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IL PAGELLONE del 2016 di Lazionews24

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Il 2016 si chiude e con esso anche l’anno a due facce della Lazio. Prima parte da dimenticare per la compagine biancoceleste con Pioli in panchina, tante delusioni e poche gioie, poi con la stagione ormai compromessa arriva Simone Inzaghi. Proprio lui, quello che a sorpresa, ha riportato la Lazio in alto e soprattutto i tifosi alla stadio. La squadra in questa seconda parte dell’anno invece ha regalato tante gioie, ed è pronta a continuare questo cammino anche nel 2017. Alcuni giocatori si sono confermati. Altri hanno ancora deluso. Poi c’è una dirigenza che continua a stupire, ma allo stesso tempo commette ancora degli errori. La redazione di lazionews24.com vi propone il pagellone dell’annata appena conclusa.

PORTIERI

Federico MARCHETTI: Tanti bassi e pochi alti, ma nonostante le tante noie muscolari, le stagioni passano e Federico Marchetti resta sempre il titolare fra i pali biancocelesti. Il suo 2016 sarà ricordato per i due rigori parati nella stessa partita a Mbakogu del Capri e per la convocazione in Nazionale agli Europei giocati in Francia. Discontinuo. VOTO: 5


Etrit BERISHA:
Il suo 2016 biancoceleste è rappresentato da 7 misere presenze nella passata stagione. L’albanese è ancora di proprietà della Lazio e nonostante stia facendo bene con l’Atalanta, difficilmente è ipotizzabile un suo ritorno a Roma. Dopo tante critiche, probabilmente quest’anno avrebbe fatto comodo. VOTO: 5.5

 

Thomas STRAKOSHA: Il portierino albanese si è ritrovato inaspettatamente protagonista in questo avvio di stagione in cui il portiere titolare Marchetti ha accusato almeno un paio di infortuni muscolari. La circostanza è stata abbastanza sorprendente poiché la Lazio a gennaio scorso aveva acquistato Vargic per fare il secondo, in previsione di una partenza di Berisha. Che croato però non ha convinto Inzaghi che ha preferito puntare su un giovane già allenato ai tempi della primavera biancoceleste con ottimi risultati: Ogni volta che stato chiamato in causa si è sempre comportato bene risultando tra i migliori in diverse circostanze. La Lazio intende a premiarlo con il rinnovo da capire se nelle vesti di titolare o di riserva promettente. VOTO: 7

Ivan VARGIC: S.V.

DIFENSORI

Stefan DE VRIJ: La sua assenza, nella prima parte del 2016, si è fatta sentire, e come. Da quando il colosso olandese è stato fermo ai box per infortunio, la difesa biancoceleste sembrava il Titanic; ha imbarcato acqua da tutte le parti e Mauricio, Bisevac e Hoedt, non riuscivano a trovare il modo di tappare i buchi. Il suo rientro, ha coinciso con la rinascita del pacchetto arretrato che, grazie anche agli indovinati innesti di Wallace e Bastos, è diventato nuovamente impermeabile, proprio come ai tempi del Pioli versione uno. Come di consueto, le sirene estere sono tornate a risuonare per lui, con i maggiori club europei che ormai gli fanno la corte da anni. La Lazio farà di tutto per trattenerlo, per non privarsi di un elemento fondamentale per il futuro, ma diventa maledettamente difficile, ogni sessione di mercato che passa, respingere i mittenti. VOTO: 7.5


Dusan BASTA:
Uno dei giocatori più utilizzati da Simone Inzaghi in questo avvio di stagione, il numero 8 biancoceleste è ormai una garanzia sulla corsia destra. Le sue sovrapposizioni con Felipe Anderson rappresentano autentiche spine nel fianco nei confronti delle difese avversarie, e i suoi cross sono spesso invitanti per Immobile e compagni. Autore già di due assist, il classe ’84 di Belgrado è purtroppo frequentemente soggetto a infortuni muscolari che lo costringono a stare fuori dal campo per diverse settimane, ma grazie alla sua determinazione riesce sempre a tornare più forte di prima. VOTO: 6.5 


