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2014

IL PAGELLONE del 2013 di Lazionews24

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Un altro anno che se ne va. Un 2013 difficile, salvato dalla straordinaria vittoria in Coppa Italia. Un 2013 complicato, deludente per larghi tratti. Ha portato sì un trofeo, ma ne ha visto perdere un altro (la Supercoppa contro la Juventus). Da poco, inoltre, è arrivato l’addio di Petkovic: una macchia che segna un’annata davvero al di sotto delle aspettative. In estate sono approdati a Formello giocatori nuovi, altri se ne sono andati. Qualcuno è cresciuto, qualcun altro si è involuto, c’è chi invece si è confermato. Andiamo a ripercorrere l’annata di ogni singolo calciatore biancoceleste presente in rosa.

PORTIERI

Federico MARCHETTI – È stato un anno importante per il portierone di Bassano del Grappa: dopo tre anni di digiuno è tornata la Nazionale (e la convocazione alla Confederations Cup di quest’estate), ed è stato messo in bacheca il primo titolo della sua carriera nell’indimenticabile finale di Coppa Italia contro la Roma. Nella stagione in corso però qualcosa sembra essersi spezzato: Marchetti è al centro di numerose voci di mercato che sicuramente lo stanno condizionando in campo. Le grandi parate a cui ci ha abituato latitano e alcune incertezze di troppo (vedi Verona, ndr), cominciano a farsi sentire. L’agente ha assicurato una sua permanenza alla Lazio e la speranza è che nel 2014 la saracinesca torni a fare la saracinesca, dopo un anno comunque da ricordare. VOTO 6,5

Etrit BERISHA – Sei mesi da protagonista in Svezia, l’elezione a miglior portiere nel paese scandinavo, un gol su rigore per salutare i suoi tifosi e il trasferimento alla Lazio. Ormai inamovibile nell’Albania di De Biasi, chiuso da un top player come Federico Marchetti nella Lazio, esordisce con l’Apollon Limassol in Europa League e colleziona una serie di buone prestazioni. Chiamato in causa, pur poche volte, ha sempre fatto il suo. Potrà essere il futuro. VOTO 6+

DIFENSORI

Andrè DIAS – Il 2013 è ormai agli sgoccioli, così come la grande avventura del numero tre della Lazio. Il roccioso difensore brasiliano non ci ha messo molto a lasciarsi affidare le chiavi della difesa, da Reja prima e Petkovic poi. Il buon Andrè l’ha diretta egregiamente per 119 volte, coppe incluse. Ora, però, le parole del suo agente, Gilmar Rinaldi, suonano come una sentenza definitiva: Dias può partire. Se non a gennaio, sicuramente al termine della stagione, in quanto andrà in scadenza. In realtà già nel calciomercato scorso, si erano rincorse le voci circa un suo possibile ritorno in Brasile. Ma l’euforia della Coppa Italia probabilmente lo aveva spinto a rimanere. La seconda parte del 2013, invece, non è stata all’altezza dei mesi precedenti. Fuori dalla lista UEFA e non più titolare inamovibile: 6 presenze in campionato, una in Europa League, un goal al Sassuolo ed una espulsione diretta, nel derby. Ed un infortunio, l’ennesimo nella sua parentesi alla Lazio ed in particolare il quarto nel 2013. Un bilancio davvero magro per uno abituato a lottare in mezzo al campo e ad essere uno degli idoli della Nord. Se la nostra memoria ci mostrerà di lui solo i ricordi migliori, ora non possiamo non tenere conto del suo scarso apporto alla causa biancoceleste. VOTO 5,5

Giuseppe BIAVA – Dai quei giocatori con tante primavere alle spalle non ti aspetti possano essere sempre al meglio, eppure Biava ha lottato su ogni pallone con l’eleganza e il tempismo che lo hanno sempre contraddistinto nel passato. In questa stagione ha giocato solo due partite, ma nel finale della scorsa stagione dettava legge su ogni campo anticipando gli attaccanti, anche quelli più scontrosi. Anche lui era negli undici della finale di Coppa Italia, unico trofeo che ha vinto nella sua lunga carriera. VOTO 7

