Immobile: «Non dimentico la Lazio che mi ha amato alla follia e anche io ho dato tutto per il club e tifosi. Dopo l'addio di Sarri...»
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Immobile: «Non dimentico la Lazio che mi ha amato alla follia e anche io ho dato tutto per il club e tifosi. Dopo l’addio di Sarri…»

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Immobile, l’ex bandiera biancoceleste non dimentica il club capitolino e torna a parlarne in occasione di uno speciale di Sky Sport

In occasione di uno speciale mandato in onda da Sky Sport intitolato l’aquila di Istanbul, Immobile parla anche del suo passato alla Lazio che non ha dimenticato e rilascia a tal proposito queste belle parole a riguardo sui biancocelesti

CAMBIAMENTO – Durante il viaggio che mi ha portato dall’Italia alla Turchia ho avuto pensieri positivi: avevo entusiasmo nel dover affrontare questa nuova avventura, nel voler partire col piglio giusto. La mia mente era proiettata a fare bene: mi piaceva il fatto di dover cambiare, ma allo stesso tempo ero un po’ spaventato dopo otto anni di Lazio. Ma alla fine avevo l’entusiasmo che hanno tutti quando cambiano squadra: avevo voglia, fame di ricominciare, di avere nuovi stimoli. Ero un po’ triste soprattutto perché avevo lasciato la mia famiglia in Italia. Mi serviva però un impatto così in Turchia: sono entrato, ho segnato due gol, sono stato nominato miglior giocatore della partita e ho alzato il trofeo. Dà una certa carica

Dall’azzurro celeste della Lazio al bianconero, il passaggio è stato particolare. Ma devo dire che mi piace: è una bella maglia. I tifosi della Lazio mi hanno amato alla follia. Io ho amato loro allo stesso modo, ma stava diventando un amore solo per quanto fatto e non per quello che potevo ancora dare,e questo un po’ mi pesava. Nel calcio i giocatori che vanno avanti sono quelli che hanno più continuità, l’ho sempre pensato. Ora però in Turchia sto benissimo, questo stadio ti avvolge. Il campionato è di buon livello e sono venuto qui per continuare a fare quello che mi piace: divertirmi.È quasi facile segnare 20 gol in una stagione, non lo è farlo per 5-6 volte di fila: si stava quasi creando una punta di scetticismo nei miei confronti

ADDIO SARRI – Dopo l’addio di Sarri ho vissuto un periodo davvero molto tosto. Da capitano mi sono accollato delle responsabilità che nemmeno pensavo di avere: non ero pronto e sono finito in un vortice più grande di me. Se non sei lucido di testa, le gambe non girano e ti fai male, esattamente come mi è successo. Tutte queste cose mi hanno portato a decidere di lasciare. Mi è stata molto di aiuto anche mia moglie Jessica: aveva visto un Ciro cambiato, io avevo capito di essere alla fine di un ciclo. Il mio unico rammarico è non aver salutato i tifosi. Come tutte le storie c’è un inizio e una fine: sarebbe stato bello poter condividere un bel finale insieme, non è detto che un addio non possa avvenire con un sorriso, con gioia. Sarebbe stato come un arrivederci tra due amici che prendono due strade diverse. Quello mi è rimasto sul groppone

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