PATRIC:
18 presenze con la maglia biancoceleste da quando è approdato a Formello ma ha ancora tanta voglia di fare. Il numero 4, proveniente dal Barcellona ha conquistato, soprattutto nell’ultimo anno, la fiducia di mister Inzaghi, tanto da farlo diventare il vice Basta a tutti gli effetti. VOTO: 6


Wesley HOEDT:
Ha sempre trovato spazio, anche grazie agli infortuni di Gentiletti e de Vrij, sia con Pioli che con in Inzaghi. Il 2016 è stato un anno importante per Wesley che alla sua prima esperienza in Serie A ha collezionato in totale 17 presenze: alti e bassi mai continuo. Poi è arrivato il mercato estivo e la concorrenza è aumentata. In questa prima parte di stagione ha giocato 6 partite e realizzato anche un gol alla prima stagionale contro l’Atalanta. VOTO: 6.5??

Jordan LUKAKU: Neo acquisto del calciomercato estivo, Jordan esordisce con la maglia biancoceleste il 21 agosto, nella prima di campionato, trasferta vinta dalla Lazio 4-3 sul campo dell’Atalanta. Ottima corsa e buona prestanza fisica da subito si mette in evidenza. Peccato per l’infortunio alla caviglia nella prima parte della stagione. VOTO: 6

BASTOS: L’acquisto del calciatore angolano dai russi del Rostov Sul finire del mercato estivo è passato quasi inosservato. Non avendo alle spalle chissà quale curriculum e il difensore africano è arrivato a Formello in un clima di tiepida diffidenza, ma gettato subito nella mischia da Simone Inzaghi ha impressionato tutti, specie nella partita con la Juventus in cui non fece vedere un pallone a Higuain. Nelle gare in cui è sceso in campo ha dimostrato di trovarsi più a suo agio nella difesa a tre ma non ha sfigurato neanche quando impiegato in una linea di quattro. Soltanto un problema muscolare che lo ha tenuto ai box per circa due mesi ne ha frenato la rapida e inaspettata ascesa. VOTO: 6.5

Stefan RADU: Uno dei più positivi da sempre, anche quando tutto sembra andare storto. Da centrale in una difesa a tre o a quattro, oppure da terzino, il suo rendimento non cambia. E’ l’anima della Lazio e quando non c’è si sente eccome (vedi Milano). Permetteva prima a Pioli ed ora a Inzaghi, di cambiare modulo a gara in corso e di non dare riferimenti agli avversari sul sistema di gioco. I soliti infortuni ogni tanto ne limitano le potenzialità, ma Stefan è stato e continuerà ad essere la colonna portante di questa squadra. VOTO: 7 

Fortuna Dos Santos WALLACE: Arrivato nel mercato estivo dal Braga, il brasiliano fino a questo momento ha trovato spazio nonostante la concorrenza. Inizio in salita per lui è balzato agli onori della cronaca per l’errore nel derby, ma prima contro il Genoa aveva segnato anche il suo primo gol ufficiale. Può giocare sia in una difesa a 3 che a 4, ha grossi margini di miglioramento e il futuro dalla sua parte. VOTO: 6.5 

Edson BRAAFHEID: Era arrivato il 1 Agosto 2014, tesserato dalla società biancoceleste a titolo gratuito, dopo aver sostenuto un periodo di prova ma la sua esperienza sotto il Colosseo dura soltanto due anni e dopo aver messo a referto appena 21 presenze senza segnare alcuna rete, ritorna nuovamente in Olanda, sponda Utrecht. Eppure le origini del Suriname (le stesse dell’ex centrocampista del Milan Clarence Seedorf), sembravano fungere da garanzia. Ed in effetti, la partenza non era stata tanto male; esordio contro il Cesena il 14 Settembre ed una serie di prestazioni discrete. Poi comincia a diventare paziente fisso della Paidea, trascorrendo più tempo in clinica che sul campo e tra infortuni e scelte tecniche, raggranella soltanto otto presenze nel 2016, diventando così una delle tante meteore che in questi anni sono passate da queste parti, senza lasciare il segno. VOTO: 4