Bruno PEREIRINHA – Arrivato a gennaio per risolvere i problemi di fascia della Lazio, ha dato più lavoro ai medici della clinica Paideia che agli addetti ai lavori. Ben cinque infortuni, di cui quattro lo hanno tenuto fuori per un mese o più (l’ultimo lo fermerà fino a metà gennaio 2014). In patria dicevano che fosse il nuovo Fabio Coentrao per la straordinaria accelerazione e duttilità tattica. In Italia tutto ciò è stato un film mai visto. Ok, la maggior parte delle volte è partito terzino che non è il suo ruolo naturale, ma senza dubbio, non ha certo mostrato di poter essere paragonato al biondo difensore delle merengues. Levargli il malocchio è un buon proposito d’inizio anno. Quell’assist ad Ederson uno squillo delle sue capacità tecniche. VOTO 5,5

Micheal CIANI – Nel corso dell’anno, in coppia con Cana, è diventato il difensore centrale prescelto da Petkovic, complici anche gli infortuni di Dias e Biava. Nella stagione attuale, ha alternato pessime prestazioni (come le partite contro Napoli e Genoa in casa) ad altre in cui si è ben espresso: su tutti la sua eccellente partita in casa del Milan, in cui è risultato decisivo segnando la rete del pareggio. L’imprevedibilità che lo ha contraddistinto dal suo arrivo in biancoceleste nell’estate 2012, non si è ancora trasformata in sicurezza per il reparto arretrato. Si deve ancora guadagnare pienamente la risonanza di punto fermo della Lazio. VOTO 5,5

Luis Pedro CAVANDA – Non è iniziato affatto bene il 2013 per Luis Cavanda, finito a metà gennaio fuori squadra per vicende contrattuali. Dopo 6 mesi passati da separato in casa e quando l’addio (si parlava di Premier, ndr) sembrava scontato, è arrivato l’inaspettato rinnovo. Pronti via subito titolare nella disfatta in Supercoppa contro la Juventus. In questa prima parte di stagione, complici gli stop di Konko e Radu ha giocato con buona regolarità con risultati, però, altalenanti. Le qualità ci sono tutte, manca la concentrazione e un pizzico di cattiveria. Ma il ragazzo crescerà ancora. VOTO 6-

Lorik CANA – Questo è stato un anno molto importante per l’albanese, era arrivato alla Lazio per essere il vice Ledesma ma, anche per colpa dei tanti infortuni in difesa, in tutto questo 2013 è stato provato più volte come difensore centrale. Anche lui è stato protagonista con una grande prestazione nella finale del 26 maggio, anche se quest’anno alcuni suoi svarioni hanno fatto perdere un po’ di punti alla Lazio. VOTO 6

De Freitas Ribeiro VINICUS – Difensore classe ‘93 è stato uno degli acquisti estivi per rinforzare la difesa laziale. Sembra questo giocatore essere un oggetto misterioso, nel ritiro estivo ad Auronzo ha fatto vedere buone cose, ma già ad agosto si infortuna alla caviglia destra. Inizia il campionato e di Vinicius neanche l’ombra. Arrivano le convocazioni, ma non le presenze. A novembre un nuovo infortunio, che arriva sempre senza aver disputato neanche un minuto di gioco, questa volta alla coscia e quindi un nuovo stop. Nessuno sa a questo punto se prima o poi vedremo giocare il brasiliano, c’è la seconda parte della stagione, l’augurio per questo nuovo anno è di poterlo giudicare sul campo. VOTO S.V.

