2015

Klose, recupero lento: l’attaccante punta al rientro a metà ottobre

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Dopo non aver ceduto alle lusinghe di Bundesliga e Stati Uniti, per Miro Klose si prospetta un altro anno da protagonista in biancoceleste; anno che però è iniziato sfortunatamente con l’infortunio al bicipite femorale. Come riporta Il Tempo, a fine anno le due strade si divideranno, Klose tornerà in Germania, da tempo sogna di diventare allenatore, ha già ricevuto qualche proposta. Ma prima cercherà di lasciare (come al solito) il segno, la zampata vincente, la Lazio dei giovani non può fare a meno della sua esperienza. Servirà il contributo del campione del Mondo, la banda Pioli ha bisogno del tedesco, ora più che mai. In queste settimane sta cercando di bruciare le tappe, è reduce da un infortunio serio, ha riportato una lesione di secondo grado al flessore, non rientrerà prima del 18 ottobre. Quando sarà pronto però dovrà vedersela con Alessandro Matri, soprattutto se Pioli dovesse confermare il 4-3-3. Nell’ultimo giorno di mercato la società ha ritenuto opportuno pescare un altro attaccante, le condizioni fisiche di Miro e Djordjevic non offrono tuttora grandi garanzie, l’ex Milan partirà titolare con l’Udinese (e non solo). Klose comunque troverà il suo spazio, la stagione è lunga e la Lazio sarà impegnata su tre competizioni: l’Europa League non è un torneo che ama particolarmente (con la maglia biancoceleste è sceso in campo solo 5 volte in tre anni), avrebbe preferito senza dubbio la Champions League, si abituerà probabilmente al campionato. Pioli lo sfrutterà nei momenti importanti, lo schiererà titolare soprattutto nelle partite di cartello, dovrà essere bravo e intelligente nel gestirlo. In realtà però Klose si è sempre preso cura del suo fisico in totale autonomia, a volte anche troppo: al primo campanello d’allarme, il tedesco è abituato a volare subito in Germania dal prof. Müller-Wohlfahrt, ex medico del Bayern Monaco. Situazione questa mal di gerita da sempre dai medici laziali. La società però lo ha sempre perdonato, Miroslav potrebbe anche intraprendere la carriera da dirigente: mercoledì scorso era a Formello in borghese al fianco di Tare durante gli allenamenti, ha lo spirito da leader e il carisma da grande personaggio. Il direttore sportivo stravede per lui: «È un giocatore fondamentale per la nostra squadra – ha ripetuto negli anni – siamo orgogliosi di averlo tra noi. Restare alla Lazio è stata una sua scelta». Klose non lo ha mai nascosto: «Io e la mia famiglia ci troviamo benissimo nella Capitale. Voglio aiutare questo club a crescere, i tifosi poi sono fantastici e ci trasmettono ogni giorno tutto il loro amore». Parole al miele, ma adesso dovrà rispondere sul campo, la rinascita della Lazio – dopo l’esclusione dalla Champions e il tracollo di Verona – passerà ancora una volta dalle sue giocate. Con Pioli parlano spesso, lo faranno anche in questo periodo, il parere del panzer non è mai banale. Adesso servirà una reazione di gruppo, i biancocelesti non possono più sbagliare, la sfida con l’Udinese è già decisiva. Klose parteciperà dalla tribuna, resterà vicino alla squadra, caricherà lo spogliatoio come sempre. E intanto aiuterà Milinkovic-Savic e Kishna ad esplodere definitivamente, proprio come andò con Felipe Anderson e Keita.

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