Milan BISEVAC: Solo sei mesi per il serbo con l’aquila sul petto. Si sa quando si tratta di difensori i tifosi tremano sempre un po’ ripensando agli acquisti degli ultimi anni. Milan Bisevac si inserisce nel limbo, non di certo un fenomeno ma che messo accanto a un buon difensore può fare il suo. Il nazionale serbo però non ha convinto collezionando 15 presenze e un gol. VOTO: 5

Santiago GENTILETTI: Il 2016 doveva essere l’anno del riscatto e invece i problemi al ginocchio hanno pregiudicato la sua stagione anche se l’argentino è sempre stato la prima scelta sia per Pioli che per Inzaghi, i due tecnici hanno sempre dato fiducia al giocatore tanto che nel finale di campionato ha disputato sei gare consecutive in coppia con Hoedt o Bisevac. Poi nel mercato estivo ha lasciato definitivamente la Lazio trasferendosi al Genoa. VOTO: 5.5

Abdoulay KONKO: il terzino attualmente in forza all’Atalanta si è rivelato molto prezioso nella seconda parte dello scorso campionato, avendo giocato ben 15 partite dal primo minuto. L’ex Siviglia quando è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente dando delle buone garanzie a tutto il reparto arretrato, ma questo non è bastato per convincere la società a rinnovargli il contratto: i troppi infortuni hanno fatto sì che la sua carriera sia proseguita lontano dalla Capitale. VOTO: 6 

MAURICIO: Il 2016 biancoceleste del difensore brasiliano comprende solo i mesi da gennaio a giugno, in quanto non rientrando più nei piani della società il 29 agosto viene ceduto in prestito allo Spartak Mosca. Nonostante la grinta che lo contraddistingue non dà mai l’impressione di poter guidare la retroguardia laziale a causa della sua poca precisione in fase di impostazione e al suo essere troppo falloso. Alterna buone partite ad altre dove invece è un vero e proprio disastro. Il suo declino coincide con l’infortunio di De Vrij: senza l’olandese Mauricio perde la bussola, inanellando una prestazione negativa dopo l’altra. VOTO 5

CENTROCAMPISTI

Lucas BIGLIA: Capitano e vero top player della Lazio, le aspettative sul suo nome per questo sono sempre altissime. Il 2016 però non ha regalato grandi soddisfazioni personali (sconfitta in finale di Coppa America con l’Argentina), neppure a livello di squadra. Nonostante i numerosi problemi fisici, che lo hanno obbligato a saltare ben 10 gare, Inzaghino depone in lui molta fiducia, rimane sempre considerato uno degli insostituibili. Con l’argentino in campo la media punti dei capitolini è di 1.92 a partita, è un calciatore moderno che garantisce la doppia fase, ordine in regia e recupero della sfera. Adesso però i tifosi si aspettano da lui la giocata più importante: la firma per il rinnovo del contratto. Insostituibile. VOTO 5.5

Danilo CATALDI: Come un fiore che quando è al momento di sbocciare, sfiorisce e appassisce al freddo ed alle intemperie ed è così costretto a ricominciare nuovamente il suo processo di vita. Questa è la sintesi dell’anno altalenante vissuto da un talento in erba che non ha mai espresso sino in fondo tutte le proprie potenzialità: Danilo Cataldi. Protagonista di un grande campionato durante la prima gestione-Pioli, il prodotto del vivaio biancoceleste ha vissuto una prima parte di 2016 davvero difficile. Tutto è cominciato con l’infortunio di Biglia e la mancanza di un suo vice. Si decide così di impiegare in quel ruolo, proprio Danilo il quale però, non ha esattamente le stesse caratteristiche del metronomo argentino. La sua persona comincia così a caricarsi di aspettative, a subire il peso di una responsabilità più grande di lui e sotto la quale crolla. Con l’avvento di Inzaghi, le cose però cambiano; il tecnico di Piacenza recupera psicologicamente un calciatore dalle indiscusse qualità tecnico-tattiche, reinserendolo lentamente e sgravandolo dalle forti pressioni. Risultato? Il giovane mediano appare un calciatore trasformato e pian piano, sta ritornando ai livelli di due stagioni fa. La Lazio ha bisogno anche di lui per costruire delle solide basi per il futuro e chissà se con il tempo, possa riconquistare anche la casacca azzurra che aveva conquistato dopo tanto sacrificio e sudore. VOTO 6.5

Alvaro GONZALEZ: Una certezza: saluterà la Lazio dopo un calvario. VOTO: S.V.