Stefan RADU – E’ l’unico punto fermo della difesa laziale, e lo è stato per tutto l’anno. In campo non si è mai risparmiato, peccato per degli infortuni che lo hanno condizionato durante l’annata. Il terzino romeno è innamorato di Roma, ma soprattutto dei colori biancocelesti. Amor c’ha null’amato amar perdona, ed infatti l’affetto per il numero 26 è ricambiato dal suo popolo. Le esultanze sotto la Curva Nord, con tanto di sventolamento di bandiere e cori, hanno sancito un matrimonio con la tifoseria. Inoltre, Stefan ha migliorato anche la tecnica, in particolar modo il tiro da lontano, diventando pericoloso dalla sinistra. Ciliegina sulla torta: il gol capolavoro contro il Pescara. VOTO 6,5

Abdoulay KONKO – Il 2013 per lui si apre nel migliore dei modi. Nel match casalingo contro il Cagliari del 5 gennaio, va a segno per la prima volta in Serie A con la maglia della Lazio firmando il gol del pareggio (partita poi vinta per 2-1 dai biancocelesti). Anche nell’unica nota positiva di quest’anno, ovvero il derby di Coppa Italia (e annessa semifinale), il suo apporto è importante. Anche se nel 2012 sembrava un giocatore rinato sia a livello di gioco che a livello fisico, i suoi classici infortuni tornano a farsi sentire tenendolo lontano dal campo spesso e volentieri. Quando giocà però c’è. Si alterna con Candreva scorrazzando sulla fascia destra con una certa sicurezza e rapidità. Anche nella fase difensiva non possiamo classificarlo fra i peggiori. Peccato per le numerose assenze, se fosse sempre in condizione sarebbe veramente un giocatore imprescindibile. VOTO 6 

Diego NOVARETTI – Arrivato per ringiovanire e dare linfa nuova alla difesa biancoceleste, Novaretti non è mai stato davvero all’altezza di un campionato così difficile come quello di quest’anno. Utilizzato da Petkovic per 526 minuti tra Serie A e Europa League, il difensore argentino ha mostrato continuamente le sue lacune facendo arrabbiare non poco i tifosi laziali. Sebbene a giugno sembrava essere stato strappato alla spietata concorrenza del Manchester City, le sue prestazioni in campo non hanno fatto altro che sottolineare il perché un giocatore di questa età è stato per così tanto tempo nel calcio messicano, un calcio, diciamocelo, non proprio di primo piano. La chiara sintesi dei suoi primi sei mesi nella capitale sono i 90’ allo Juventus Stadium: che la squadra torinese sia la vera potenza di questo campionato è un dato di fatto, eppure i 4 gol subiti dalla Lazio sono i frutti di un reparto difensivo da mettere i brividi. Se nei primi minuti Novaretti era subito apparso un giocatore lento e macchinoso, il gol di Vucinic non ha fatto altro che evidenziare tutti i suoi limiti: scarsa velocità, reattività del tutto assente e un senso della posizione davvero raccapricciante. Vero è che per ambientarsi nella Serie A è necessario tempo e continuità, ma sicuri che a Manchester non lo volevano per portare la borsa a Kompany? Rimandato a giugno. VOTO 4,5

CENTROCAMPISTI

Cristian Daniel LEDESMA – Il 30 ottobre, grazie alla presenza in campo contro il Milan, Ledesma entra nella top ten dei giocatori più presenti con la maglia biancoceleste, superando Garlaschelli fermo a 276 gettoni. Un professionista esemplare ed un vero leader in campo, capitano di una squadra che in questa nuova stagione sembra aver smarrito le proprie certezze. La nuova stagione, densa di nuvoloni sopra Formello, non ha risparmiato neanche Ledesma, solitamente uno che non cede mai il passo. Non si discute la sapienza nel dettare i tempi di gioco e la capacità di interdire e recuperare palloni, ma il rendimento del perno basso del centrocampo laziale è sensibilmente calato e la performance totale della squadra ne ha risentito parecchio. Troppo spesso gira a vuoto, privando la Lazio delle sue geometrie. Certamente non è l’unico colpevole, ma quando le prestazioni generali non sono all’altezza delle aspettative, ovviamente i giocatori più rappresentativi sono i primi a salire sul banco degli imputati. Nonostante tutto però, non si possono non premiare le sue doti calcistiche e la sua straordinaria fedeltà ai colori ed alla causa biancoceleste. Sperando che Biglia completi velocemente il suo ambientamento a Roma ed al calcio italiano, cosa che sottolinea ancora di più la valenza dell’italo-argentino in campo. VOTO 6,5

