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Il doppio ex Poborsky: “Lazio squadra di tradizione ma senza stelle. Sparta favorito”

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Sentire il suo nome a distanza di anni fa ancora accaponare la pelle ai tifosi interisti: Karel Poborsky, mattatore nel 4-2 che disintegrò i sogni Scudetto dei nerazzurrii, ha parlato ai microfoni di fotbal.idnes.cz, in qualità di doppio ex di Sparta Praga e Lazio, in vista della gara di Europa League in programma domani alla Generali Arena.

 

Come mai lasciasti la Lazio nonostante fosse una grande squadra?
“Non prolungai il mio contratto con la Lazio perché stava per nascere il mio secondo figlio. Inoltre, in quel periodo la società aveva grossi problemi economici. Abbiamo parlato di rinnovo, ma in quelle circostanze non aveva senso. Per questo feci ritorno in Repubblica Ceca”.

 

 

Ti cercavano con insistenza anche Milan e Parma…
“Sono tornato per la mia famiglia. Andare allo Sparta fu una buona scelta”

 

 

Prima della Lazio hai vestito le maglie di Manchester United e Benfica. Che ricordi hai?
“Lo United è un club molto più grande e importante, non c’è paragone. Al Benfica, a Lisbona, e in Portogallo in genere, sarei potuto rimanere per tutta la vita. In Inghilterra invece era troppo umido.”

 

 

E della Lazio?
“È un club italiano con una grande tradizione, mi è piaciuto molto giocare lì. Ma ripensando a quegli anni, non posso credere che un calciatore non possa avere una vita privata. Io e i miei compagni abitavamo in periferia, ma se volevi fare una passeggiata al centro non potevi. I tifosi sono molto emotivi, li incontravo spesso.”


Accadde qualcosa in particolare?

“I tifosi della Lazio sono tra i più esigenti. Quando si vince sono i migliori tifosi del mondo, ma quando non vincemmo per cinque giornate consecutive ci hanno contestato al centro sportivo. Ricordo che fummo costretti ad andar via dall’uscita secondaria e poi in ritiro al nord, dove ci allenammo per la partita successiva. Fortunatamente poi con l’Atalanta abbiamo vincemmo e la situazione si calmò. Dopo che avevamo perso il derby a Formello i tifosi ci lanciarono sassi e distrussero le automobili. Questa è l’Italia.”

 

Nella tua ultima partita alla Lazio hai segnato due gol all’Inter che ha perso lo scudetto contro la Juventus di Nedved. Che ricordo hai?
“Paradossalmente forse è stata la mia miglior partita in Italia. L’Inter è venuta a Roma per vincere lo scudetto, ma ha dovuto dire addio al suo sogno. È stata un’esperienza molto particolare.”

 

Che cosa è successo dopo la partita? I tifosi si sono arrabbiati?
“È stata una situazione curiosa: né i tifosi, né i miei compagni erano contenti per la vittoria.”


Notasti comportamenti volti a sabotare la partita?
“No, assolutamente. Abbiamo preparato il match con grande professionalità e abbiamo giocato per vincere. A fine partita i sentimenti erano contrastanti: i miei compagni italiani erano contenti per la Juventus, mentre gli argentini erano dispiaciuti per i compagni di Nazionale dell’Inter. Mi ricordo che Simeone nemmeno esultò dopo il gol.”

 

Dopo la partita i tifosi della Lazio ti hanno acclamato?
“Quando ho fatto il giro di campo alla fine della stagione ero già convinto della mia decisione: sarebbe stata la mia ultima partita in Italia, volevo tornare a casa.”

 

Poi tornando in Repubblica Ceca c’è stato anche un curioso episodio con la polizia, giusto?
“Sì, tornavo in macchina, evidentemente guidavo troppo forte e mi hanno fermato. Sia i documenti che la targa della macchina erano italiani. E quindi me l’hanno sequestrata. Ho dovuto prendere l’aereo e noleggiare una macchina con autista per tornare a casa.”

 

L’anno dopo il caso ha voluto che rincontrassi la tua ex squadra in Champions League. Che esperienza è stata?
“Direi molto piacevole. Anche se la squadra era cambiata molto, se n’erano andati quasi tutti quelli che conoscevo. Mi ha fatto piacere ritrovare i compagni italiani, oltre a Mihajlovic e Stankovic.“

 

In entrambe le occasioni avete giocato una grande partita, soprattutto tu…
“Devo dire che siamo stati molto bravi. Probabilmente in quella circostanza ho trovato ancora più motivazioni. In quell’edizione eravamo la squadra outsider, ma abbiamo giocato molto bene e abbiamo finito sopra alla Lazio.”

 

 

Cosa provaste al gol di Kincl a tempo scaduto?
“Euforia e una grande gioia. Mi ricordo che a fine partita siamo corsi tutti a centrocampo e ci siamo abbracciati. È stata una vittoria storica”.

 

 

Che partita ti aspetti domani tra Lazio e Sparta Praga? Che momento sta attraversando la squadra italiana?
“So che la Lazio è in difficoltà, ma in campionato è nella prima metà della classifica. È una squadra con buone qualità, ma senza stelle. In più l’Olimpico sarà mezzo vuoto al ritorno, mentre qui ci sarà il tutto esaurito. I tifosi staranno vicini alla squadra e saranno un arma in più. Non mi sbilancio quando dico che lo Sparta è favorito.”

 

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