Moritz LEITNER: Solo una domanda: perchè? VOTO: S.V.

Senad LULIC: Nel corso delle ultime due stagioni abbiamo visto il bosniaco disimpegnarsi con egual bravura ormai in tutte le posizioni del campo. Sia Pioli che Inzaghi ne hanno potuto apprezzare la grande duttilità, dote che consente di optare per diversi moduli a inizio gara o a partita in corso. Anche nel 2016 l’eroe del 26 maggio ha dimostrato di saper sopperire a qualche lacuna tecnica con prestazioni generose. Ad oggi è uno dei senatori dello spogliatoio biancoceleste. VOTO: 6.5 

Sergej MILINKOVIC-SAVIC: Primo gol in Serie A, primo gol in Europa League: l’annata inizia in modo fantastico per il classe ’95, prosegue ancora meglio dalla metà in poi. Se nella «prima era» Inzaghi trova inizialmente poca considerazione, nella stagione in corso è diventato uno dei punti fermi della Lazio. La sua forza fisica e la bravura negli inserimenti lo hanno reso uno dei migliori prospetti del panorama europeo. Scommessa vinta. VOTO: 7.5

Ravel MORRISON: Saranno rimasti delusi quanti speravano vedersi compiere la promessa inglese con la maglia della Lazio. Dopo una stagione vissuta praticamente in naftalina con Pioli (soltanto 8 presenza tra campionato e coppe), l’ex Manchester United sembrava pronto a ritagliarsi spazio sotto con Inzaghi, mister molto incline a lanciare i giovani. Era stato protagonista nella prima parte del ritiro, ma poi è progressivamente scomparso dai radar di Formello. Atteggiamenti non da professionista e una scarsa attitudine al sacrificio in allenamento lo hanno relegato ai margini. A gennaio con molte probabilità sarà addio. VOTO: 4

Alessandro MURGIA: E’ il futuro della Lazio, ragazzo con la maglia cucita davvero sulla pelle. Cresciuto nelle giovanili sotto la guida del suo maestro Inzaghi, viene lanciato in Serie A nella trasferta contro il Torino e trova la sua prima rete in maglia biancoceleste. Fin qui è sceso in campo sei volte, tutti spezzoni finali di match. Possiamo tuttavia scommettere che acquisirà gradualmente sempre più importanza nel centrocampo della squadra per cui ha sempre sognato di giocare. Promessa. VOTO 7

Marco PAROLO: Il centrocampista di Gallarate ha accusato un calo nei primi sei mesi dell’anno (di pari passo con tutta la squadra), per poi riprendersi con la maglia della Nazionale disputando un buonissimo Europeo agli ordini di Antonio Conte. In questa prima parte di campionato ha totalizzato 1504 minuti conditi da un gol e due assist giocando tutte le partite ad eccezione di quella contro la Fiorentina dove era squalificato, a testimonianza di quanto sia una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di mister Inzaghi grazie al suo dinamismo e ai suoi inserimenti alle spalle dei difensori avversari. VOTO: 6.5

Felipe ANDERSON: I suoi alti e bassi ci sono stati e ci saranno sempre, ma nella seconda parte di 2016, Felipe si è riscoperto importante per questa giovane Lazio. E’ uno dei più coinvolti, tutte le azioni passano dai suoi piedi e a tratti sembra essere tornato quello di 2 anni fa. Terzo per numero di assist vincenti in Serie A, a cospetto di due soli gol, anche se il suo scatto decisivo è stato dal punto di vista mentale più che tecnico. Anche quando Inzaghi lo schiera come quinto di centrocampo, il suo apporto alla causa è sempre encomiabile. Dopo esser stato più volte oscurato da una figura ingombrante come quella di Candreva, finalmente può prendersi i riflettori e recitare il ruolo di attore protagonista. VOTO: 7