Anderson HERNANES – Ombre, è stato principalmente caratterizzato da ombre il 2013 di Anderson Hernanes. Un anno difficile, qualcuno ha usato il termine “involuzione” che si addice perfettamente alla situazione del profeta. Un giocatore tutto d’un tratto spento, molle, quasi mai nel vivo del gioco e soprattutto, davvero poco incisivo. Un’annata “salvata” da due trofei: la Coppa Italia con la Lazio e la Confederations Cup con il Brasile vissuta da 12esimo in campo. Saranno state le voci di mercato, sarà stato un rinnovo (si parla però di accordo quasi raggiunto) che tarda ad arrivare, ma l’Hernanes ammirato nelle prime due annate biancocelesti era un altro. I tifosi lo aspettano, lui è già carico: “Spero in un 2014 pieno di successi”, ha dichiarato una settimana fa nella cena di Natale con la squadra. Adesso tocca solo a te, Profeta. Tocca a te rialzare la Lazio. VOTO: 5

Honorato EDERSON – L’ex Lione fino ad ora è entrato nel tabellino dei marcatori una sola volta in questo 2013. Più volte è stato definito come un “nuovo” acquisto anche perché, dopo i vari infortuni, si era rimesso in sesto e poteva rappresentare una valida alternativa ad Hernanes, però non è mai stato decisivo. VOTO 5,5

Stefano MAURI – L’uomo derby per eccellenza e pedina fondamentale del centrocampo biancoceleste. Un infortunio rimediato nella partita contro il Napoli non gli ha permesso di essere presente in maniera continuativa, ma nella storica finale di Coppa Italia come sempre è stato fondamentale per tutti i novanta minuti e anche nella giocata che poi ha innescato il gol di Lulic. Purtroppo a luglio è arrivato per lui il deferimento, per le accuse nell’ambito del calcio scommesse, che ancora oggi lo tiene fuori dal campo, tutti i tifosi aspettano con ansia il ritorno del Capitano. VOTO: 6,5

Alvaro GONZALEZ – Infortuni, acciacchi e varie convocazioni da parte della sua nazionale in giro per il mondo fanno sì che il Tata non si esprima mai al meglio. Considerando poi il clima generale nello spogliatoio biancoceleste in questo 2013, le cose non possono far altro che peggiorare. Alvaro però, continua con ciò che sa fare meglio, ovvero correre, correre, correre e recuperare palloni, ma la situazione generale lo trascina giù. Petkovic lo utilizza a sprazzi, molto spesso preferisce Onazi a lui, oppure lo “butta dentro” a pochi minuti dalla fine in caso di vantaggio già acquisito (vedi derby del 26 maggio, al minuto ’84 esce Hernanes ed entra il Tata) ma quando chiamato in causa Gonzalez si fa trovare quasi sempre pronto, disputando gare comunque positive. Una dimostrazione lampante è la semifinale di ritorno in Coppa Italia contro la Juventus, nella quale l’uruguaiano non solo disputa una partita di carattere e gambe, ma segna anche un gol pesantissimo. Voto 6+

Eddy ONAZI – Il suo 2013 di sicuro non può considerarsi un anno privo di trofei: iniziato con il successo in Coppa d’Africa, il centrocampista nigeriano ha partecipato anche alla storica vittoria in Coppa Italia. Partito, forse, con il piede sul freno nel corso dell’anno solare si è preso in mano il centrocampo della Lazio donandogli quel mix di grinta e qualità che avevano incantato tutti sin dai tempi della Primavera. Se la scorsa stagione aveva faticato a trovare il posto da titolare, nel nuovo campionato il classe ’92 è stato utilizzato da Petkovic in modo continuo. I fantastici gol contro lo Stoccarda e l’Inter e la strepitosa prestazione nel derby del 26 maggio erano stati la ciliegina sulla torta di un anno davvero intenso. Sulla scia dell’entusiasmo, Onazi ha sempre cercato di mantenere gli stessi livelli, cercando ad ogni partita di prendere per mano una squadra troppo in confusione. Sebbene da un giovane veterano come lui i tifosi si aspettino qualcosa di più, il suo apporto è stato comunque importante e la sua maglia sempre tra le più sudate. Il gol non è ancora arrivato ma questo sembra non aver scoraggiato il nigeriano che non ha mai fatto mancare la sua corsa ed i suoi muscoli sia in fase difensiva sia in fase di attacco. VOTO 6.5

