2013

Insegno: “Si arriverà a 20.000 abbonati”

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“Tre tessere di Monte Mario, per me e i miei figli, non ci piove, anche se a volte le lascio a casa e vado in curva. Pago ogni anno l’abbonamento, e lo rifarò, è così da 25 stagioni. Ma ancora non ho rinnovato, lo ammetto”: queste le parole di Pino Insegno, tifoso laziale per antonomasia. Egli non attende mai il grande colpo di mercato per rinnovare, come invece fanno quasi tutti i tifosi biancoazzurri: “Il nostro pubblico è salottiero, più attendista, quello romanista è più popolare, arrembante, ‘stradaiolo’. Non è che siamo passionali, siamo solo diversi. Esempio: se un tabaccaio vende gli accendini della Roma, vanno a ruba; quelli della Lazio restano sul bancone. Il laziale, di natura, attende l’ultimo minuto, ma poi si muoveranno tutti e si arriverà a 20 mila. La vittoria in Coppa Italia, comunque, ci ha dato entusiasmo e tranquillità, a differenza di tanti amici romanisti che si sentono martoriati. In generale, però, mi auguro di vedere lo stadio pieno: quello di Roma è un pubblico elegante, non è giusto che per poche persone ci sia un’immagine negativa. A me, per strada, tutti portano rispetto, ma ci saranno pure due ‘stronzi’ che non mi salutano”.

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