Stefano MAURI: Dover dare un voto all’ex capitano, simbolo di una Lazio nella quale ha militato ben nove anni, totalizzando più Di 300 presenze, condite da oltre 42 reti conquistando due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana, è davvero impresa ardua. Pur tuttavia, tutto l’ambiente biancoceleste è stato contento di averlo in rosa per un altro anno, dopo la chiusura delle indagini sulla vicenda calcio-scommesse che lo aveva coinvolto nel Dicembre del 2011. La fine di un vero e proprio calvario durato ben cinque anni, per il centrocampista originario di Monza che ha potuto così far ritorno a casa, nella seconda parte del 2016. Certo, senza lo smalto dei tempi migliori, considerata anche l’età, ma se non altro il suo arrivo ha permesso di fare da collante ad uno spogliatoio che dopo la vicenda relativa alla fascia di capitano, consegnata poi a Biglia, ha cominciato a perdere armonia e serenità. Alla fine si conteranno 19 gettoni di presenza, conditi da una sola rete; ciò non gli permetterà di riguadagnarsi la fiducia della società ed il suo addio silenzioso, lo diventa ancor di più perché si sovrappone a quello di Klose. I supporters biancocelesti però non lo dimenticheranno, per quello che ha saputo dare in termini di qualità ed attaccamento alla maglia. VOTO: 6

Eddy ONAZI: I troppi problemi riscontrati con la società nell’ultima stagione in biancoceleste lo hanno spinto a lasciare la Capitale. Il centrocampista nigeriano non ha mai mollato un centimetro per la Lazio, club con il quale è cresciuto e calcato palcoscenici prestigiosi. Dopo l’esonero di Pioli, l’attuale calciatore del Trabzonspor ha trovato più spazio nella formazione di mister Inzaghi, quando la stagione però era già compromessa. Triste addio. VOTO 6 


Antonio CANDREVA:
Nel marasma della precedente stagione, è stato comunque uno dei più positivi, sia con Pioli che con Inzaghi. Desiderava di cambiare maglia, ma nonostante ciò, ha dato il fritto fino all’ultima partita. I numeri sono sempre stati dalla sua parte, anche quando mentalmente sembrava già essere lontano da Roma. VOTO: 6.5

LUIS ALBERTO: Pagato quasi 5 milioni di euro a giugno doveva essere il sostituto di Antonio Candreva, uno che nella Lazio giocava un ruolo importante, ci si aspettava quindi che dopo un certo periodo si fosse ambientato. Invece le presenze registrate sono due, e sempre a partita in corso. L’ex Liverpool non rientra nei piani di Inzaghi e molto probabilmente lascerà la Capitale a gennaio. Voto: S.V.

ATTACCANTI

Balde Diao KEITA: Il 2016 doveva essere l’anno della sua definitiva consacrazione. E’ stato senz’altro l’anno in cui ha trovato la giusta continuità sul campo, tuttavia la esplosione non si è ancora registrata. Il senegalese nell’anno che sta per concludersi ha fatto parlare di sé e più e più volte per i suoi atteggiamenti fuori dal campo, come quando in estate, in aperta polemica con la società, ha raggiunto il ritiro di Auronzo con cinque giorni di ritardo. Ad un certo punto la frattura con la società sembrava insanabile e il suo futuro lontano da Roma, ma poi il caso è rientrato. Il presente racconta di un rinnovo che stenta ad arrivare ed un futuro in biancoceleste più che mai incerto. VOTO: 6.5

Filip DJORDJEVIC: Non è il bomber che tutti sognano, quel numero 9 che la maggior parte di noi ha nella testa. Nella stagione scorsa ha totalizzato 27 presenze, di cui 15 da titolare, con tre gol realizzati. In questa stagione invece le presenze sono 10 su 18 partite, delle quali solo due da titolare. Inzaghi non lo ha messo al centro del progetto Lazio e con molta probabilità ha già la valigia in mano per gennaio. VOTO: 5

Ciro IMMOBILE: La ciliegina sulla torta della campagna acquisti estiva è lui. Il suo impatto con la Lazio è devastante: 9 gol nelle prime 11 partite. Grazie alle sue reti riesce a portare la squadra in alto, salvo poi incappare un periodo di appannamento che lo vede tutt’ora a digiuno da ben 7 partite. Nonostante per un attaccante gonfiare la rete sia fondamentale, lui non si perde d’animo ed è sempre uno dei migliori in campo. Necessiterebbe di un ricambio alla sua altezza per poter rifiatare, ma a quello deve pensarci qualcun altro. I suoi primi mesi a Roma posso definirsi più che positivi. VOTO: 7.5

