Italia, Sirigu cuore azzurro: «Io al servizio del gruppo»
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Italia, Sirigu cuore azzurro: «Io al servizio del gruppo»

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Salvatore Sirigu, secondo portiere alle spalle di Donnarumma, ha parlato del suo ruolo all’interno dell’Italia fresca campione d’Europa

Salvatore Sirigu, portiere attualmente svincolato e fresco campione d’Europa con l’Italia, in una intervista a Sky Sport ha parlato del ruolo avuto all’interno del gruppo azzurro.

ESPERIENZA – «Non c’è un segreto, sono semplicemente stato me stesso e ce la siamo goduta, soprattutto i più grandi. Ho avuto la fortuna di giocare tante competizioni con la Nazionale e sapevo ciò di cui aveva bisogno il gruppo. Per me non è niente di nuovo, ho soltanto messo la mia esperienza al servizio di tutti. Magari si è vinto e si è dato più risalto a questo aspetto. Se non avessimo vinto forse non se ne sarebbe parlato». 

MESSAGGI – «La cosa dei messaggi è nata casualmente. Prima della partita con la Turchia, di getto, scrissi un messaggio. Da quel momento è diventato un rito. Così, da quella volta in poi, li preparavo dopo la merenda perché ci voleva tempo. Tutti si aspettavano questo messaggio: si sa quanto i riti scaramantici siano importanti nel calcio e poi fa anche parte del nostro dna, quindi abbiamo continuato. Anche quella dei messaggi personalizzati è stata una cosa improvvisata. Non riuscivo a dormire il pomeriggio della finale, avevo un patema d’animo ricorrente. Mi sono fatto portare dei fogli bianchi in camera e ho scritto un pensiero personale per ognuno. Ho fatto emozionare Chiellini un po’ troppo. Poi c’è stato il video: c’erano i bambini un po’ di tutti, le mogli, le fidanzate, i genitori, i fratelli e le sorelle. ‘Chiello’ si è messo a piangere, mi ha detto: ‘Non mi puoi fare questo prima della finale’. Queste sono cose che nascono spontaneamente, io ho cercato di essere un appoggio per tutti». 

DONNARUMMA PSG – «Mi sono raccomandato che imparasse la lingua e sta già studiando, Gigio è un ragazzo in gamba. Prima dei rigori in finale abbiamo parlato, ma queste sono cose nostre. Lui ascolta molto, si mette a disposizione e cerca di imparare da tutti, è una qualità importante per un giocatore forte a livello mondiale. In questo momento al PSG c’è un portiere fortissimo che è Navas, ma io penso che se vuoi puntare al massimo in Europa devi anche pensare di fare dei sacrifici. Io penso che un portiere del genere , a parametro zero e a 22 anni, devi prenderlo anche se hai già un portiere forte in casa e anche se rischi di avere una ‘grana’ in casa: è una occasione troppo grande da lasciarsi scappare». 

ADDIO TORINO – «A volte le critiche mi hanno fatto male, altre volte ci sono passato sopra o mi hanno caricato. A volte le ho meritate, altre volte sono state molto pesanti e questa cosa mi ha dato fastidio. Io non sono uno che si fa vedere sui social, ma incasso e sto zitto e ogni tanto sputo il veleno. Mi ha dato fastidio che nessuno abbia preso le mie difese: io ho preso le difese di tanti e, almeno per una volta, avrei meritato di essere difeso. Penso che eravamo arrivati alla fine di un ciclo e un po’ di rimpianto c’è perché non è facile lasciare una squadra dove hai lasciato il cuore e un gruppo di ragazzi ai quali vuoi bene, ma bisogna guardare in faccia la realtà e valutare se nell’ambiente si è apprezzati da tutti. È facile dire che un giocatore vuole andare via, ma bisogna vedere cosa si è fatto per trattenere quel giocatore e non solo a giugno, quando comincia il mercato. Io sono una persona che ai valori tiene tantissimo».

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