2014

Il pensiero di Lotito: “I documenti non valgono nulla”. E se vince vuole la delega alla nazionale

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AGGIORNAMENTO ORE 9.17 – «Un consigliere antirazzismo»: Carlo Tavecchio ha già buttato lì la sua proposta per il dopo elezione, del resto è il super favorito, normale pensare alla squadra. L’ultima ipotesi è che, nei due ruoli di vice, al suo fianco possano sedere Andrea Abodi, numero uno della Lega di B, e Maurizio Beretta, presidente della Lega di A. E Claudio Lotito? Allo «spin doctor» della battaglia elettorale, che comunque potrebbe diventare vicepresidente in caso di rinuncia per motivi di opportunità da parte di Beretta, Tavecchio avrebbe riservato una delega speciale: la nazionale azzurra. Lotito, così, potrebbe prendere in gestione un Club Italia da ricostruire sul modello «Academy» adottato già per il club di proprietà, la Lazio, e già collaudato in Germania e Olanda. Talenti fatti in casa. Lo riporta il Corriere della Sera.

«Il documento di Roma e Juventus? Per me di documento ce ne è uno solo, quello che abbiamo firmato in Lega di Serie A, all’unanimità». Claudio Lotito, presidente della Lazio e grande sponsor di Tavecchio nella corsa alla Figc, è uno degli uomini più potenti dell’attuale scenario calcistico italiano, ma guai a dirglielo. Adora l’odore del Napalm, e si vede. E di Napalm, in giro in queste ore, ce n’è parecchio.

Presidente però pare che nove club l’abbiano firmato.
«Sono problemi loro. Io mi chiederei per quale motivo uno fa una cosa del genere».

Che risposta si dà?
«Non lo so, penso a Sky. Quelli sono un soggetto che fa informazione. Dovrebbero essere terzi. E invece hanno fatto circolare un messaggio che prende una parte. Ripeto, perché?”.

Forse perché hanno interesse a salvare il valore di un “bene”, il calcio, su cui vive la loro azienda.
«Sospetto di quei club che ora si svegliano e dicono: toglieteci questo diritto, commissariateci. Non si è mai visto».

La situazione evidentemente è molto particolare.
«La verità è che la politica deve stare fuori dallo sport. Un tempo quando c’erano le olimpiadi i politici interrompevano persino le guerre. Adesso i politici fanno le guerre per prendersi il campionato, siamo al paradosso».

Però, ammetterà che Tavecchio non è proprio il massimo…
«Nemmeno Obama ha ricevuto tanta attenzione da parte dei media».

Insomma, la solita vittima dei media.
«No, non dei media. Di altri. Penso che forse in quel famoso discorso, prima della storia della banana, aveva toccato un punto sensibile quando ha detto che chiedeva l’abolizione del potere di veto».

Il documento di Roma e Juventus ne fa un discorso di governabilità e riformabilità del sistema. Sembra ragionevole.
«Non lo è. È un fatto matematico, anzi aritmetico. Se vince Tavecchio, anche col 50,1% dei voti a disposizione, ha comunque 15 consiglieri su 21 e governa. Albertini? È solo un cavallo di Troia per far entrare la politica nel pallone».

Con il commissariamento.
«Stiamo ancora pagando il prezzo del precedente commissariamento, quello di Rossi/Pancalli. Hanno fatto danni incredibili. Il calcio non è un’azienda normale».

Pare che altri club siano tentati di accodarsi al documento…
«L’esperienza mi dice di contare i voti, i documenti non valgono nulla».

E l’ipotesi che Palazzi deferisca Tavecchio appena eletto?
«Non mi spaventa».

Se ci fosse un commissariamento cosa farà Lotito?
«Non ci sono i presupposti di legge. Ho stima di Malagò, non lo farà»

Fonte: La Repubblica

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