Ricardo KISHNA: Aveva chiuso il 2015 collezionando 15 presenze e segnando due gol. Purtroppo il 2016 non è stato il suo anno. Colpa degli infortuni e non solo: una solo presenza contro l’Atalanta il 13 marzo. Poi con l’arrivo di Inzaghi non ha più visto il campo. L’inizio di stagione 16/17 si è rivelato un vero flop. Partito titolare nella prima di campionato e contro il Chievo poi non ha più giocato, l’ultima volta è entrato contro la Fiorentina a gara in corso. E’ comunque giovane (21 anni) e ha ancora tempo per rifarsi. VOTO: 5

Cristiano LOMBARDI: Che fosse un predestinato, lo si è visto subito, dalla partita di esordio vinta in trasferta contro l’Atalanta per 4 a 3. Schierato tra i titolari, il giovane classe 95’, originario di Viterbo, non si lascia sopraffare dall’emozione e dopo appena 33’ minuti, sigla la sua prima rete in serie A. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti, che vorrebbe vivere qualsiasi calciatore che si appresta a cominciare la propria carriera. Eppure, fino a pochi mesi prima di quella calda serata estiva del 21 Agosto, il numero 25 biancoceleste, continuava a segnare e trascinare la formazione Primavera. Poi succede che quello che un tempo era stato il suo maestro, si ricordi di uno dei suoi pupilli ed una volta diventato allenatore della prima squadra, lo porti con sé nel ritiro estivo di Auronzo. Esame superato a pieni voti ed inserimento in pianta stabile nella rosa dei titolari; tutto ciò, rappresentava per il canterano aquilotto già la realizzazione di un sogno; quello che dopo è successo, è stata una premonizione, un segnale di un roseo futuro, confermato dalle tante belle impressioni date agli addetti ai lavori dalle altre sette volte in cui è entrato sul rettangolo verde. Insomma, una seconda parte di 2016 magica per questo talento cristallino; ed adesso tutti i tifosi biancocelesti si augurano che il 2017 possa definitivamente consacrarlo per farlo diventare un punto di forza della Lazio che verrà. VOTO: 7

Miroslav KLOSE: Il 2016 sarà ricordato dai tifosi laziali per il commovente addio del «Papa di Roma». Dal punto di vista personale l’anno solare, giunto ormai agli sgoccioli, gli ha visto collezionare 8 marcature e 6 assist in 20 partite, ricco bottino per un calciatore a fine carriera. Inutile menzionare le sterili polemiche extra calcistiche con la società che hanno accompagnato il periodo antecedente al ritiro, resta ancora vivo il ricordo di un campione che ha sposato con umiltà la causa biancoceleste e mai potrà essere dimenticato. Leggenda. VOTO 8

Alessandro MATRI: Solo sei mesi nel quartiere biancoceleste per Matri che dopo alcune esperienze non proprio idilliache arriva a Roma per rilanciarsi. La stagione non è da incorniciare anche se non è stata neanche disastrosa. L’attaccante ha totalizzato 19 presenze e realizzato quattro gol. VOTO: 6

ALLENATORI

Stefano PIOLI: Anche per il tecnico romagnolo, provare dare un voto che si limiti al solo anno in esame, è un nodo alla gola che stringe come un cappio. Arrivato sulla panchina laziale tra lo scetticismo generale, è riuscito a portare entusiasmo in tutto l’ambiente unendo il bel gioco ai risultati ma nella seconda stagione, qualcosa non ha funzionato per il verso giusto. Tra l’eliminazione ai preliminari di Champions League per mano del Bayer Leverkusen, il dispendioso percorso dell’Europa League, divenuto ancor più faticoso a causa della ristrettezza della rosa, i numerosi infortuni ed alcuni problemi di spogliatoio, l’ex allenatore delle aquile si è trovato a dover fare i conti con un ostacolo più grande di lui che non è riuscito ad aggirare. Sfidiamo però chiunque a trovarsi di fronte a così tanti problemi. Con questo non vogliamo difenderlo, né prendere qualsiasi tipo di posizione ma dall’esterno, giudicare appare a volte sin troppo facile quando non si conoscono le dinamiche interne. E quando si rompe, anche un solo ingranaggio, l’orologio smette sempre di funzionare correttamente… Il 3 Aprile, paga a caro la pesante sconfitta nel derby contro la Roma (1-4) e viene così esonerato per lasciare il posto all’allievo Inzaghi; il suo 2016 dura insomma appena quattro mesi, in cui mostra la faccia dell’altra medaglia della sua esperienza laziale, quella che non avrebbe mai voluto rendere pubblica. VOTO: 5.5

