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Keita vs Bernardeschi, sfida tra baby fatti in casa: pischelli dei tifosi, uniti dal sogno di volare altrove
Domenica sera all’Olimpico di Roma si giocherà uno dei classici del campionato di Serie A, Lazio-Fiorentina disputeranno il loro 135° incontro. Entrambe le società puntano molto sul settore giovanile, è proprio da lì che sono partiti Keita Baldé Diao e Federico Bernardeschi, oggi jolly a disposizione dei loro allenatori. E nomi di ragazzi, passati dalla Primavera e oggi militanti in prima squadra, potremmo farne altri: basti pensa a Danilo Cataldi, Alessandro Murgia, Cristiano Lombardi o Federico Chiesa (figlio di Enrico). Un parco giovani fra i più interessanti del panorama italiano, che rendono ancora più suggestivo il posticipo della 17^ giornata.
SPRINT E DRIBBLING – I protagonisti principali, senza nulla togliere a nessuno, saranno però senza dubbio Keita e Bernardeschi. Il primo è classe ’95, il secondo è un ’94, la caratteristica che li accomuna è la velocità. Palla al piede e con gli spazi larghi per gli avversari diventa faticoso a fermarli, maestri ormai nel creare superiorità numerica. Se l’esterno senegalese possiede oggettivamente una forza fisica superiore, il fantasista della Nazionale di Giampiero Ventura ha dalla sua parte visione di gioco e cinismo. Fin qui ha realizzato già 7 reti (2 su calcio di rigore), a testimonianza di una raggiunta maturità. L’ex freccia del Barcellona, a quota 4 centri stagionali, comanda invece nella gara degli assist (3 a 1).
CAPRICCI SUL RINNOVO – Le sirene di calciomercato impazzano sulle teste dei gioiellini di Lazio e Fiorentina, li invitano a riflettere prima mettere la firma su eventuali prolungamenti. Roma e Firenze li coccolano come figli adottivi, perdonano anche eccessivamente qualche presunzione di troppo. La possibilità di calcare palcoscenici importanti è viva, reale, in sè molto ghiotta. Le dirigenze ci sperano fino alla fine, sono disposte a cifre esagerate per non vederli partire. Ma se davvero «l’occasione fa l’uomo ladro», un semplice arrotondamento di stipendio potrebbe non bastare per impedir loro di volare lontano dalle città che li trattano ancora come dei pischelletti.
Rocco Fabio Musolino