Felipe ANDERSON – Doveva arrivare a Roma già nel gennaio 2013, sembrava fatta, e invece tutto è slittato all’estate e dopo una logorante trattativa con la dirigenza del Santos, Felipe è diventato biancoceleste. Nel frattempo si è procurato un brutto infortunio alla caviglia che lo ha condizionato per circa 5 mesi ed è atterrato a Roma mezzo ‘rotto’. Inevitabilmente il lungo periodo di inattività ne abbia condizionato i primi mesi a Formello. Il debutto è arrivato a Trebisonda in Europa League, e a sprazzi si sono intraviste le sue potenzialità. Qualche sporadica apparizione in campionato, in cui a volte ha fatto bene e altre ha dimostrato di doversi ancora adattare al calcio italiano. Il 28 novembre a Varsavia è arrivata la sua prima gioia in biancoceleste con il gol al Legia in Europa League, ma tutto ciò non è bastato per conquistarsi un posto da titolare, anzi nell’ultimo periodo non ha mai visto il campo. Chissà che Reja non riesca a valorizzarlo. Per ora il giudizio è sospeso. VOTO 5,5

Lucas BIGLIA – ‘El Principito’ è arrivato a Roma circondato da grandi aspettative. Il suo nome era da tempo sui taccuini di tante big europee viste le ottime stagioni con la maglia dell’Anderlecht, squadra di cui era divenuto il faro assoluto. Nei suoi primi mesi laziali, è stato lanciato subito titolare da Petkovic, prima in coppia con Ledesma, con il quale è risultato incompatibile, e poi da solo in cabina di regia. Il suo rendimento però è stato altalenante: a qualche buona uscita sono seguite altre prestazioni anonime. Nelle ultime partite è stato provato anche da interno di centrocampo e si è disimpegnato meglio. Nella sciagurata trasferta di Verona è arrivato anche il suo primo gol italiano, quello dell’illusorio 1-1, un colpo di testa, non proprio il pezzo forte del suo repertorio. La speranza è che adesso abbia rotto gli indugi e sia pronto a prendere per mano il centrocampo biancoceleste. VOTO 6 d’incoraggiamento.

Senad LULIC – Che dire? Possiamo iniziare a parlare di questo avvio di stagione così e così, di un inizio 2013 in chiaroscuro. Sì, ma che ce frega? Scusateci, ma con l’eroe del 26 maggio, non possiamo non esser imparziali. Quel gol è entrato nella storia della Lazio, non solo, anche nella leggenda del calcio romano. Un semplice piattone destro, alle ore 19,27 di una domenica di fine maggio, verrà ricordato in eterno. Le altre giocate del bosniaco di quest’annata, no. Senad ha regalato una gioia infinita al popolo laziale, che non potrà mai passare, che rimarrà indelebile negli anni a venire. Non potendogli fare una statua in Piazza del Popolo, almeno concedeteci di dargli un bel 10 in pagella. VOTO 10 (Per il gol del 26 maggio). VOTO 6- (Per tutto il 2013).

Antonio CANDREVA – Sei mesi da supereroe, ed altri sei in cui ha fatto quel che ha potuto. Che era predestinato ad entrare nel cuore dei tifosi biancocelesti lo si era capito dalla notte di Lazio-Napoli, quando si scrollò definitivamente di dosso l’onda di un passato da tifoso giallorosso. Ormai punto fisso della nazionale di Prandelli, con i suoi cross col contagiri e gol al bacio ha fatto sognare la Nord fino alla conquista della Coppa Italia. In finale fu sua l’invenzione per Lulic che portò la Lazio in apoteosi. Alla squadra senza carattere di inizio campionato si può rimproverare di tutto. A Candreva non è lecito rinfacciare molto. Dopo le contestazioni (in Europa, ma anche prima del match poi vinto con il Cagliari grazie anche ad un suo gol dal dischetto) si è sempre prodigato per riallacciare i rapporti fra team e tifoseria, mostrando di tenere ai colori per cui dai due anni si spreme sino all’ultima goccia di sudore. Impegno, caparbietà e cuore non hanno mai fatto difetto. Il resto non è neppure da aggiungere. E’ lui l’uomo da cui ripartire. VOTO 8