Simone INZAGHI: E’ arrivato dalla Primavera solo per sostituire Pioli, il suo compito era quello di salvare il salvabile nelle ultime 6 partite della scorsa stagione. I risultati non erano stati così negativi, ma poi si è trasformato nella vera sorpresa di questa seconda parte del 2016. Lui, sostituto di Bielsa, è diventato l’idolo dei tifosi e il grande motivatore della squadra. In pochi mesi è cambiato tutto: risultati a parte, ora ha in mano lo spogliatoio e i suoi ragazzi lo seguono con attenzione. Il futuro è della sua parte, ma soprattutto il 2017 è della sua parte, visto che la Lazio naviga nelle zone alte della classifica. In questo momento è una delle poche certezze dalle parti di Formello. Per quello che sta facendo e per quello che farà, merita sicuramente la conferma. La Lazio del futuro è quella di Inzaghi. Guai a commettere errori. VOTO: 7.5

DIRIGENZA

Claudio LOTITO: Difficile dare un voto al patron biancoceleste. Nell’ultimo anno si è nascosto nell’ombra senza rilasciare dichiarazioni, ma solo qualche comunicato dopo una vittoria raggiante. Se si analizza la prima parte del 2016 anche lui ha le sue colpe: una società che non è intervenuta nel momento del bisogno, che ha lasciato solo Pioli, quando lo spogliatoio era diventato una polveriera, vista la bomba che era scoppiata sulla fascia di capitano. A quel punto l’esonero del tecnico emiliano è arrivato troppo tardi, quando tutto era già compresso. Ha anche dei meriti: è l’unico insieme a Tare, ad aver creduto fin dal primo giorno alle grandi potenzialità di Inzaghi, senza dimenticarci della brutta figura fatta con la telenovela Bielsa. Su Inzaghi ha sempre avuto ragione, ma è ancora troppo poco per risollevare un 2016 con poche soddisfazioni e tante delusioni per squadra e tifosi. VOTO: 5

Igli TARE: Come ogni anno la storia non cambia: se i risultati non arrivano la colpa non è sua. Forse è uno dei migliori direttori sportivi che abbiamo in Italia e lo dimostra sempre. Certo, anche lui commette degli errori, ma alla fine sono perdonabili. In estate ha portato a Roma giocatori semi-sconosciuti come Wallace e Bastos, che alla fine si sono rivelate delle vere sorprese. Senza dimenticarsi del colpo Immobile e della cessione di Candreva. Ci sono anche gli aspetti negativi: vedi Leitner, Luis Alberto, Bisevac, Vargic e Morrison. Giocatori acquistati per uno scopo (secondo la società) ma che alla fine uno scopo non hanno. I tifosi da due anni aspettano ancora una spiegazione (logica) sul mancato utilizzo di un giocatore come Morrison, che oggi vive in Inghilterra ma è pagato dalla Lazio. Poi ci sono i vari Gonzalez, Tounkara e Minala (sempre retribuiti) che ogni tanto si vedono dalle parti di Formello. Uno spreco, denaro che alla fine potrebbe essere investito sul mercato e invece in ogni sessione il povero Igli si ritrova sempre con un budget molto ristretto. Alla fine difficilmente sbaglia tutti i suoi colpi in canna e se la Lazio in questi anni non ha toccato il fondo è anche merito suo. VOTO: 6.5 

 

Francesco Ponticiello/Marco Giuliani/Rocco Fabio Musolino/Luca Palmieri/Jessica Reatini/Andrea Coppini/Pasquale De Falco/Alessandra Reatini – lazionews24.com

 

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