio e il progetto giovani
“I derby non si giocano, si vincono”, si è aperta così la vigilia del derby di Roma. Le parole di Rudi Garcia sono entrate un po’ nella testa di tutti, anche in quella di Petkovic che le ha ripetute nella sua conferenza stampa. Oggi in campo c’è stata una squadra che ha avuto quel pizzico di voglia in più per portare a casa i tre punti. Questo non significa che in novanta minuti si può cancellare il 26 maggio, anzi forse ci sarà bisogno di altri 10, 100, 1000 stracittadine per sbollire quella delusione per tutti i tifosi giallorossi. Perché “Rivincita non c’è”. Questa però non può essere una giustificazione per la banda di Petkovic. Purtroppo in campo si è vista una squadra appagata, che non ha più quella spinta di qualche mese fa. Certo, con il gol di Ciani o Klose adesso forse staremo parlando di un’altra partita, ma non ci possiamo fermare a degli episodi isolati. Le difficoltà sono tante e non si sono viste solo in questo match. Giocare con Chievo e Udinese è sempre più facile, ma subire dieci gol (compresa la Supercoppa) con due big del nostro campionato fa veramente male. Anche lo scorso anno ci sono stati diversi svarioni (vedi Catania e Siena), ma i motivi erano altri. Adesso bisogna riordinare le idee, non si può sempre tornare a parlare di mercato. Si, gli acquisti sono otto, ma tutti si chiedono perché di questi otto in campo non c’è traccia. Biglia è infortunato, ma oggi in panchina c’erano anche i vari Anderson, Perea, Vinicius e Keita. Giocatori che in questo momento potrebbero avere quella spinta in più per fare la differenza e aiutare i “veterani”. Si è visto in Europa League con il Legia: Keita crea e Hernanes realizza. Forse non c’era bisogno di adattare Konko a sinistra, dove ha incontrato mille difficoltà, e rimanere in panchina Vinicius. Poi si passa all’attacco, dove c’è Klose in un momento no. Il Panzer ci prova, ma un po’ la solitudine e un po’ le condizioni fisiche non lo stanno aiutando. Purtroppo se non gira la squadra nel modo giusto questi sono i risultati. Si dice che si vuole puntare sui giovani, e sicuramente c’è a chi condivide questa scelta e chi non la condivide. Però se in campo questi “giovani” non si vedono qualche dubbio comincia a nascere. “Puntare sui giovani” significa chiamarli in causa in ogni momento, sia quando si gioca contro il Legia o il Chievo sia se si affrontano squadre blasonate come Juventus e Roma. Altrimenti questa politica non ha senso. Adesso bisogna riflettere un attimo e fare un passo indietro, perché se l’allenatore avversario al termine del match ha dichiarato che la “chiesa è stata messa al centro del villaggio” c’è veramente qualcosa che non va.