ATTACCANTI

Sergio FLOCCARI – Una prima parte di 2013 strepitosa per l’attaccante di Vibo Valentia, che si ha trovato poco spazio in campionato, ma con un suo gol ha deciso al 93’ la semifinale di Coppa Italia contro la Juventus che ha permesso alla Lazio di giocare e vincere la storica finale con la Roma. In estate si era parlato molto di una sua cessione ma alla fine l’attaccante calabrese ha deciso di rimanere e come sempre mettersi a disposizione della squadra in qualsiasi momento, sempre pronto a scendere in campo. La seconda parte del 2013 non è stata però così brillante, solo quattro partite da titolare per lui e nessun gol in campionato, mentre dà sempre il suo contributo importante in Europa. Una stagione altalenante quella dell’attaccante calabrese, che si è sempre fatto trovare pronto ma non riesce ad incidere come in passato. VOTO: 6

Balde KEITA – Diciotto anni, potenza fisica fuori dal comune, tecnica, velocità, caparbietà, dribbling. In questo 2013 passato a metà fra Primavera e Prima Squadra ha dimostrato che le fondamenta ci sono e su di esse si potrà costruire qualcosa di grande. Sarà il 2014 a svelarci se il giovane ex blaugrana possiede anche la costanza e la maturità imprescindibili per essere etichettato come un campione con la C maiuscola. Nell’anno solare ha collezionato uno scudetto Primavera da protagonista, un esordio con gol in Europa League e le prime marcature in serie A. Tutte da evidenziare per pregevolezza e fattura. I tifosi lo acclamano, è stata la nota positiva anche nelle giornate più buie; gli esperti del settore gli danno del predestinato. E’ tutto nelle sue mani, nelle mani del ragazzo che disse di no al Barca. Partenza col botto, vedremo se il futuro sarà altrettanto scoppiettante. Prescelto. VOTO 7,5

Brayan PEREA – Sette gol al Deportivo Calì nella passata stagione che hanno stuzzicato l’appetito della dirigenza biancoceleste e poi l’approdo nella Capitale. Esordisce da titolare in Europa League e confeziona due assist per Onazi e Floccari; sigla il primo gol in serie A con l’Atalanta agguantando il momentaneo pareggio e timbra anche il cartellino in Europa contro il Legia Varsavia. Spostato diverse volta da Petko, “El Coco”, che fosse da seconda punta o esterno nel tridente, si è sempre messo in luce piuttosto positivamente. Per la curva a ribasso della squadra non ha colpe. Impiegato poco, assieme a Keita ha dato modo di accennare sorrisi anche nei picchi più bassi della stagione. C’è del potenziale. VOTO 6,5

Miroslav KLOSE – L’età si inizia a far sentire per Miro Klose, ma da uno come lui ci si aspetta sempre qualcosa di più. In questo 2013, il Panzer ha realizzato 9 reti, di cui 5 in una sola partita. Se le avesse distribuite nei mesi, sarebbe stato meglio, ma il numero 11 biancoceleste è stato falcidiato dagli infortuni. Proprio questi ultimi, sono stati spesso discussi dall’ambiente, che ha captato in Miro, la volontà di presentarsi al Mondiale in forma perfetta, a scapito della Lazio. Anche le chiacchiere sul suo futuro, non hanno fatto di certo bene. Poco importa, l’unica cosa certa è che con Re Miro in campo la Lazio ha un’altra marcia: non a caso nelle ultime due vittorie in campionato il tedesco è stato decisivo con 3 reti realizzate ed un rigore procurato. VOTO 6+

ALLENATORE E DIRIGENZA

Vladimir PETKOVIC – Essere chiamati a giudicare l’operato del tecnico bosniaco è davvero un’operazione ingrata. Ogni laziale ricorderà Vlado per i due derby vinti in campionato e soprattutto per il 26 maggio, ma tenendo conto dell’intero 2013, il giudizio su Petkovic è quasi inevitabilmente negativo: proprio dal girone di ritorno della scorsa stagione infatti (a 2013 appena iniziato) è iniziata la sua crisi di gioco e risultati. Ai 39 punti del girone d’andata si sono sommati infatti soltanto i 22 del girone di ritorno e la Lazio ha chiuso al 7° posto. Soltanto la vittoria della Coppa Italia contro la Roma ha evitato che la Lazio rimanesse fuori dall’Europa e che la stagione fosse considerata fallimentare. La stagione attuale è iniziata tra mille difficoltà: tanti infortuni e poche alternative, ma anche lui ci ha messo del suo, prima di tutto non puntando i piedi per avere ciò che aveva chiesto (un attaccante da doppia cifra) e cambiando troppe volte modulo. Non ci sono poi molti dubbi nel dire che abbia gestito male l’intero affaire con la Svizzera, poiché anche se non ha fatto nulla di scorretto, non è stato il Vlado elegante che tutti avevamo conosciuto e apprezzato. VOTO 5,5 (6,5 tenendo conto delle cose belle)

Igli TARE – Vedendo i risultati di questa prima parte di stagione il voto è scontato, ma sarebbe riduttivo addossare tutte le colpe al direttore sportivo biancoceleste. Negli ultimi anni, nonostante le poche risorse economiche che gli sono state messe a disposizione, si è comportato egregiamente. Certo, sulle sue spalle pesano gli acquisti di Biglia e Anderson che per il momento non si sono rivelati all’altezza, ma se sono stati presi un motivo ci sarà. Per il resto nell’ultima sessione di mercato l’unica trattativa degna di nota (Yilmaz) è stata portata avanti direttamente dal presidente Lotito e il dirigente albanese ha poche colpe. Sicuramente non avrà gradito l’addio di Petkovic, siccome è stato proprio lui a portarlo nella Capitale, e non avrà gradito neanche il ritorno di Reja (non si sono lasciati benissimo). Il suo obiettivo era quello di far sbarcare a Roma la prossima estate Murat Yakin, ma il contratto firmato da Reja fino al 2015 riduce notevolmente le possibilità di vedere il tecnico svizzero sulla panchina biancoceleste. A questo punto a fine stagione non è escluso un suo addio. Nelle ultime settimane si è parlato anche di un forte interesse dell’Inter nei suoi confronti. Il voto complessivo, sommando la prima e seconda parte del 2013, è comunque positivo. VOTO 6-

Claudio LOTITO – Questo 2013 per il patron biancoceleste (Coppa Italia a parte) è stato un vero disastro. La disfatta è lunga ben 12 mesi. Tutto inizia nella sessione invernale del calciomercato, la squadra navigava nella zone alte della classifica ed era ancora in corsa in Europa. Servivano (come al solito) quei 2-3 rinforzi che potevano permettere alla squadra il definitivo salto di qualità, ma poi sappiamo tutti come è andata a finire. In estate sono arrivati otto giocatori, ma molti di loro dopo sei mesi sono ancora in cerca di un’identità. Insomma, una vero fallimento. Un 2013 che si è chiuso con il botto (in negativo): disfatta a Verona e addio di Petkovic. Un’altra situazione gestita malissimo. Il tecnico di origini bosniache ha firmato un contratto con la Nazionale Svizzera senza neanche avvisare la società e questo dimostra che la dirigenza biancoceleste dopo tanti anni non riesce ancora ad imparare dai propri errori. E’ stato richiamato Reja per risollevare una squadra che si è completamente persa. Questa prima parte di stagione è sicuramente una delle peggiori della gestione Lotito e anche il diretto interessato non ha potuto negare l’evidenza. Si spera in un 2014 migliore, anche perché è veramente difficile fare peggio. VOTO 4,5

 

Hanno collaborato:

Il direttore Francesco Ponticiello, Gianmarco Liberati, Jessica Reatini, Federica Foschi, GiorgioAndrea Di Fazio, Benedetta Orefice, Alessandra Esperide, Marco Da Pozzo, Edoardo De Santis e Marco Giuliani.  

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